GENNAIO
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Diario dal Consiglio del 10 gennaio 2020

L’indipendenza dei giudici polacchi riguarda tutti i cittadini europei perché c’è di mezzo la democrazia e l’uguaglianza delle persone davanti alla legge

Dedichiamo il Diario alla marcia silenziosa che sabato 11 gennaio 2020 i giudici polacchi hanno compiuto a Varsavia e a cui hanno partecipato associazioni di magistrati, avvocati e giuristi di tutta Europa.

«Assistiamo», scrivono nell’appello che convoca la manifestazione, «ad un’ulteriore involuzione della crisi sistemica dello stato di diritto in Polonia, innescata da riforme che hanno gravemente compromesso l’indipendenza del sistema giudiziario e del suo sistema di governo autonomo. Dopo la pronuncia della Corte di Giustizia dell’UE del 19 novembre 2019 e quella della Corte Suprema di Polonia del 5 dicembre, che ha ritenuto il Consiglio di Giustizia (KRS) organo non indipendente, il Governo polacco ha presentato un progetto di legge che limita gravemente la libertà dei giudici, sia nell’attività giurisdizionale che in quella associativa: sono previste gravi sanzioni disciplinari (fino alla destituzione) per i giudici che daranno attuazione ai principi della sentenza della Corte di Giustizia e in relazione agli obblighi di dichiarare l’appartenenza ad associazioni o a valutazioni critiche espresse sull’operato di altre Istituzioni. Inoltre, le decisioni che riguardano i tribunali e i giudici sono trasferite ai Presidenti di tribunale direttamente nominati dal Ministro della giustizia».

Ringraziamo il Presidente dell’ANM, Luca Poniz, e Vito Monetti, già Presidente di Medel (Magistrats Européens pour la Democratie et les Libertes), che con la loro presenza hanno portato il sostegno dei magistrati italiani.

 

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Il Plenum

Teniamo a segnalarvi una questione di particolare rilevanza affrontata nel corso del Plenum di mercoledì 8 gennaio, attinente all’interpretazione del principio di temporaneità degli incarichi direttivi e semidirettivi, in relazione alla pratica per il conferimento dell’Ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Trento.

Il destinatario di una delle due proposte di Commissione (proponenti consiglieri Davigo, Gigliotti, Basile, Miccichè), dott. Crepaz, aveva già svolto funzioni direttive alla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Trento (medesimo incarico oggetto di discussione) dal 12.3.2009 al 22.9.2014, per poi svolgere le funzioni di Procuratore presso il Tribunale per i minorenni di Venezia (dal 2014 ad oggi).

La questione è quindi: se il magistrato che ha ricoperto funzioni direttive o semidirettive in un ufficio possa poi tornare a ricoprire le medesime funzioni nel medesimo ufficio.

Gli artt. 45 e 46 del D.lg. n. 160/2006, come modificati dalla L. n. 111/2007, sanciscono il principio della temporaneità degli incarichi direttivi/semidirettivi, con previsione del termine di decadenza all’esito dell’ottennio, oltre il quale il magistrato può proporre unicamente domande per il conferimento di “altre funzioni”.

La ratio della temporaneità è esplicitamente individuata, dal legislatore nei lavori preparatori e dalla giurisprudenza amministrativa, oltre che nella facilitazione alla rimozione di dirigenti rivelatisi inadeguati, anche nell’intento “di evitare la creazione di centri di potere sempre più radicati in un determinato territorio” e di “scongiurare fenomeni di ‘cristallizzazione’ sine die nell’esercizio delle funzioni”, in attuazione dei principi di indipendenza e imparzialità della magistratura, che tutelano non solo l’indipendenza esterna, ma anche l’indipendenza dei singoli magistrati all’interno degli uffici ove operano, nei rapporti con gli altri magistrati e, soprattutto, con quelli che siano titolari di uffici direttivi, indipendenza che potrebbe essere vulnerata proprio dal prolungato esercizio di funzioni direttive (ovvero semidirettive) nel medesimo luogo e dai conseguenti fenomeni di personalizzazione dell’ufficio e di possibile condizionamento nell’esercizio dell’attività giudiziaria.

