Esprimiamo grande soddisfazione per il risultato delle elezioni del CSM che ci ha consentito di ottenere l’affermazione dei candidati di AreaDG in sei collegi su sette e che, soltanto per una manciata di voti, non ci ha portato al conseguimento anche dell’ultimo obiettivo.
Si tratta di un ottimo risultato, che abbiamo raggiunto nonostante una pesante scissione interna e una campagna elettorale punteggiata da eccessi di spunti polemici ai nostri danni, pervenuti da più fronti, ai quali non abbiamo voluto replicare, pur avendo abbondanza di argomenti, nella consapevolezza che la trasparenza e la democraticità del percorso di designazione dei candidati, l’elaborazione del gruppo sui temi culturali, professionali ed etici e l’eccezionale qualità dei candidati avrebbero offerto agli elettori le migliori risposte.
Ed effettivamente i nostri candidati hanno saputo ben rappresentare agli elettori, oltre al loro patrimonio personale e professionale di credibilità e di impegno, i valori del gruppo elaborati in questi anni di lavoro corale sui temi della giurisdizione, delle riforme, dell’ordinamento giudiziario e del recupero etico.
Ringraziamo pertanto Antonello Cosentino, Maurizio Carbone, Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Tullio Morello, Genantonio Chiarelli e, con un accento di particolare affetto e riconoscenza, Beatrice Secchi, Emilia Conforti e Mario Palazzi: il loro impegno è stato determinante per il risultato conseguito dal gruppo ed assume per noi un’importanza maggiore del risultato da loro conseguito.
Ci attende un periodo difficile, nel quale l’attesa di tutta la magistratura per un effettivo rinnovo e rilancio di credibilità dell’istituzione consiliare sembra doversi collocare in un clima di rinnovata ostilità ed insofferenza per l’autonomia ed indipendenza della magistratura che il CSM è chiamato a garantire e rafforzare.
Questo quadro generale rafforza il nostro impegno a sostegno dei consiglieri eletti per AreaDG e dell’intera istituzione, affinché si garantisca il buon governo della magistratura e la conservazione del modello costituzionale di giurisdizione e di magistratura.