SETTEMBRE
11

Diario dal Consiglio dell’11 settembre 2020

A Ebru Timtik

Non è la prima volta che dedichiamo il Diario ad una delle più terribili eclissi della democrazia che si consuma alle porte dell’Europa. Nel silenzio. Se non fosse per il coraggio estremo di donne e uomini detenuti che non si rassegnano alla violazione dei diritti umani che si perpetua, dopo i rastrellamenti e gli arresti all’indomani del fallito golpe del 2016, attraverso la celebrazione di processi privi di ogni garanzia della difesa.

In carcere da tre anni, Ebru Timtik – avvocato, 42 anni – era stata condannata insieme a 17 colleghi per “appartenenza a un’organizzazione terroristica”, il Partito-Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo (Dhkp-C): un tribunale le aveva inflitto, nel marzo 2019, una condanna a 13 anni e mezzo di carcere, confermata in appello.

Per denunciare l’ingiustizia di questo processo e la violazione dei diritti fondamentali in esso consumata, Ebru Timtik ha intrapreso, come altri detenuti, lo sciopero della fame, per chiedere per sé ciò che per scelta professionale, come avvocato, chiedeva per gli altri: il rispetto dei diritti della difesa, un processo giusto. È morta il 27 agosto, dopo avere rifiutato di nutrirsi per 238 giorni.

Una settimana dopo la morte dell’avvocatessa, è stato rilasciato il collega Aytac Unsal che rifiutava di mangiare da 213 giorni: il tribunale ha riconosciuto che prolungare la sua detenzione lo avrebbe messo in pericolo di vita.

A maggio altre tre persone erano morte in Turchia dopo lunghi scioperi della fame: erano tre musicisti membri del gruppo Grup Yorum, più volte arrestati, ed anche loro accusati di avere dei legami con il DHKP/C.

 

Il Plenum

1. Nel Plenum di mercoledì è stata approvata la delibera di modifica della circolare per l’accesso a Cassazione, Massimario e DNAA di cui abbiamo già riferito nel Diario del 31 luglio 2020. La riforma è stata approvata con i voti favorevoli dei Consiglieri Ardita, Basile, Benedetti, Cavanna, Cascini, Chinaglia, Dal Moro, Davigo, Di Matteo, Gigliotti, Marra, Pepe, Suriano, Zaccaro, oltre al Primo Presidente Curzio. Contrari i Consiglieri Braggion, Ciambellini, D’Amato, Grillo, Lanzi, Miccichè. Astenuti i Consiglieri Donati e Cerabona, oltre al Procuratore generale Salvi.

In linea generale, la modifica della circolare è improntata alle seguenti direttrici:

In funzione della trasparenza delle procedure sono state introdotte disposizioni volte a rendere conoscibile la documentazione prodotta dai candidati alla DNAA e alle funzioni di legittimità.

2. Nel medesimo Plenum è stato deliberato il rigetto della conferma del collocamento fuori ruolo di una collega, già fuori ruolo presso il Ministero, quale esperto giuridico presso la rappresentanza permanente d’Italia presso il Consiglio d’Europa. La ragione del rigetto era dovuta al fatto che la collega aveva già svolto attività fuori ruolo per quasi dieci anni e quindi non avrebbe potuto garantire i due anni richiesti per l’incarico. La questione è stato oggetto di ampia discussione. Secondo alcuni consiglieri, infatti, una parte del periodo fuori ruolo, svolta nell’ambito di una missione della comunità europea in Kossovo (missione EULEX, finalizzata ad aiutare la ricostruzione del sistema giudiziario di quel paese dopo il conflitto bellico) non doveva essere computato nel limite decennale massimo previsto dalla legge Severino, in quanto era da considerarsi attività giudiziaria svolta quale componente di una Corte internazionale. Come è noto, la legge Severino prevede come eccezioni alla regola della permanenza massima di dieci anni fuori ruolo (o in aspettativa) gli incarichi di membri del Governo, le cariche elettive, anche presso gli organi di autogoverno, i componenti delle Corti internazionali comunque denominate. A nostro avviso, tale previsione, trattandosi di norma eccezionale, non può essere estesa in via analogica a situazioni in qualche modo assimilabili. Nel caso in esame, l’incarico svolto dalla collega era di ausilio alla ricostruzione del sistema giudiziario del Kosovo, mediante lo svolgimento di attività amministrativa e di attività giudiziaria presso le Corti del Kosovo, con una competenza relativa ai reati più gravi, puniti secondo la legge nazionale. Dunque, una attività (anche) giudiziaria presso uno Stato estero, ma non certamente presso una Corte internazionale, tali non potendosi in alcun modo considerare le Corti interne del Kosovo, che sono costituite sulla base della legge nazionale e applicano le norme del diritto interno.

All’esito della discussione, il Plenum ha approvato la proposta di rigetto della richiesta di collocamento fuori ruolo con 12 voti a favore (Benedetti, Cavanna, Cascini, Chinaglia, Dal Moro, Davigo, Marra, Pepe, Suriano, Zaccaro, il Primo Presidente Curzio e il Procuratore Generale Salvi) e 7 voti contrari (Ciambellini, D’Amato, Di Matteo, Donati, Grillo, Lanzi, Miccichè), astenuti i consiglieri Ardita, Basile, Cerabona.

3. Dopo il concerto del Ministro, in Plenum sono state adottate all’unanimità le delibere relative alla nomina di Franco De Stefano quale Presidente di Sezione della Corte di Cassazione e di Antonio De Nicolò quale Procuratore della Repubblica di Trieste.

Oggetto di discussione è stata, invece, la pratica relativa alla nomina di Domenico Manzione quale Procuratore della Repubblica di Lucca. Accanto a ragioni di merito che per alcuni risultavano ostative al conferimento dell’incarico in favore del dott. Manzione (per aver ricoperto dal 2013 al 2018 le funzioni di Sottosegretario presso il Ministero dell’Interno), è stata posta la questione concernente la legittimazione alla presentazione della domanda per il nuovo incarico, essendo rientrato in servizio nel mese di dicembre del 2018.

La questione, invero non di agevole soluzione, era stata affrontata e decisa all’unanimità dalla V commissione in senso favorevole per l’aspirante in quanto il ricollocamento in ruolo del dott. Manzione era stato deliberato dal precedente Consiglio in base alla disciplina del rientro in servizio dei fuori ruolo in virtù di concorso virtuale e, dunque, senza fare ricorso all’applicazione delle disposizioni concernenti la disciplina sulla soppressione degli uffici giudiziari, qual è quello della Procura di Alba, diretta dal Manzione prima dell’assunzione dell’incarico di sottosegretario.

Il Plenum, a larga maggioranza, ha stabilito il ritorno in Commissione della pratica per un approfondimento della questione.

* * *

La ripresa dei lavori del Consiglio è avvenuta in un contesto faticoso e difficile. Sappiamo che anche negli uffici le difficoltà sono tante e sono acuite dalla permanenza dell’emergenza sanitaria. Cercheremo di fare quanto più è possibile perché l’azione dell’autogoverno possa essere d’aiuto, sempre valorizzando la comunicazione anche come strumento di trasparenza.

In particolare, la settima commissione sta cercando di individuare tempi e modalità per un incontro con i dirigenti degli uffici giudicanti destinato alla circolare sulle tabelle e soprattutto a fornire le risposte agli eventuali quesiti che i dirigenti stessi intendano porre.

Buon lavoro

Vi racconteremo…

Alessandra, Ciccio, Elisabetta, Giuseppe, Mario