LUGLIO
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Diario dal Consiglio del 26 luglio 2019

Rendiamo omaggio con grande rispetto al prof. Carlo Federico Grosso, scomparso il 24 luglio. Oltre ad essere un avvocato penalista tra i più noti ed apprezzati, quale Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura tra il 1996 e il 1998, in un periodo estremamente difficile, difese sempre con fermezza ed alto senso istituzionale l’indipendenza della magistratura.

Anche pochi giorni fa, intervistato sulle note drammatiche vicende che hanno coinvolto il Consiglio, esprimeva il timore che il loro inevitabile riverbero, sull’immaginario collettivo, a danno di tutta la magistratura, potesse “aprire la strada a riforme contro la magistratura e la sua indipendenza” e, commentando le proposte di riforma della legge elettorale, osservava come “affidare alla sorte la selezione dei consiglieri del CSM sarebbe un rischio fortissimo perché si potrebbero mandare lì persone del tutto inadeguate sotto il profilo tecnico e culturale”.

Salutiamo, un uomo colto, attento al valore della giurisdizione ed alle istanze della società civile, emblema di quell’avvocatura con cui vorremmo costruire insieme le riforme necessarie a migliorare la risposta di giustizia che i cittadini si attendono.

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È il nostro ultimo Diario di questo primo anno di consiliatura.

Siamo davvero stanchi, anche perché in soli quattro giorni (giorni che si sbriciolano come fossero una manciata di minuti) abbiamo affrontato così tante pratiche e decisioni (non poche assai complesse e delicate) che è difficile proporne un sunto che non rischi di essere carente o, all’opposto, pedante.

 

Quanto al Plenum di mercoledì, segnaliamo:

a) Su proposta della Prima Commissione è stata revocata con decisione unanime l’autorizzazione all’incarico di presidente del Comitato di sorveglianza delle società del gruppo “Condotte d’acqua Spa”, assegnato al dott. Paolo Fraulini dal ministero dello sviluppo economico; la ragione fondamentale della revoca – anche a prescindere dall’entità del compenso (giunto "attualmente a 147.600 euro, ma di particolare rilievo sin dal momento in cui l’incarico è stato autorizzato") che pregiudica l’immagine d’imparzialità della funzione, e del gravoso impegno orario "ben superiore" al limite delle 80 che costituisce la soglia di salvaguardia delle preminenti esigenze di servizio – è costituita dal fatto che l’attività in questione, per sua natura è tra quelle che possono essere esercitate da liberi professionisti, e perciò interdette ai magistrati, alla luce delle norme primarie e secondarie (art.16 O.G. e 3.5 della circolare sugli incarichi extragiudiziari) a meno che non sia la legge, in determinati casi, a prevederne la possibilità. La Prima Commissione ha disposto, inoltre, un monitoraggio onde verificare quali altri incarichi di questo genere sono stati in passato autorizzati.

 

b) Su proposta di Terza Commissione:

 

c) Su proposta della Quarta Commissione una pratica relativa alla richiesta di aspettativa per motivi di famiglia avanzata dal Cons. Criscuoli. Pur trattandosi di pratica segretata riteniamo doveroso, per ragioni di trasparenza, darne comunque conto, omettendo ogni riferimento agli aspetti contenenti dati sensibili. Il Cons. Criscuoli, che non partecipa alle attività del Consiglio dall’inizio di giugno, ha presentato istanza di aspettativa per ragioni di famiglia dal 5 al 31 luglio, senza retribuzione e decorso di anzianità. La Commissione aveva proposto all’unanimità di accogliere la domanda. In plenum alcuni componenti laici hanno chiesto il ritorno della pratica in Commissione rilevando una incompatibilità dell’istituto dell’aspettativa con lo status di componente di un organo di rilevanza costituzionale, status non equiparabile al rapporto di servizio di un dipendente pubblico. Abbiamo ritenuto fondate sul piano giuridico le ragioni esposte dai consiglieri intervenuti e quindi abbiamo votato a favore del ritorno in commissione della pratica. Allo stesso tempo abbiamo, però, evidenziato il gravissimo imbarazzo per l’istituzione consiliare derivante da questa situazione. L’istituto dell’autosospensione non ha alcun fondamento giuridico e poteva essere utilizzato nella primissima fase dai consiglieri coinvolti nella vicenda al solo fine di assumere le loro determinazioni, anche alla luce di una responsabilità politica che, infatti, li ha indotti a scelte delle quali abbiamo dato atto. Riteniamo che il tempo dell’attesa sia ampiamente scaduto e che il Cons Criscuoli abbia il dovere di assumersi nei confronti della magistratura e del paese la responsabilità politica di una scelta, sì da consentire a tutti noi di assumere le conseguenti determinazioni sul piano politico e istituzionale.

