GENNAIO
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Diario dal Consiglio del 24 gennaio 2020

“We don’t have the luxury of choosing to take on the responsability or not”

dr. Amani Ballour

 

Amani Ballour ha ricevuto il Premio Raoul Wallenberg del Consiglio d’Europa.

Giovane pediatra siriana, appena uscita dall’università, Ballour ha iniziato come volontaria ad aiutare i feriti e si è ritrovata, dal 2012 al 2018, a gestire una squadra di circa 100 membri del personale dell’ospedale sotterraneo, la ‘Grotta’, nella Ghuta orientale (Regione intorno a Damasco). Oggi rifugiata in Turchia, è stata premiata per il coraggio, l’impegno e la determinazione nel salvare centinaia di vite umane durante la guerra in Siria.

 

Proponiamo la testimonianza di questa giovane donna per onorare “La Giornata della Memoria” che ricorre il 27 gennaio:  «i diritti umani e la dignità personale non sono un lusso in tempo di pace”, ha affermato Marija Pejčinović Burić, segretario generale del Consiglio d’Europa nel conferire il premio. Un richiamo importante alla responsabilità anche nelle nostre società, sempre più chiuse e autoreferenziali, dove spesso i diritti universali della persona rischiano di trasformarsi in privilegi, legati alla nascita e riconosciuti in base alla cittadinanza, invocati come strumenti di esclusione, in una logica che contraddice profondamente il senso delle costituzioni di molti stati europei, tra cui la nostra, e della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo.

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Il Plenum

Nelle sedute di mercoledì e di venerdì in Plenum si è discussa e definita la pratica di terza commissione relativa al collocamento fuori ruolo, o, in alternativa, alla permanenza in ruolo con esonero parziale dal lavoro giudiziario, dei sei componenti togati del comitato direttivo della Scuola Superiore della Magistratura, nominati con delibera in data 4 dicembre 2019.

La questione dibattuta concerne le richieste del dott. Giuseppe Corasaniti (richiesta formulata sin dal momento di manifestazione della disponibilità ad essere nominato componente del nuovo comitato direttivo della Scuola) e della dott.ssa Antonella Ciriello (richiesta formulata il 7.1.2019, successivamente alla delibera di nomina) di permanere in ruolo con esonero parziale dal lavoro giudiziario. Altra richiesta in tal senso era stata presentata anche da un terzo componente, Gianluca Grasso, il quale ha però revocato la domanda di esonero prima della delibera di commissione. Mentre la dott.ssa Ciriello, dopo la delibera della commissione, ha inviato a tutti i componenti del CSM una mail con la quale esponeva in maniera decisa le sue ragioni.

La questione è regolata dall’art. 6, comma 2, del D.Lgs. 30 gennaio 2006 n. 26, che prevede che “I magistrati ancora in servizio nominati nel comitato direttivo sono collocati fuori del ruolo organico della magistratura per tutta la durata dell’incarico ovvero, a loro richiesta, possono usufruire di un esonero parziale dall’attività giurisdizionale nella misura determinata dal Consiglio Superiore della Magistratura”.

Due le proposte della Terza commissione:

Nel corso del dibattito abbiamo rappresentato che l’interpretazione secondo la quale il CSM può decidere non solo sul quantum, ma anche sull’an della richiesta di esonero, oltre ad essere tecnicamente corretta, risponde all’esigenza di garantire al meglio le esigenze di funzionalità sia della Scuola che dell’Ufficio di provenienza del magistrato, che a nostro avviso devono prevalere sull’interesse individuale del magistrato a permanere in ruolo. A fronte di una netta divisione del Plenum sulla questione, abbiamo provato a proporre una soluzione di “compromesso” con la quale, ribadendo il principio della facoltà del CSM di decidere, la richiesta di esonero veniva accolta ma nella minore misura del 25%. In questo modo, a nostro avviso, si sarebbe potuta verificare in concreto la compatibilità della permanenza in ruolo con l’incarico nella Scuola, senza determinare una rilevante sottrazione di risorse agli Uffici di provenienza. I nostri emendamenti sono stati, però, respinti dal Plenum e quindi si è votato sulle proposte della Commissione ed è prevalsa la proposta A (votanti proposta A: Ardita, Braggion, Cascini, Chinaglia, Dal Moro, Davigo, Di Matteo, Pepe, Suriano, Zaccaro; votanti proposta B: Benedetti, Cavanna, Cerabona, Ciambellini, D’Amato, Donati, Gigliotti, Grillo, Mancinetti; astenuta Micciché).