La tesi in favore della legittimazione del dott. Crepaz muove dall’osservazione per cui la normativa primaria non prevede un esplicito divieto sul punto, e dalla considerazione per cui il rischio di “fenomeni di cristallizzazione nell’esercizio delle funzioni” è scongiurato dal termine di legittimazione, che consente comunque il rientro nell’ufficio solo decorso il termine di quattro anni; nel concreto, poi, il magistrato non aveva neppure raggiunto il termine degli otto anni presso la Procura minori Trento, ed aveva anzi svolto altre funzioni in altro ufficio per oltre quattro anni.

La tesi della mancanza di legittimazione, da noi sostenuta – anche alla luce di un parere in tal senso espresso, seppure in diversa fattispecie, dall’Ufficio Studi – è invece quella per cui il principio della temporaneità preclude al magistrato che ha già ricoperto funzioni direttive ovvero semidirettive in un Ufficio la possibilità di ritornare a svolgere le medesime funzioni presso la stessa sede giudiziaria (sempre da intendersi nel senso di medesimo ufficio), proprio alla luce della ratio della norma, sopra indicata.

Infatti: il rientro nelle stesse funzioni nello stesso ufficio, pur dopo il termine dei quattro anni di legittimazione trascorsi in altro ufficio, consentirebbe comunque di fatto di ricoprire le medesime funzioni per 16 anni, seppure non consecutivi, evenienza che già di per sé appare contraria alla ratio della norma; in ogni caso, manca nella normativa la previsione espressa di questa possibilità, e soprattutto manca la previsione di un termine “di decantazione” oltre il quale il magistrato può tornare a svolgere le medesime funzioni dirigenziali nel medesimo Ufficio. In proposito, l’espressa disciplina prevista dal Regolamento in materia di permanenza nell’incarico presso lo stesso ufficio (delibera CSM 13 marzo 2008, secondo cui “il magistrato trasferito a seguito del superamento dei termini massimi di cui all’art. 2 può tornare nella medesima posizione tabellare o nello stesso gruppo di lavoro soltanto dopo che siano trascorsi cinque anni dalla presa di possesso nel nuovo incarico”), dettata con riferimento all’articolo 19 del D.Lg. n. 160/2009, il quale disciplina la permanenza nell’incarico presso lo stesso ufficio, non è applicabile al caso dei direttivi/semidirettivi, stante la presenza, in apertura dell’art. 19 cit., dell’espressa clausola di riserva “Salvo quanto previsto dagli artt. 45 e 46…”, così ribadendo il principio della temporaneità anche con riferimento al rientro nel medesimo ufficio con le medesime funzioni.

In assenza della previsione di un termine di decantazione, si giungerebbe alla sostanziale elusione del principio di temporaneità delle funzioni direttive/semidirettive, considerando che non necessariamente, in astratto, il rientro nelle medesime funzioni e nello stesso ufficio avviene sempre per trasferimento da altro ufficio dopo il termine di legittimazione di quattro anni, ben potendo verificarsi casi diversi (a titolo di esempio: procuratore aggiunto decaduto per superamento degli otto anni che rimane nello stesso ufficio come sostituto, potrebbe, in caso di sopravvenuta vacanza di altro posto di aggiunto, rientrare nella medesima funzione anche solo dopo pochi mesi, così rimanendo nella stessa funzione per 16 anni quasi consecutivi).

Indipendentemente dal caso concreto, quindi, abbiamo ritenuto di sostenere l’interpretazione da noi ritenuta più aderente alla ratio della norma, e che dovesse essere affermato il principio per il quale deve ritenersi in astratto precluso al magistrato che ha già ricoperto funzioni direttive ovvero semidirettive in un Ufficio la possibilità di ritornare a svolgere le medesime funzioni presso lo stesso Ufficio. Abbiamo quindi votato in favore della proposta minoritaria (consiglieri Suriano e Mancinetti) in favore della dr.ssa Fava.

A seguito della discussione, ha avuto prevalenza la tesi in favore della legittimazione (votanti per il dott. Crepaz: Ardita, Basile, Braggion, Cerabona, Davigo, Di Matteo, D’Amato, Donati, Lanzi, Marra, Miccichè, Pepe; votanti per la dott.ssa Fava: Benedetti, Cascini, Chinaglia, Ciambellini, Dal Moro, Grillo, Mancinetti, Suriano, Zaccaro).

