Le mafie restituiscono il maltolto
La campagna nazionale "Le mafie restituiscono il maltolto" iniziò nel 1995 per far approvare la legge n.109/96 sul riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie. Il coordinamento nazionale di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie raccolsepiù di un milione di firme in tutta Italia per arrivare il più velocemente possibile a quella che si è dimostrata una grande conquista di democrazia e di civiltà. Far diventare i beni confiscati da beni esclusivi in mano a pochi, a beni inclusivi, a disposizione di una comunità.
Da un recente censimento – in costante aggiornamento – risultano più di seicento le associazioni, le cooperative insieme a tante altre realtà sociali che, insieme alle amministrazioni pubbliche, hanno usufruito delle opportunità offerte dalla legge del 1996, in termini di inclusione e servizi alle persone, di reinserimento lavorativo, di formazione e aggregazione giovanile, di rigenerazione urbana, di tutela ambientale e promozione della cultura e del turismo.
Dimostrando nei fatti che la legalità conviene.
L'elevato numero dei sequestri e delle confische per i delitti di associazione mafiosa, di corruzione e di criminalità economica e finanziaria (ultimi in ordine di tempo di approvazione i delitti ambientali e il caporalato) – grazie all'azione della magistratura e delle forze di polizia – impone però il superamento delle criticità ancora esistenti. Sono tanti, infatti, i beni immobili e aziendali non destinati e/o non effettivamente restituiti alla collettività.
Risulta quindi necessaria la rapida approvazione di correttivi al Codice delle leggi antimafia relativi all'organizzazione ed al funzionamento dell'Agenzia nazionale, alle procedure di gestione dei beni sin dalla fase del sequestro, alla trasparenza e rotazione nella nomina degli amministratori giudiziari ed alla tutela dei lavoratori nelle aziende sottratte al controllo mafioso che rischiano di chiudere e fallire. A questo proposito, vi è un disegno di legge approvato dalla Camera e ancora in discussione al Senato (AS 2134). Anche la Fondazione con il sud ha presentato le sue proposte nel luglio scorso.
Ad oggi è diventato operativo un fondo di garanzia per l'accesso al credito e un fondo di agevolazione per gli investimenti, previsti dal decreto del Ministero sviluppo economico del 4 novembre scorso che stanzia 10 milioni di euro annui e prevede tra i beneficiari le cooperative sociali assegnatarie dei beni. Si tratta del primo strumento pubblico di sostegno finanziario introdotto a distanza di 21 anni dall'approvazione della legge 109.
La legge di bilancio del 2017 ha introdotto, altresì, la strategia nazionale per la valorizzazione dei beni e delle aziende confiscati alla criminalità organizzata che l'Agenzia nazionale dovrà predisporre in collaborazione con il Dipartimento per le politiche di coesione, le Regioni e gli enti locali.
La prossima agenda della rete associativa territoriale di Libera prevede la promozione di percorsi formativi, di laboratori di progettazione partecipata e monitoraggio civico, al fine di facilitare l'accesso alle informazioni sui beni, accrescere le competenze e di poter migliorare la qualità di interventi capaci di generare valori e sviluppare relazioni virtuose nella società, nell'amministrazione e nell'economia del nostro Paese.
Potremo allora insieme continuare a scrivere e raccontare storie di impegno quotidiano di giovani, di donne e uomini, custodi – insieme alla testimonianza dei familiari - della memoria delle vittime innocenti della violenza criminale e mafiosa.