Abbiamo sostenuto la proposta A, convinti che l’interpretazione della norma ivi contenuta – del resto coerente con la recente delibera consiliare del 2018 – sia quella più conforme alle esigenze di effettivo funzionamento della Scuola e contemporaneamente di garanzia del buon funzionamento degli Uffici di provenienza. La diversa interpretazione, che priva il Consiglio di qualsiasi possibilità di interloquire sulla misura dell’impegno dedicato alla Scuola e sulla sorte degli Uffici cedenti, rimettendo la scelta sulla collocazione fuori ruolo o meno alla mera discrezionalità dei magistrati già nominati componenti del Comitato direttivo, porterebbe a conseguenze non coerenti con la ratio della norma e con i principi di buon andamento dell’amministrazione; basti pensare che, seguendo tale linea interpretativa, si potrebbe giungere ad avere un Comitato direttivo composto interamente da magistrati in ruolo con esonero parziale dal lavoro giudiziario, con conseguente pregiudizio al buon funzionamento della Scuola ed anche al buon funzionamento degli uffici “cedenti”, i quali si troverebbero nell’impossibilità di ottenere la copertura dei posti

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Numerose sono state le delibere assunte su proposte della Quinta Commissione.

Uffici Direttivi

A fronte di due profili professionali indubbiamente di alto livello, abbiamo sostenuto e votato la proposta in favore del dott. Fabbro poiché ci sono apparse pienamente condivisibili le argomentazioni del relatore cons. Mancinetti, poiché, nella comparazione in concreto, avuto riguardo alle caratteristiche dello specifico Ufficio Direttivo (Tribunale di medie dimensioni) e delle esperienze maturate dai due candidati, la completezza delle esperienze nell’attività giurisdizionale del dott. Fabbro (maturata in ambito sia requirente che giudicante, sia nel settore penale che in quello civile), così come la sua comprovata capacità di gestire positivamente ruoli organizzativi sperimentata in diversi contesti e nell’esercizio delle funzioni (quale coordinatore della sezione Gip/Gup e poi quale Presidente di sezione civile del Tribunale di Treviso, oltre che, sia pure per un limitato periodo di tempo, Presidente Vicario),  ci è sembrata dover prevalere sulle esperienze curriculari di grande rilievo (quale consigliere del CSM e quale componente del comitato direttivo della SSM) e, tuttavia, estranee all’esercizio diretto della giurisdizione maturate della dott.ssa Napolitano; a favore del dott. Fabbro hanno votato i cons. Ardita, Cascini, Chinaglia, Ciambellini Dal Moro, Davigo, Di Matteo, Grillo, Mancinetti, Marra, Pepe, Suriano, Zaccaro; a favore della dott.ssa Napolitano i cons. Braggion, D’Amato, Basile, Benedetti, Cavanna, Cerabona, Donati, Lanzi, Miccicchè; astenuto Gigliotti.

La proposta in suo favore era stata formulata dalla quinta Commissione, dopo l’audizione del dott. Borrelli, con la sola astensione della cons. Miccicchè che, tuttavia, nell’intervenire in Plenum, ha dato atto di aver risolto i dubbi che l’avevano indotta ad astenersi e ha annunciato che avrebbe votato a favore della nomina. Nel corso del Plenum il cons. Di Matteo ha espresso le ragioni della sua astensione, legate al suo convincimento che, dal tenore di alcune conversazioni intercorse tra il dott. Borrelli e il dott. Sirignano (depositate da quest’ultimo nell’ambito del procedimento aperto nei suoi confronti in Prima Commissione ai sensi dell’art.2), si potesse evincere che lo stesso cercasse, per suo tramite “appoggi” alla candidatura per i posti direttivi per cui aveva fatto domanda, comportamento contrario al codice etico dell’ANM. Parimenti il cons. Lanzi è intervenuto per motivare la sua astensione, motivata non dalla supposta ricerca di “appoggi” – censura basata su una norma del codice etico di cui ha sottolineato, a suo parere, l’ipocrisia stante la notoria prassi degli aspiranti ad incarichi dirigenziali di cercare (e ricevere) appoggi fuori e dentro il Consiglio – bensì dal fatto che avesse ritenuto di cautelarsi nel corso di una delicatissima conversazione con il dott. Sirignano attivando la registrazione della stessa. Ne è seguito un dibattito, a tratti teso, sulle parole del cons. Lanzi che hanno evocato i gravi e noti fatti che hanno visto coinvolti alcuni consiglieri poi dimessisi.

