La frontiera del diritto e il diritto della frontiera
Lampedusa, 9-10 novembre 2019
Aeroporto - Salone Congressi
Intervista a Cristina Ornano pubblicata su Il Manifesto
Promosso da Area democratica per la giustizia e dall’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, il convegno che si è svolto a Lampedusa è nato da un’idea maturata in luglio, quando è stato bloccato l’accesso ai porti italiani alle navi delle Ong – e perfino della Guardia Costiera – che avevano effettuato salvataggi dei naufraghi. Proprio in quei giorni si è deciso dunque di promuovere una nuova edizione del convegno che Magistratura democratica, Medel e Movimento per la giustizia-Art.3 organizzarono l’11 e il 12 settembre 2009, intitolato appunto “La frontiera del diritto e il diritto della frontiera”.
La qualità dei relatori e dei loro interventi ha fornito spunti di riflessione di grande interesse che saranno condensati in un documento conclusivo in corso di elaborazione.
In apertura il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello, ha ricordato che “per troppo tempo si è parlato di immigrazione andando avanti a colpi di slogan spacciati per leggi” mentre “bisogna parlarne senza riferimenti costanti alla paura perché generano solo odio e divisione”.
Dopo l’introduzione del presidente di AreaDG, Cristina Ornano, e del presidente dell’Asgi, Lorenzo Trucco, si sono succeduti molteplici interventi di accademici, politici, giuristi, avvocati, giornalisti, magistrati e militari che hanno affrontato il tema delle migrazioni da punti di vista differenti, senza mai trascurare il riferimento al quadro normativo e ai principi costituzionali e convenzionali.
Ricordiamo tra gli altri quello di Armando Spataro, già procuratore della Repubblica di Torino, secondo il quale , “il Governo ancora non ha affrontato, al netto degli annunci fatti, una decisa revisione di molte inaccettabili previsioni contenute nei Decreti sicurezza” ed è auspicabile, invece, “che si affermi quanto prima il dovuto rispetto dei valori costituzionali” richiamati anche dal Presidente della Repubblica nei suoi messaggi alle camere. Spataro ha ricordato l’impegno per l’integrazione portato avanti prima a Milano e poi a Torino come Procuratore, con la creazione di un team di sostituti dedicati al tema e la direttiva da lui promossa per velocizzare le procedure per la domanda d’asilo e i reati motivati da odio razziale e etnico-religioso. Avendo contribuito all’organizzazione del convegno Spataro ha voluto spiegare che “questa iniziativa nasce per l’amore che sentiamo verso i principi costituzionali. Come giuristi – ha concluso – dobbiamo ritrovare l’unità sul tema dell’immigrazione, scegliendo di procedere in difesa dei diritti fondamentali delle persone. Come cittadini italiani ed europei dobbiamo richiamare al dovere tutti i paesi comunitari, dicendo no all’ingiustificato blocco delle frontiere e all’ingiustificata politica di chiusura dei porti verso le Ong che, al contrario, dovremmo ringraziare per la loro azione di salvataggio di esseri umani”.
Pietro Bartolo, vicepresidente della commissione Libertà civili, Giustizia e Affari interni del Parlamento europeo, ha sostenuto che “gli accordi con la Turchia e la Libia sono solo una fetta delle politiche, europee e nazionali, che negli ultimi anni sono state volte a ‘respingere’ e sono accordi scellerati”. Secondo l’europarlamentare, poi, “nell’Ue esiste ancora molta resistenza ed è ancora grande la delusione per la bocciatura, durante la scorsa sessione plenaria, della risoluzione sul servizio di ricerca e salvataggio a cui avevamo tanto lavorato. Una risoluzione contro la criminalizzazione di chi salva vite in mare e per i ricollocamenti in tutti gli stati di quanti, disperatamente, arrivano in Europa. Continueremo – ha concluso – a chiedere un approccio europeo al tema dei migranti e a lottare contro la criminalizzazione di chi salva esseri umani”.
Lorenzo Trucco ha voluto porre l’attenzione sul tema dei diritti umani che ha definito “la vera conquista del Novecento” e ha ricordato che quei diritti stanno subendo oggi “un attacco durissimo”. Trucco, poi, ha posto l’accento sugli hot-spot “strutture dove le persone sono private della loro libertà e che non hanno formale base giuridica”, e sui Decreti sicurezza che hanno abolito la protezione umanitaria: “una scelta devastante – ha detto – che ha significato lo smantellamento del sistema d’accoglienza”. Il presidente dell’Asgi, infine, ha preso posizione sugli accordi internazionali al centro del dibattito politico più recente: “L’accordo Ue-Turchia e il Memorandum con la Libia – ha ricordato – sono intese stipulate con paesi la cui cultura dei diritti umani è zero”.
Il delicato lavoro del PM rispetto al tema dell’immigrazione è stato analizzato da Luigi Patronaggio, procuratore della Repubblica di Agrigento. “L’ufficio che rappresento – ha spiegato – ha cercato in questi anni di coniugare l’esigenza di contrastare i mercanti di esseri umani e di morte, l’esigenza di rispettare la legge con il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti e della legalità da parte di chiunque intervenga in questa materia”. Secondo Patronaggio, “la politica dei porti chiusi non si basa su alcuna norma positiva, ignora il diritto del mare, il diritto internazionale e molte convenzioni e direttive. Ma lo slogan dei porti chiusi – ha concluso – si pone molte volte anche in contrasto con le norme del codice penale, in particolare quelle che riguardano lo stato di necessità”.
“Superare la politica dei porti chiusi; ripristinare il permesso di soggiorno per motivi umanitari e consentire la registrazione anagrafica ai richiedenti asilo; riattivare il sistema di accoglienza degli Sprar”. Così Eugenio Albamonte, segretario di AreaDG ha delineato le proposte emerse dal convegno. “Si deve avviare – ha spiegato – una nuova strategia di pattugliamento per il salvataggio delle vite umane in mare; realizzare una seria azione internazionale di contrasto al traffico di esseri umani; elaborare un accordo per dar vita ad una rotazione dei porti sicuri a livello europeo; superare gli hot spot e pensare ad una forza di interposizione nei centri-lager; verificare il reale rispetto dei diritti umani da parte dei Paesi con cui vengono sottoscritti accordi e memorandum”. Più in generale, ha concluso, “bisogna interrompere la sovrapposizione del tema dell’immigrazione, che è tema sociale, con quello della politica criminale e della sicurezza. Va fatta una contro narrazione su questo, perché non esiste un’emergenza migrazione e non esiste un’emergenza criminalità collegata ai migranti”.
Luciana BREGGIA (magistrato)
Realizzazione
Rosa AGOSTINO, Luciana BREGGIA, Sabina CESARONI e Laura CORSARO