MAGGIO
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Diario dal Consiglio del 3 maggio 2019

La festa del Primo Maggio è una festa della Repubblica e della Costituzione, che indica nel lavoro un fondamento di civiltà, condizione di autentica libertà personale, di autonomia delle persone nella costruzione del proprio destino (…) La società moderna deve molto alla crescita del mondo del lavoro. Una crescita di civiltà, non soltanto di ricchezza. I diritti del lavoro, sorti nella contrattazione, sono divenuti diritti universali e hanno plasmato un modello di Stato sociale che, via via, ha rafforzato le misure generali per l’assistenza, il bisogno, la malattia, la vecchiaia. Questo sistema di diritti, che mette al centro la persona, si chiama Europa.”

Sergio Mattarella, 1° maggio 2019

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Tra le pratiche discusse nel Plenum di martedì 30 aprile ne segnaliamo tre in particolare:

a) L’autorizzazione ad una collega in servizio presso la Corte di Cassazione, Ufficio del massimario, all’espletamento di un incarico extragiudiziario quale “Componente del comitato di esperti costituito all’interno dell’Ufficio del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell’art. 8 del DPCM 1 ottobre 2012 attuativo della legge n. 400/88” e consistente “nell’espressione di pareri giuridici al Presidente del Consiglio dei Ministri su specifiche complesse questioni, ai fini della predisposizione degli atti normativi di natura primaria e secondaria promananti dai  diversi ministeri…” e “ nell’esame di problematiche di normazione primaria e secondaria presentate dai diversi ministeri, relative soprattutto al diritto processuale civile ed amministrativo al diritto della crisi d’impresa al diritto tributario anche con riferimento ad aspetti unionali”.

In Prima Commissione la proposta di autorizzazione era stata approvata a maggioranza con il solo voto contrario di Alessandra.

A prescindere dall’indiscusso valore professionale della collega, stimata ed apprezzata anche per l’impegno associativo (essendo stata eletta nella lista di AreaDG quale componente del Consiglio Giudiziario di Roma per il mandato 2012-2016), abbiamo espresso voto contrario all’autorizzazione.

Lo stretto rapporto fiduciario con il Presidente del consiglio dei Ministri, la durata, l’impegno e anche la remunerazione (40.000 euro annui), a nostro parere, rendevano l’incarico non compatibile con la permanenza in ruolo del magistrato, in quanto determinavano una commistione non coerente con una chiara separazione tra il potere esecutivo e quello giudiziario, principio costituzionale fondativo della Repubblica e ratio della stessa legge Severino, che ha inteso salvaguardare detto principio sotto diversi profili: dalla precisa delimitazione dei tempi del collocamento fuori ruolo dei magistrati ordinari, alla previsione, appunto, del necessario collocamento fuori ruolo dei magistrati che intendano assumere incarichi che possano incidere negativamente anche solo sull’apparenza dell’esercizio imparziale ed indipendente delle funzioni giudiziarie.

L’art.1 comma 66 della legge 190 del 2012, come modificato dal DL 24 giugno 2014 n. 90, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114 prevede, infatti, che “tutti gli incarichi presso istituzioni, organi ed enti pubblici, nazionali ed internazionali attribuiti in posizioni apicali o semiapicali, compresi quelli, comunque denominati, negli uffici di diretta collaborazione, ivi inclusi quelli di consulente giuridico, nonché quelli di componente degli organismi indipendenti di valutazione, a magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, avvocati e procuratori dello Stato, devono essere svolti con contestuale collocamento in posizione di fuori ruolo, che deve permanere per tutta la durata dell'incarico. È escluso il ricorso all'istituto dell'aspettativa”

La delibera, proposta dalla Prima Commissione, ha avuto 13 voti favorevoli (i 5 Consiglieri togati di Magistratura Indipendente, tre Consiglieri togati di Unicost (Grillo, Morlini e Spina) tre consiglieri laici - Benedetti Donati e Gigliotti – il Presidente e il Procuratore Generale della Cassazione e 5 contrari (noi quattro e il consigliere laico Michele Cerabona), mentre si sono astenuti i Consiglieri di Unicost Ciambellini e Mancinetti, i Consiglieri Davigo e Ardita di A&I, e i Consiglieri laici Cavanna e Basile.