Noi abbiamo sostenuto convintamente la candidatura del dott. Borrelli alla luce della sua storia professionale, indubitabilmente di grande spessore anche per la delicatezza e rilevanza di molti dei processi da lui istruiti, e della sua estraneità a condotte censurabili sotto qualsivoglia profilo. Invero da un lato riteniamo, come tutti gli altri consiglieri che hanno avuto modo di valutare approfonditamente gli atti relativi, che l’interessamento del dott. Borrelli – attraverso il dott. Sirignano – non abbia mai superato la soglia della mera ricerca di “informazioni”, ricerca che, al pari della cautela apprestata nel corso della conversazione con il dott. Sirignano censurata dal cons. Lanzi, debbono essere valutate e comprese nel contesto creato da un sistema opaco quale quello emerso per l’appunto alla luce dei “fatti di maggio”. In un siffatto contesto, caratterizzato da dinamiche di confronto interno al Consiglio ispirate a mere logiche di accordo e scambio, ci pare onesto, più che invocare il Codice Etico che molti, all’interno e fuori dal Consiglio, ancora ignorano bellamente, cercare di comprendere – al netto dell’insussistenza di condotte illegittime – la reazione di chi, tra i colleghi, era spaesato e non riuscendo a cogliere certe dinamiche, maldestramente e probabilmente sbagliando, cercava di comprenderne il senso.

Come ha detto Giuseppe Cascini nel suo intervento in Plenum, quelle conversazioni sono uno specchio che ci rimanda l’immagine di come funziona(va) il sistema. Ed è di questo, di questa immagine che noi abbiamo offerto ai colleghi, che maggiormente dovremmo occuparci e preoccuparci. Dobbiamo essere noi – con comportamenti di chiaro rifiuto delle logiche di protezione di interessi individuali, di scambio e di appartenenza – ad offrire garanzia del rispetto delle norme etiche, sì da poter pretendere da parte dei colleghi l’abbandono della prassi dell’’avvicinamento, della ricerca dell’appoggio, dell’autopromozione.

 

Uffici Semidirettivi

In ordine al conferimento di questo incarico la Quinta Commissione si era divisa. In favore della dott.ssa Romita si erano espressi i consiglieri Micciché e Basile, mentre altra proposta, sorretta sempre da due voti (Mancinetti e Suriano), era stata formulata in favore del dott. Giovanni Anglana, anch’egli giudice del Tribunale di Bari. Astenuti i consiglieri Davigo e Gigliotti. In plenum, abbiamo mantenuto la nostra preferenza in favore del dott. Anglana, il quale, seppure meno anziano, è parso munito di superiore livello attitudinale possedendo l’indicatore specifico dell’aver svolto per almeno 5 anni negli ultimi 15 le funzioni Gip/Gup, laddove la dott.ssa Romita negli ultimi 15 anni ha svolto esclusivamente funzioni di giudice penale del dibattimento e del riesame, risultando applicata al Gip solo per brevissimo tempo ben 18 anni fa.

All’unanimità sono state deliberate le nomine di Mariavittoria Papa quale Presidente di Sezione lavoro della Corte d’Appello di Napoli; di Bruno Azzolini quale Presidente della Sezione Gip del Tribunale di Roma; di Maria Agrimi quale Presidente di Sezione penale del Tribunale di Roma; di Maria Rosa Donatella Aschero quale Presidente di Sezione penale del Tribunale di Genova; di Donatella Di Fiore quale Presidente di Sezione penale della Corte d’Appello di Bologna; di Simonetta Afeltra quale Presidente di Sezione civile della Corte d’Appello di Firenze.

