Programma
Premessa
L’associazionismo giudiziario e l’intera magistratura stanno vivendo una crisi di legittimazione e di credibilità senza precedenti, che colpisce l’aspettativa di giustizia dei cittadini e rischia di far smarrire il senso del nostro impegno quotidiano di magistrati.
A questa situazione dobbiamo trovare la forza di reagire: lo dobbiamo fare come gruppo, come singoli magistrati e, soprattutto, come ANM, proseguendo nel percorso di rivisitazione critica, collettiva e individuale già avviato e facendoci promotori di una nuova fase dell’associazionismo e dell’autogoverno. Una fase di riscatto e ricostruzione in cui tutti i magistrati partecipino alla vita delle nostre associazioni e istituzioni; in cui la nostra intera comunità, unita pur nella diversità delle posizioni culturali, decida di ripartire da una piattaforma comune di valori che possano dare nuova autorevolezza all’ANM e alla magistratura.
Una grande sfida che dobbiamo cogliere e alla quale non possiamo sottrarci: si gioca una partita che riguarderà l’assetto della magistratura negli anni a venire. Dobbiamo essere in grado di scongiurare le riforme di tipo punitivo, da più parti proposte, suscettibili di attentare gravemente alla nostra indipendenza e autonomia: tra queste, da ultimo, il sorteggio nelle elezioni del CSM, la separazione delle carriere, lo stravolgimento della sezione disciplinare del CSM.
Per questo abbiamo bisogno che l’ANM rafforzi il proprio ruolo di interlocutore autorevole e credibile e prosegua nel percorso di ricostituzione etica, portato avanti sotto la presidenza di AreaDG, recuperando il patrimonio di principi e valori che le è proprio e facendone seria e coerente applicazione nell’agire quotidiano.
Perciò è importante che tutti i gruppi associativi recuperino spinta ideale e capacità di elaborazione culturale; riaffermino la loro forza aggregante sulla base di idee guida e di una propria visione del ruolo e della funzione del magistrato; contrastino severamente ogni forma di degenerazione fatta di potentati interni, logiche di clientela, spartizioni e sponsorizzazioni, ambizioni carrieristiche personali, abuso di discrezionalità nell’applicazione della normativa ordinamentale.
Ci attende una stagione di duro impegno a tutela della giurisdizione e dei diritti ed è quanto mai urgente intraprendere un forte e coraggioso progetto riformatore che, partendo dalla questione morale, sappia inverare l’osservanza dell’etica in ogni momento e in ogni aspetto dell’attività del magistrato e dell’autogoverno e veda l’ANM quale protagonista nell’interlocuzione con il CSM e con le Istituzioni.
Collaboreremo lealmente con l’ANM e con tutti i gruppi associativi che mostreranno una sincera disponibilità al cambiamento, avanzando le nostre proposte e vagliando quelle altrui, coinvolgendo tutti i magistrati, a partire dalle nuove generazioni, in un’operazione di forte rilancio dell’associazionismo giudiziario, per rifondare un sentimento di affezione e di fiducia dei magistrati verso l’ANM.
Siamo consapevoli che, per essere credibili, mai come in questo momento, non basta parlare di principi con parole importanti, richiamare a voce alta i valori del nostro codice etico, affermare di voler respingere i condizionamenti della politica, ergerci ad esempio fedele del compito assegnatoci dalla Costituzione. Sappiamo bene che le prassi degenerative che hanno determinato la crisi della magistratura non sono state causate solo da fattori esterni. Ma siamo convinti che proposte concrete, chiare e verificabili troveranno tanto più immediata e coerente applicazione, quanto più saranno il frutto di un’elaborazione condivisa, il risultato di una sintesi democratica del pluralismo di idee che nell’ANM deve continuare a trovare la massima espressione.