 

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I lavori di Commissione

In Prima Commissione,come già riferito, abbiamo chiesto l’apertura di una pratica in relazione alle dichiarazioni rese dal Procuratore Generale di Catanzaro, dott. Otello Lupacchini, nel corso di un’intervista in merito ai recenti arresti eseguiti su disposizione della AG di Catanzaro: “I nomi degli arrestati e le ragioni degli arresti li abbiamo conosciuti soltanto a seguito della pubblicazione sulla stampa che evidentemente è molto più importante della Procura Generale contattare e informare. Al di là di quelle che sono poi, invece, le attività della Procura Generale, che quindi può rispondere soltanto sulla base di ciò che normalmente accade e cioè l’evanescenza come ombra lunatica di molte operazioni della Procura distrettuale di Catanzaro stessa”. Si tratta, invero, di dichiarazioni particolarmente allarmanti in ragione del ruolo rivestito dall’intervistato ed in quanto riferite ad un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Catanzaro, sul quale dovrà pronunciarsi nei prossimi giorni il Tribunale per il riesame di Catanzaro.

La Commissione ha, inoltre, definito la pratica di incompatibilità ambientale aperta nei confronti del dott. Cesare Sirignano, magistrato della DNA, in ragione dei contenuti di alcune conversazioni con il dott. Luca Palamara, intercettate nell’ambito delle indagini della Procura di Perugia. Hanno votato a favore del trasferimento di ufficio del collega i consiglieri Ardita, Basile e Zaccaro; contro il trasferimento si è espressa la consigliera Grillo; si sono astenuti i consiglieri D’Amato e Donati.

 

In Quinta Commissione sono state adottate numerose delibere.

All’unanimità sono state formulate le proposte per i seguenti Uffici:

Non è stata raggiunta l’unanimità, invece, per i seguenti incarichi:

 

In Terza Commissione è iniziato l’esame delle dichiarazioni di disponibilità al trasferimento presso le sedi disagiate, che dovrebbe concludersi la prossima settimana o, al massimo, in quella successiva.

 

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Le iniziative

Situazione Uffici Catanzaro

Abbiamo seguito con attenzione la situazione degli uffici giudiziari di Catanzaro. Alla luce dell’imponente iniziativa giudiziaria intrapresa dalla DDA di Catanzaro abbiamo ritenuto imprescindibile una riflessione sullo stato degli uffici giudicanti di quella sede, connotata da sottodimensionamento della pianta organica, croniche scoperture, accentuato turn over, che in questo frangente rischiano di impedire un veloce ed efficace accertamento delle ipotesi accusatorie (nelle diverse fasi: prima cautelari e poi dibattimentali) frustrando sia le legittime aspettative di palingenesi che l’operazione Rinascita ha indotto nella popolazione onesta, sia le altrettanto legittime aspettative degli indagati di vedere esaminate in contraddittorio le accuse a loro mosse.

Ci siamo quindi impegnati, con iniziative tuttora in corso nelle competenti commissioni:

Aspetti organizzativi interni al Consiglio

Ricostituita la piena funzionalità del Consiglio, riteniamo che solo un rinnovato impegno nel segno dell’efficienza, della funzionalità e della trasparenza possa restituire autorevolezza e credibilità al governo autonomo. In quest’ottica ci siamo in particolare interrogati sulla necessità di favorire una maggiore celerità nelle decisioni in materia di organizzazione degli uffici, mobilità dei magistrati e nomina dei dirigenti, decisioni che non possono intervenire con ritardi di mesi.

Abbiamo infatti constatato una particolare sofferenza nelle commissioni Terza, Quinta e Settima, che si occupano rispettivamente di mobilità, incarichi direttivi e semidirettivi, organizzazione degli uffici.

Abbiamo quindi richiesto al Comitato di Presidenza la costituzione di un gruppo di lavoro, composto dai Presidenti delle tre Commissioni sopra indicate e da uno o più componenti della Segreteria Generale del Consiglio, che individui gli interventi organizzativi opportuni per restituire maggiore tempestività alle decisioni, quali:

 

Vi salutiamo augurando a tutti una buona settimana... Vi racconteremo…!

Alessandra, Ciccio, Giuseppe, Elisabetta, Mario