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b) La discussione del Progetto organizzativo della Procura di Roma, oggetto di una proposta di presa d’atto senza rilievi formulata all’unanimità in Settima Commissione ed approvata dal Plenum all’unanimità, con l’astensione di Giuseppe.

La proposta è stata lungamente discussa in Settima Commissione alla luce dei rilievi formulati dal Consiglio giudiziario di Roma con riferimento in particolare alla assegnazione di incarichi di coordinamento agli ex procuratori aggiunti con parziale esonero dal lavoro giudiziario.

Alla fine la Commissione ha ritenuto che la circolare sulle procure non contiene disposizioni analoghe a quelle della circolare sulle tabelle in tema di conferimento di incarichi di collaborazione e di coordinamento e di esonero dal lavoro giudiziario, né ad esse richiama. Ha però convenuto, dandone atto nella proposta, sulla rilevanza delle questioni poste dal Consiglio Giudiziario e sulla necessità di rivedere sul punto la circolare.

Forse uno sforzo interpretativo più avanzato era possibile, ma abbiamo ritenuto di convergere sulla proposta di maggioranza in considerazione dell’importanza e delicatezza dell’Ufficio (soprattutto in questa fase di passaggio) e dell’impegno comune ad intervenire sulla circolare.

Nel suo intervento in plenum Giuseppe ha richiamato tale impegno, ricordando l’importanza della circolare sulle procure e dell’impegno dell’autogoverno per “avvicinare” il sistema di regole degli uffici di Procura a quello degli Uffici giudicanti, soprattutto con riferimento a quegli aspetti che non involgono la specificità degli Uffici di Procura e le particolari responsabilità del Procuratore. Le regole dettate dalla circolare sulle tabelle degli uffici giudicanti, che impongono l’interpello, ed un conseguente provvedimento motivato, per il conferimento di incarichi di collaborazione e di coordinamento e che vietano esoneri dal lavoro giudiziario per i destinatari di tali incarichi, rispondono esclusivamente a principi di buona amministrazione e di trasparenza dell’azione dei dirigenti e non vi è alcuna ragione per escluderne l’applicazione anche agli uffici requirenti. Nel dibattito in plenum tutti gli intervenuti hanno concordato sulla importanza dei temi posti e sulla necessità che, all’esito dell’analisi di tutti i progetti organizzativi oggi all’esame del CSM, si avvii una riflessione sulle possibili integrazioni alla circolare.

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c) La pratica di conferma del dott. Elisidoro Rizzo nelle funzioni di presidente di sezione penale della Corte d’appello di Torino.

In commissione abbiamo proposto la non conferma del dottor Rizzo in ragione di alcune criticità emerse nell'ambito della approfondita istruttoria eseguita anche dal consiglio giudiziario di Torino.

In sintesi, tali criticità sono state individuate: nell’assenza di sistematiche riunioni ex art. 47 quater OG; nelle modalità di redazione dei rapporti informativi, di fatto standardizzati; nelle deteriorate relazioni all’interno della sezione, compromesse dalla completa assenza di un dialogo tra il presidente di sezione e i consiglieri, tanto che quasi tutti i magistrati assegnati alla prima sezione penale della Corte di appello avevano ottenuto il trasferimento ad altre sezioni della Corte.

Le carenze accertate, a nostro avviso, sono apparse di rilievo, intaccando l’essenza di una funzione direttiva e semidirettiva intesa come “servizio”.

La valutazione ai fini della conferma, ai sensi degli art. 71 e 72 TU sulla Dirigenza, non si fonda, infatti, sul mero dato dell’efficienza del servizio, ma comporta una valutazione su un approccio alla funzione direttiva e semidirettiva nei rapporti con i colleghi non autoritario, sull’adozione di modalità trasparenti di esercizio delle prerogative, sulla capacità di valorizzare le attitudini dei singoli magistrati e di creare coesione. Nel caso di specie, se non erano in discussione i risultati raggiunti dal dott. Rizzo sotto il profilo dell’efficienza in senso stretto, intesa come produttività, viceversa i risultati sotto il profilo della capacità di valorizzare le attitudini dei magistrati e di gestione dei rapporti interni non potevano che essere considerati negativamente.

