Intervento

Discriminazione di genere e mass media

Promuovere il rispetto della dignità delle donne è un dovere per chi conduce un evento come il Festival di Sanremo. Chi svilisce le donne rende fertile il terreno su cui matura la violenza di genere

La cultura e l’informazione hanno un ruolo fondamentale ed imprescindibile per contrastare le discriminazioni di genere e superare gli stereotipi e pregiudizi che le alimentano, specie quando esse passano attraverso i mezzi di comunicazione di massa.

Sconcerta, perciò, apprendere dalla stampa che la partecipazione femminile alla conduzione del festival di Sanremo 2020 sarebbe stata ispirata a criteri francamente quanto dichiaratamente sessisti, quali il richiamo alla bellezza delle prescelte ed alla capacità di “stare un passo indietro rispetto al proprio compagno”.

Riteniamo che la delicatezza del tema della discriminazione di genere non ammetta banalizzazioni, specie da parte di coloro che sono impegnati nella comunicazione e, a maggior ragione, di coloro che sono impegnati nel servizio pubblico, i quali devono avere piena consapevolezza della responsabilità di cui sono investiti sul piano culturale e educativo.

Basti ricordare che la convenzione di Istanbul (per la prevenzione e la lotta contro le violenze nei confronti delle donne) operativa dal 2011 tra gli stati membri del Consiglio d’Europa, individua tra i soggetti chiamati a promuovere le attività volte a prevenire la violenza di genere proprio i mass media ed in generale gli operatori del settore dell’informazione e della comunicazione (art. 17) per promuovere e rafforzare il rispetto della dignità delle donne.

E proprio sulla convinzione della incompetenza e della inadeguatezza delle donne che si costruisce il terreno di coltura della violenza di genere, della quale vediamo i drammatici epiloghi ogni giorno nelle nostre aule.

Il gruppo di studio sulla violenza di genere di AreaDG

18 gennaio 2020