Da segnalare che nel corso del Plenum straordinario del 24 febbraio, non è stata trattata la pratica relativa al conferimento dell’incarico di Procuratore di Trani, calendarizzata in via d’urgenza stante una sollecitazione ufficiale alla copertura dell’incarico proveniente dal Procuratore Generale di Bari, con nota ampiamente motivata. Ha chiesto, infatti, rinvio la consigliera Braggion, come d’altronde era nella sua facoltà a termini di regolamento. Dispiace, però, constatare che non siano state tenute nel debito conto le esigenze dell’ufficio che, a nostro giudizio, avrebbero imposto l’adozione di una delibera di pronta soluzione, per la copertura di un ufficio requirente particolarmente delicato, dove era stata formulata dalla Commissione una proposta unanime in favore dell’aspirante che aveva adito il giudice amministrativo per far valere le sue ragioni.

È stata, infine, deliberata la revoca del bando di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Cosenza, stante il rientro in ruolo del magistrato uscente, dottoressa Manzini, ricollocata presso l’ufficio di provenienza.

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Su proposta della VII Commissione è stato approvato un interpello straordinario per applicazione extradistrettuale a Catanzaro, in ragione delle difficoltà organizzative che l’Ufficio sta affrontando e a cui, soprattutto, dovrà far fronte nel settore penale all’esito delle misure cautelari applicate, e del prosieguo in sede preliminare e dibattimentale degli esiti delle indagini compiute nella inchiesta Rinascita-Scott.

Invitiamo ognuno di voi a valutare con attenzione la possibilità di offrire la propria esperienza per sostenere in questo difficile passaggio i colleghi calabresi.

L’emergenza in atto, cui contribuiscono la scopertura dell’organico, il suo sottodimensionamento, il turnover che caratterizza questo come molti uffici calabresi, hanno, in ogni caso, indotto la Settima Commissione a fissare una seduta in loco martedi  4 Febbraio per poter ascoltare i colleghi e i dirigenti degli uffici giudicanti di Catanzaro e far sentire la vicinanza del Consiglio

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I lavori di Commissione

In Seconda Commissione è stata approvata all’unanimità una modifica dell’art.28 del regolamento di contabilità del Consiglio in tema di nomina dei magistrati collaboratori. Il nuovo testo prevede: un interpello ogni due anni tra tutti i colleghi; una selezione, tra coloro che hanno manifestato disponibilità, da parte di una Commissione tecnica composta dal Vice-segretario generale del CSM da un magistrato dell’Ufficio studi e da un magistrato componente della Segreteria, sì da formare un elenco dal quale le Commissioni possano attingere; la durata massima di sei mesi, rinnovabili fino a quattro volte (dunque massimo due anni), dell’incarico.

In Quinta Commissione, all’unanimità, sono state deliberate le proposte per gli incarichi di Procuratore di Piacenza in favore della dott.ssa Grazia Pradella, di Presidente della Sezione lavoro della Corte d’Appello di Brescia in favore del dott. Antonio Matano e di Presidente di Sezione civile del Tribunale di Lodi in favore della dott.ssa Elena Giuppi.

Due diverse proposte sono state, invece, avanzate per la Presidenza del Tribunale di Lecce: in favore del dott. Roberto Giuseppe Tanisi hanno votato i consiglieri Mancinetti, Suriano e Cerabona; in favore del dott. Alessandro Silvestrini si sono pronunciati i consiglieri Micciché, Davigo e Benedetti.

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La settimana prossima sarà “bianca” e ci aspetta l’inaugurazione dell’anno giudiziario nei diversi distretti: Elisabetta Chinaglia sarà a Catanzaro, Alessandra Dal Moro sarà a Trieste, Ciccio Zaccaro sarà a Bari e Mario Suriano sarà a Roma.

Vi salutiamo augurando a tutti una buona settimana ... Vi racconteremo…!

 

Alessandra, Ciccio, Giuseppe, Elisabetta, Mario.