La proposta di conferma è stata approvata con 16 voti a favore, 4 contrari (noi) e due astenuti (il Cons. Cavanna e il Primo Presidente della Cassazione).

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Sempre nel corso del Plenum:

 

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In Quinta Commissione, è stato deciso alla unanimità di proporre Emma Avezzù come Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Torino e Michela Tamagnone come presidente del Tribunale di Vercelli.

 

Non è stata raggiunta l’unanimità delle altre pratiche affrontate dalla commissione.

In particolare, ci sembra il caso di segnalare quella relativa alla nomina di presidente di sezione penale del tribunale di Alessandria.

Alla proposta del relatore in favore della dottoressa Enrica Bertolotto, abbiamo deciso di contrapporre quella della dottoressa Maria Teresa Guaschino, vantando quest’ultima, a differenza della prima, un precedente periodo di esercizio di funzioni direttive (reggenza) e semidirettive come presidente di sezione penale del Tribunale di Vercelli (e come presidente f.f. del Tribunale di Vercelli), con ottimi risultati. Purtroppo, quello che, a nostro parere, era un esito pressoché scontato, non ha trovato riscontro in commissione in quanto a favore della proposta del relatore si sono espressi gli altri consiglieri Basile, Lepre e Gigliotti, astenuto Morlini.

 

Per quanto riguarda le altre pratiche in trattazione, per l’incarico di presidente di sezione civile della Corte d’Appello di Torino sono stati proposti Alfredo Grosso (votanti Suriano – relatore - e Gigliotti) e Vittoria Nosengo (votante il proponente Morlini), con ben tre astensioni (Davigo, Basile e Lepre); per l’incarico di presidente di sezione civile del Tribunale di Biella sono stati proposti Bruno Conca (Morlini – relatore - e Gigliotti) e Andrea Carli (Basile, Davigo, Lepre e Suriano); per l’incarico di presidente di sezione penale del Tribunale di Caltanissetta sono stati proposti Antonino Fallone (Davigo - relatore - e Suriano) e David Salvucci (Basile, Gigliotti, Lepre e Morlini).

In tutte queste pratiche, in particolare in quella di Alessandria, abbiamo cercato di attenerci esclusivamente alle regole dettate dal TU sulla dirigenza. Non siamo entusiasti sostenitori di quella circolare e, anzi, abbiamo chiesto di modificarla, ma riteniamo che le regole, finché ci sono, vadano rispettate e che decisioni in palese contrasto con i criteri della circolare espongano il CSM ad accuse di clientelismo e le sue decisioni al rischio di annullamento da parte del Giudice amministrativo. Sorprende che gruppi che hanno fatto del rispetto delle regole o dell’oggettività dei criteri di scelta dei dirigenti temi centrali della campagna elettorale oggi indirizzino le loro proposte al di fuori di ogni regola o parametro.

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Il Primo Maggio ha alleggerito il lavoro del Consiglio e Ciccio e Mario sono tornati a casa. Ale - che aveva l’impegno di supplente nella disciplinare - è rimasta a Roma, e, finalmente, è entrata nel cinema che le sta di fronte a casa, complici Giulia e Pina, per vedere un film che tutte e tre hanno giudicato coinvolgente e bellissimo…“Cafarnao - Caos e Miracoli”. Ci prepariamo a festeggiare plurimi compleanni la settimana prossima: Giuseppe e Giulia e Francesca (assistente di Giuseppe) sono nati lo stesso giorno…ed anche Mario ha appena compiuto gli anni; nessuno potrà sottrarsi agli amati riti

Buon lavoro e buona settimana... Vi racconteremo…!

Ale, Ciccio, Giuseppe, Mario