Mozione finale
La magistratura dovrà affrontare nei prossimi mesi una impegnativa sfida.
Gli interventi legislativi degli ultimi mesi e le indicazioni che la politica ogni giorno consegna all’informazione disegnano la volontà di burocratizzare il magistrato e normalizzare la giurisdizione attraverso il controllo, non solo sulla produzione e sui tempi di definizione di procedimenti ma persino sul tenore della redazione dei provvedimenti. La preannunciata separazione delle carriere potrebbe ampliare quella “separatezza culturale” tra organo requirente e giudicante che già si intravede, minando alle fondamenta il principio costituzionale della unicità della giurisdizione, fondamentale presidio delle garanzie.
AreaDG è pronta ad offrire il proprio contributo al dibattito politico, senza timidezza, in chiave critica, per contrastare il processo di sgretolamento del modello costituzionale di magistrato che è in atto, senza tema di dovere affrontare queste nuove battaglie come già ha fatto in occasione dell’ultimo sciopero della magistratura contro la riforma dell’ordinamento giudiziario e nelle iniziative critiche dei recenti interventi normativi.
In questo nuovo contesto, non sarà soltanto la giurisdizione a dover essere difesa, ma anche tanti diritti che rischiano di essere messi in discussione o che verosimilmente non troveranno riconoscimento in interventi normativi, con particolare attenzione ai soggetti più fragili (pensiamo al tema del fine vita, al disagio psichico dentro e fuori dal carcere, alla tema dell'imputabilità).
AreaDG deve quindi guardare anche oltre il perimetro della magistratura, divenendo motore culturale della riflessione sul nesso tra ruolo della giurisdizione, sviluppo della democrazia e difesa delle libertà, ricercando anche la collaborazione dell’Avvocatura, dell’Accademia e delle parti della società interessate alla tutela dei diritti: la nostra elaborazione vuole servire a coinvolgere quella parte della magistratura che allo stato non si avvede dei rischi cui andiamo incontro.
Va quindi recuperata in modo forte ed incisivo la nostra soggettività attraverso interventi, gruppi tematici, organizzazione di studi e seminari di studio; attraverso il rafforzamento della presenza nei territori e negli uffici, raccogliendo le sollecitazioni anche delle nuove generazioni di magistrati.
Abbiamo bisogno di tutte le nostre forze per affrontare questo compito, abbandonando questioni prettamente interne che hanno occupato una parte delle nostre energie e verso le quali è forte ed unanimemente sentita la necessità di fare chiarezza all’interno del gruppo. In questa fase il ruolo dell’Anm sarà fondamentale nel costruire una qualificata interlocuzione con la politica e la società. Ed AreaDG in Anm non farà mancare il suo impegno perché l'Anm non si sottragga al dovere di critica ragionata e tecnica che ha caratterizzato sempre il suo ruolo nel dibattito pubblico grazie soprattutto all'impegno della magistratura progressista.
Anche l’azione del CSM prossimo sarà inevitabilmente molto complessa e i consiglieri eletti da AreaDG saranno chiamati a difendere l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, a propugnare la concezione costituzionale della giurisdizione.
Occorre allora che il gruppo di AreaDG in Consiglio superiore si impegni a rendere coerenti le riforme in campo con il modello costituzionale di magistrato ed a portare a compimento la disciplina secondaria che la consiliatura scorsa non è riuscita a definire: riforma delle valutazioni di professionalità; sistema di selezione della dirigenza.
Il raccordo con il gruppo diviene fondamentale: il confronto dovrà essere serrato sui temi rilevanza generale e senza nessuna interferenza sulle pratiche consiliari individuali.
Dall’assemblea generale AreaDG esce preoccupata per il futuro ma rafforzata dalle idee e dalla disponibilità all'impegno di molti magistrati.
Milano 4 dicembre 2022