Intervento

Conoscere la storia per non ricadere nell’orrore

Pubblichiamo la riflessione inviataci dalla Senatrice a vita Liliana Segre, impossibilitata a prendere parte al convegno “Dalle leggi razziali all’aggravante dell’odio razziale”

Ho accolto con molto interesse l’invito a partecipare, sia pure con un intervento-testimonianza, al vostro Convegno. Già nel titolo infatti Dalle leggi razziali all’aggravante dell’odio razziale c’è il riferimento tanto alla pagina più nera della storia dell’Italia fascista, quanto il monito a tenere sempre alta la guardia, anche con riferimento al presente, alla situazione morale e civile dell’Italia e dell’Europa.

 

Ho una particolare sensibilità per questo ordine di discorso proprio perché il dramma della mia vicenda personale impatta con un ambiente famigliare permeato invece di cultura giuridica e di senso dello Stato e della legalità: avvocato mio nonno materno Alfredo Foligno, avvocato dello Stato lo zio Dario Foligno, ma anche mio marito era avvocato e oggi mio figlio Luciano.

Va subito detto che quando si ragiona di determinati problemi occorre uno sguardo lungo. Una legislazione razzista come quella del fascismo veniva infatti da lontano. Il fascismo aveva tutta una lunga tradizione di antisemitismo e razzismo che derivava dalla sua stessa natura di movimento totalitario. Dal 1933 ormai Hitler era al potere in Germania e l’Italia mussoliniana aveva raggiunto un’alleanza strategica con quel regime. Ma va anche ricordato che nella seconda metà degli anni ‘30 c’erano in Europa tutto un insieme di stati e regimi antisemiti, che producevano legislazioni razziste e discriminatorie, ritiravano i passaporti, espellevano dai loro territori gli ebrei stranieri, tutto questo creò una sorta di emulazione a chi produceva le leggi e i provvedimenti peggiori.

Dunque la prima cosa che c’è da dire è che una legge razzista presuppone un ambiente razzista. Presuppone cioè un regime violento e repressivo, ma anche lo svilupparsi di un senso comune degenerato che porta ad accettare provvedimenti in altri contesti inconcepibili.

Furono molte le leggi e i decreti, tutti firmati, oltre che da Mussolini, dal re Vittorio Emanuele III, perché i Savoia hanno piena responsabilità rispetto all’insieme del regime totalitario. Ad una platea come la vostra posso solo ricordare il decreto del 5 settembre 1938, il n. 1390, dal titolo «Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista», il cui articolo 1 era dedicato agli insegnanti e il 2 agli allievi, norme secondo le quali tutte le “persone di razza ebraica” furono espulse dalle scuole di ogni ordine e grado, nonché dalle università e dalle accademie. Per non dire delle proposte di modifica del Codice civile che autorizzavano provvedimenti speciali “derivanti dall’appartenenza a determinate razze”. Evidente che si realizzò lo stravolgimento di ogni civiltà giuridica e di ogni senso di umanità. 

Non va mai neanche dimenticato il contesto politico. Perché regimi come quello fascista e nazista sono saliti al potere per via legale. Spostando impercettibilmente ogni giorno più avanti il limite dell’illegalità e della sopraffazione, fino a che grandi paesi come l’Italia e la Germania, ma anche tanta parte d’Europa, si sono poi ritrovati nell’abisso. Troppi ‘liberali’, troppi intellettuali, troppi giuristi sono stati complici dell’avvento dei fascismi e anche questo non dobbiamo mai dimenticarlo.

 

Ricordo ancora quando nel 1938 ascoltai per radio la notizia della promulgazione delle leggi razziali o meglio delle leggi razziste. Anche allora persino negli ambienti della comunità ebraica non si capì subito che cosa stesse accadendo e men che meno che cosa sarebbe successo di lì a pochi anni. Per me fu comunque un trauma realizzare che ero stata “espulsa” dalla scuola. Perché? Che cosa avevo fatto? Mi fu spiegato che “si trattava di una legge che aveva stabilito che tutti gli ebrei dovessero essere ‘espulsi’ dalla scuola e da molte altre attività”. Ma che sistema è quello in cui una “legge” può stabilire una cosa del genere?

