Area democratica per la giustizia è un’associazione di magistrati che sono convinti che la giurisdizione, come gli altri poteri dello Stato, debbano attuare non solo le norme ma anche i valori espressi nella nostra Costituzione. Il sistema del governo autonomo della magistratura, tutelando la autonomia e l’indipendenza dei magistrati, serve proprio a garantire la funzione che la Carta assegna alla giurisdizione. La magistratura ed il suo governo autonomo vivono un periodo difficile, schiacciati fra il revanscismo della politica e la difficoltà di fare giustizia nell’epoca dei “poteri selvaggi” che sfuggono alla sovranità nazionale e rispondono solo all’interesse di chi li esercita. Conosciamo i limiti ed i difetti del potere giudiziario e di chi lo amministra ma siamo certi che, se non ne fosse garantita l’autonomia ed l’indipendenza, le prime vittime sarebbero i cittadini più indifesi. Per ragionare su questi temi, ed anche altro, ospitiamo sul sito di Area DG una nuova rubrica, che sarà poi meglio strutturata nelle prossime settimane.
Giovanni Ciccio Zaccaro
Una breve riflessione su come e cosa studiano i magistrati oggi
Non solo la tecnica forma un buon magistrato
Per “riprendere la mano” in vista del rientro in ruolo e delle prime udienze, in questi giorni sto sfogliando uno di quei manuali che si usano per la preparazione al concorso. Ricchi, completi, aggiornati, densi di precisissimi rimandi e riferimenti preziosissimi, sia di giurisprudenza che di dottrina. Ma tecnici, asettici che al loro confronto l’Antolisei (L’Antolisei!!!) sembra un trattato di sociologia del diritto.
Consentono – forse – di superare il concorso ma formano ´solo´ tecnici del diritto e non giuristi consapevoli del loro ruolo nella società.
Perché fa differenza studiare il contratto sul Sacco o sul Roppo oppure solo sul Torrente o sul Gazzoni o sul Trimarchi.
Qualcuno di quelli che si preparano al concorso hanno mai letto di Baratta o Pulitanò? Hanno mai sfogliato un testo di criminologia di Ceretti o Merzagora? Sanno che non sa di diritto chi non lo intreccia con la sociologia, la storia, l’economia? Hanno mai sentito parlare di Michel Focault, Erving Goffmann, della scuola di Chicago? Che qualcuno ha riflettuto sui rapporti fra la pena e la struttura sociale e qualcun altro di come gli istituti di diritto privato sono connessi ad un preciso assetto economico?
Per superare il concorso occorre la tecnica.
In fondo basta studiare, studiare bene e tanto. E avere fortuna (io ne sono un caso evidente).
E poi? E poi come si riempie il vuoto? cosa restituisce il senso di essere oggi magistrati o comunque giuristi? il carrierismo spinto, figlio della frustrazione sociale delle professioni intellettuali?
Serve invece ridare ai magistrati smalto e consapevolezza del ruolo istituzionale.
Occorre formare oltre la tecnica.
Questa è la sfida, forse la più difficile per tutti noi.
Formare giuristi consapevoli, sia fra coloro i quali studiano per il concorso, sia fra coloro i quali l’hanno già vinto.
Sia chiaro quel che preoccupa non è la sola capacità dello jus dicere ma la (mancanza di) consapevolezza del ruolo costituzionale e sociale del magistrato senza la quale siamo tutti più facile preda del carrierismo, della megalomania o del narcisismo.
Il rischio di non studiare altro che il diritto (o di studiare il diritto come scienza avulsa dalle altre) è che la vittoria del concorso porti i magistrati ad autorappresentarsi come i sacerdoti delle norme, a chiuderli nelle loro convinzioni, a non fare crescere la giurisprudenza, a rimanere corporazione autoreferenziale.
Proprio quello che non serve al nostro Paese.
Giovanni Zaccaro
giudice Tribunale di Bari
3 aprile 2023
Area democratica per la giustizia è un’associazione di magistrati che sono convinti che la giurisdizione, come gli altri poteri dello Stato, debbano attuare non solo le norme ma anche i valori espressi nella nostra Costituzione. Il sistema del governo autonomo della magistratura, tutelando la autonomia e l’indipendenza dei magistrati, serve proprio a garantire la funzione che la Carta assegna alla giurisdizione. La magistratura ed il suo governo autonomo vivono un periodo difficile, schiacciati fra il revanscismo della politica e la difficoltà di fare giustizia nell’epoca dei “poteri selvaggi” che sfuggono alla sovranità nazionale e rispondono solo all’interesse di chi li esercita. Conosciamo i limiti ed i difetti del potere giudiziario e di chi lo amministra ma siamo certi che, se non ne fosse garantita l’autonomia ed l’indipendenza, le prime vittime sarebbero i cittadini più indifesi. Per ragionare su questi temi, ed anche altro, ospitiamo sul sito di Area DG una nuova rubrica, che sarà poi meglio strutturata nelle prossime settimane.
Giovanni Ciccio Zaccaro