 

d) Le nomine decise su proposta della Quinta Commissione.

 

e) Su proposta della Settima commissione:

 

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Venendo ai lavori di Commissione ci pare importante riferirvi che:

In relazione all’incarico semidirettivo di Presidente di Sezione Civile del Tribunale di Brescia, sono state deliberate 2 proposte. La prima in favore di Enrico Consolandi (votanti Suriano, Basile, Davigo, Mancinetti), la seconda in favore di Elda Geraci (votanti Gigliotti, Micciché).

Sono state poi riesaminate le pratiche relative al conferimento degli uffici semidirettivi di Presidente di Sezione Penale del Tribunale di Milano, bandite in costanza del vecchio Consiglio. Le proposte originarie “ritornate in commissione” hanno subito un supplemento istruttorio sussistendo la necessità di attendere la definizione di una pratica di Settima Commissione aperta a seguito di un deliberato della Commissione di vigilanza del Consiglio Giudiziario di Torino concernente lamentate disfunzioni presso il Tribunale di Novara.

All’esito, la Commissione ha avanzato due distinte proposte per uno dei due posti a concorso: una proposta di maggioranza in favore di Fabrizia Pironti di Campagna (votanti Gigliotti, Suriano, Basile, Davigo, Mancinetti), una proposta di minoranza in favore di Elisabetta Canevini (votante Micciché).

Per il secondo posto la Commissione ha proposto all’unanimità Maria Luisa Balzarotti.

Si è proceduto, poi, a deliberare la proposta di Vincenzo D’Onofrio quale Procuratore Aggiunto di Avellino, stante l’annullamento della precedente nomina del magistrato su ricorso del collega Carlo Fucci, al quale nelle more è stato conferito l’incarico di Procuratore della Repubblica di Isernia.

Infine, la Commissione ha esaminato la pratica di conferma del Procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, pratica che è andata incontro ad alterne vicende. All’esito del ritorno in istruttoria su delibera del Plenum, su detta pratica la Commissione si è “spaccata”, formulando accanto alla proposta di conferma (votata anche da noi) anche una diversa proposta di non conferma del magistrato nell’incarico.

Il Ministro della Giustizia ha negato il proprio concerto alla conferma.

Riesaminata nuovamente la pratica all’esito del concerto del Ministro, abbiamo ritenuto, di votare a favore della non conferma del magistrato previa espunzione dalla motivazione della relativa proposta delle censure concernenti l’attività giudiziaria della Procura di Arezzo in ordine alla vicenda della Banca Etruria che erano contemplate nella originaria proposta. Nel rispetto del principio di leale collaborazione tra CSM e Ministro della Giustizia, la proposta di conferma, mantenuta dal solo consigliere Mancinetti, sarà trasmessa al Ministro.

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In Terza Commissione ci sono state due proposte per sostituto DNA. La prima (Benedetti, Cerabona, Ciambellini, Pepe e Zaccaro) per i colleghi Sparagna, Gatti e Maresca. La seconda (Braggion) per i colleghi Piscitello, Sparagna e Gatti.

Su questa decisione, che avevamo preventivamente affrontato e discusso nella abituale riunione “di programma” che facciamo ogni settimana, ci siamo divisi.

Ciccio ha ritenuto di votare la proposta di maggioranza per le seguenti ragioni: valorizzare chi fra i tanti aspiranti avesse maturato il massimo della permanenza in DDA e avesse svolto tale esperienza in epoca prossima; v’erano, infatti, alcuni ottimi candidati che, per importanti - più o meno lunghi - impegni fuori ruolo o perché in Procura Generale hanno cessato da tempo (o interrotto) l’esperienza requirente in DDA; valorizzare, in conformità alle funzioni richieste di sostituto procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo, chi nella propria carriera ha avuto significative esperienze in entrambi gli ambiti, per indagini svolte od inserimento nei relativi dipartimenti. La scelta, a suo parere, era ricaduta su chi, alla luce della documentazione prodotta, aveva maturato una lunga e impeccabile esperienza giurisdizionale negli ambiti richiesti dalla legge; ed aveva l’ulteriore pregio di portare in Procura Nazionale colleghi già impegnati in indagini su fenomeni malavitosi (la mafia garganica, la mafia foggiana, le infiltrazioni della Ndrangheta al Nord) di solito sottovalutati.