Da allora la caduta fu verticale. Con l’immondo Manifesto della razza del 1938 il fascismo mostrava il suo vero volto, ma come detto a questo fecero seguito anche centinaia di provvedimenti ‘minori’. Basti ricordare che nello stesso 1938 l’Ufficio demografico del Ministero dell’Interno fu trasformato in Direzione Generale per la demografia e la razza, la famigerata “Demorazza”, estremo monumento alla barbarie fascista.

In ragione di tutto ciò interi pezzi della società italiana furono posti hors l’humanité, fu inserita una discriminazione verticale fra i cittadini, a quella politico-ideologica fra fascisti e anti-fascisti si aggiunse quella razziale-biologica fra ebrei e non-ebrei. Il fondo fu in ogni caso toccato con la sedicente “repubblica sociale” di Salò, allorché i repubblichini, per compiacere i tedeschi, arrivarono addirittura ad inasprire le leggi razziali e la persecuzione degli ebrei, oltre che le azioni contro la Resistenza.

Era la conferma che la persecuzione razziale e l’attiva complicità nello sterminio degli ebrei, come di altre minoranze, fu un esito necessario del fascismo.

 

Ma il titolo stesso del vostro convegno ci ricorda che i pericoli non sono mai eliminati una volta per tutte e possono riproporsi in forme diverse ma sempre drammatiche.

Per questo ho deciso di sfruttare l’occasione inaspettata della nomina a senatrice a vita per rilanciare una missione che mi sono data ormai da anni. Già dagli anni ’70, ma con piena dedizione dal 1990, avevo deciso infatti di farmi “testimone” diretta dell’immane tragedia della Shoah. Una testimonianza però che non vuole mai essere fine a se stessa; sono decisa infatti ad attivarmi anche in Parlamento perché scuola e università diano particolare attenzione alla formazione storica dei giovani, fino a tutto il ‘900 dei totalitarismi e delle guerre mondiali. Conoscere la storia del proprio tempo infatti non solo evita di ricadere in certi errori ed orrori, ma apre la mente al valore autentico di termini come “tolleranza”, “accoglienza”, “interculturalità”, “solidarietà” ecc.

Come detto nel nostro Paese e in Europa siamo costretti ad assistere a sempre nuovi episodi di antisemitismo, oltre che di violenza e terrorismo, così come al diffondersi del negazionismo della Shoah. A tutto questo bisogna reagire in modo integrato, certo con la denuncia, ma appunto anche con la cultura e lo studio.

Consiglio sempre ai ragazzi e ragazze, che incontro a migliaia in giro per l’Italia, di leggere e imparare la nostra Costituzione. L’ho più volte definita “fantastica”, “avveniristica”, proprio perché in quanto “costituzione lunga” e programmatica non vuole essere un semplice catalogo di istituzioni e di diritti, ma ha cura di definire anche i meccanismi attraverso i quali quei diritti diventano reali e la democrazia continuamente si evolve e si fa più giusta.

La nostra Costituzione trae direttamente i suoi valori fondanti dall’antifascismo che animò la Resistenza contro il regime mussoliniano e l’invasore nazista. Di contro all’illegalità, alla violenza e al culto della morte dell’Italia nazi-fascista le regole, le forme di partecipazione e di autogoverno realizzate già dalle formazioni di Resistenza, a mezzo anche della rete delle Repubbliche partigiane, prefiguravano un “nuovo ordine giuridico”, quello che sarebbe stato poi codificato proprio dalla Costituzione del 1948.

L’autentico valore della nostra Costituzione potrà insomma essere apprezzato davvero solo in ragione di una adeguata storicizzazione. Mai infatti dimenticare il tributo di sangue e di dolore che è costata la fondazione della nostra Res Publica.

La forza delle idee è, oggi e sempre, l’estremo antemurale contro coloro che hanno la forza ma non la ragione.

Liliana Segre

 

18 dicembre 2018