Il governo, le famiglie, i minori ed il Csm
Candidato nella categoria magistrati giudicanti di merito
Il Contratto di governo, presupposto programmatico del governo Lega-5stelle, poco dice sulla giustizia civile (nulla sulla Corte di Cassazione... grande malata) e tace sul tema dei diritti.
In materia di persone e famiglia, emerge poi una visione tutta adultocentrica (si veda, per esempio, l’attenzione al “diritto” di ciascun genitore separato ad avere con se’, per pari tempo, il figlio, disinteressandosi della volontà e dell’interesse dei minori).
Preoccupano, infine, le dichiarazioni del ministro alla famiglia che nega l’esistenza delle famiglie arcobaleno. Comunque la si pensi sul tema, i legami familiari fra persone dello stesso sesso e la omogenitorialita’ sono fatti che sempre più si affermano nella società italiana. Negarne l’esistenza, significa privare di regolamentazione quello che già e comunque esiste.
Significa anche svilire il lavoro dei giuristi e dei tribunali che, negli anni, hanno trovato soluzioni equilibrate e sempre prese nell’interesse del minore.
Significa imporre un punto di vista ideologico alle parti che rivendicano i diritti in tribunale ed ai giudici che cercano di tutelare i diritti con le sentenze.
Anche per questo il futuro Csm deve essere forte ed autorevole. Lo deve essere per difendere l’indipendenza e l’autonomia della giurisdizione, sopratutto nell’interesse dei cittadini nel cui nome e’ esercitata.
Deve esserlo anche quando si occupa di giustizia per le persone, le famiglie e per i minori.
Si dovranno adeguatamente valorizzare le professionalità e le specifiche esperienze professionali, soprattutto nella scelta dei dirigenti degli uffici come non sempre e’ accaduto.
Si dovrà studiare come dare conto, in sede di valutazione di professionalità, del tempo e del modo di ascolto del minore, che sfugge ai freddi rilievi statistici ma che invece sostanzia la giurisdizione in materia. Ascoltare i minori e tenere conto del loro interesse e’ un obbligo e non un capriccio dei giudici.
Si dovranno valutare i progetti organizzativi delle procure ordinarie e minorili, anche nella misura in cui dettino la linea dell’ufficio per gli interventi negli affari civili.
Si dovranno adeguare i format dei programmi di gestione perché, per ovvi motivi, i procedimenti civili nell’interesse dei minori non devono per forza chiudersi in tre anni ma devono durare fintanto dura il pregiudizio per il minore.
Il Csm riguadagnerà credibilità anche quando saprà rendersi conto delle specificità degli uffici specializzati e adeguare la propria azione ad essi.