Consapevole del fatto che il resto del nostro gruppo aveva espresso un dissenso in relazione al collega Maresca, ha comunque ritenuto che, valutato il suo curriculum, non vi si potessero rinvenire elementi negativi (essendo, peraltro, tra i pochissimi ad essersi occupato sia di antimafia che di antiterrorismo). Nemmeno la circostanza che in alcune captazioni, riportate dalla stampa anche la mattina del voto in commissione, altri avessero parlato di lui come candidato “da portare” in DNA per rinforzare la componente del gruppo di Unicost gli è parsa sufficiente per escluderlo, tanto più in difetto di alcuna contestazione sul merito del collega. Invero, assieme al collega Gatti, in occasione degli ultimi concorsi per DNA, gestiti dal precedente consiglio, aveva raggiunto - con voto unanime- il punteggio più alto dopo quello riportato dai colleghi allora proposti.

Noi abbiamo preso atto delle ragioni esposte da Ciccio ma, come già avevamo rilevato nel corso della riunione, riteniamo, in particolare con riferimento al dott. Maresca, che ci fossero altri candidati con esperienza professionale ben maggiore, che potevano vantare caratteristiche analoghe, se non superiori, sul piano attitudinale. Ad esempio il dott. Amelio ha una esperienza risalente nella DDA di Palermo ma ha una robusta, recente e significativa esperienza nella materia del terrorismo. Il dott. Scarfò ha una lunghissima esperienza in DDA prima a Palermo e poi a Napoli, ed è dal 2017 nel gruppo antiterrorismo. Anche il dott Ardituro, più giovane dei primi due, ma più anziano del dott Maresca può vantare esperienze investigative in materia di criminalità organizzata di gran lunga più significative, dovendosi a nostro avviso guardare non solo alla durata dell’incarico ma anche alla qualità dell’attività svolta e ai risultati conseguiti. Peraltro, il criterio selettivo dei dieci anni in DDA non è previsto né dalla circolare né dal bando e non appare congruente rispetto a candidati con lunga esperienza in antiterrorismo.

Inoltre, quanto al dott Maresca, avevamo obiettato che sussisteva una criticità relativa ai contenuti di alcune intercettazioni trasmesse dalla Procura di Perugia nelle quali la nomina del dott Maresca alla DNA veniva caldeggiata in quanto necessaria a riequilibrare il peso della corrente di Unicost all’interno di quell’Ufficio.

Queste valutazioni di merito avrebbero imposto, secondo noi, una scelta diversa.

Siamo convinti che il dott Gatti abbia tutti i requisiti per essere nominato e riteniamo anche che sia stato ingiustamente pretermesso in precedenti concorsi, ma riteniamo che la sua nomina andasse sostenuta convintamente sulla base di ragioni di merito senza necessità di ricercare ad ogni costo convergenze che rischiano di compromettere l’immagine del consiglio.

Infatti, come abbiamo sottolineato nella discussione interna, la scelta di sostenere una proposta che contempla un profilo recessivo rispetto a plurimi aspiranti più meritevoli, si presta oggettivamente, anche considerando la complessiva lettura della proposta, ad essere interpreta come funzionale alla ricerca di una convergenza basata su criteri diversi da quelli del merito. Insomma, un accordo spartitorio, di quelli che in campagna elettorale ci eravamo impegnati a rifiutare sempre e comunque.

Tanto più dopo le drammatiche vicende che hanno di recente investito il Consiglio, siamo convinti che tutti noi abbiamo il dovere di dare all’esterno un’immagine diversa delle scelte consiliari, rendendo chiaro e visibile il netto e radicale abbandono di ogni logica di appartenenza.

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Con queste ultime riflessioni, che crediamo debbano far maturare sempre più dentro noi tutti una diversa consapevolezza di “fare” ma anche di “essere”, in modo diffuso, governo autonomo, vi salutiamo e vi auguriamo vacanze serene e ristoratrici…

 

Buon lavoro e buona settimana... Vi racconteremo…!

Ale, Ciccio, Giuseppe, Mario