AreaDG a difesa dei minori italiani senza cittadinanza
Il Parlamento italiano stenta ad approvare il testo unificato sulla cittadinanza, che giace ormai da quasi due anni al Senato, dopo l’approvazione della Camera avvenuta nell’ottobre 2015.
L’avversità a questa proposta di legge è frutto di scelte politiche strumentali, di pregiudizi ideologici o della scarsa o nessuna conoscenza dei reali obiettivi e i contenuti di essa. Molti ignorano che la proposta, attraverso alcune modifiche alla legge n,.91/1992 sulla cittadinanza, riguarda fondamentalmente i soggetti minori di età cui mira ad assicurare l’acquisto della cittadinanza italiana per nascita (c.d. ius soli) o in seguito ad un percorso scolastico (c.d. ius culturae).
In particolare, il testo introduce due nuove modalità di acquisto della cittadinanza da parte dei minori, prevedendo che possa acquistare la cittadinanza per nascita chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia titolare del diritto di soggiorno permanente o in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo (c.d. ius soli), nonché il minore straniero, il quale, nato in Italia o che vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età, abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o di formazione (c.d. ius culturae).
Una proposta di legge equilibrata, giusta e di civiltà, che vuole riconoscere un diritto fondamentale a circa un milione di bambini e ragazzi, 750.000 dei quali nati in Italia, tutti appartenenti a famiglie di cittadini stranieri che da tempo vivono e lavorano regolarmente e stabilmente nel nostro Paese. Sono bambini e ragazzi di cultura italiana, per i quali l’italiano è la lingua madre, che frequentano le scuole, le palestre e i luoghi di aggregazione dei nostri figli, con cui condividono miti e interessi.
Si tratta, dunque, a tutti gli effetti, di giovani italiani senza cittadinanza.
Non riconoscere a questi minori la cittadinanza italiana significa marginalizzarli ed esporli al rischio di essere privati di diritti fondamentali, quali il diritto alla salute, allo studio, alla libera circolazione, ed alla stessa autodeterminazione in fondamentali scelte di vita. E ciò vale particolarmente per le bambine e le ragazze, le quali rischiano, non di rado, di essere forzatamente inserite in contesti e ambienti che sono a loro ormai culturalmente estranei, perche nate o vissute per la gran parte della loro esistenza nel nostro Paese.
Né va trascurato che questi minori appartengono spesso a famiglie che per diverse ragioni hanno perduto i legami con i paesi di provenienza e si trovano nell’impossibilità di accedere a canali diplomatici e consolari di questi ultimi, ciò che di fatto rende ancora più problematico per questi giovani italiani senza cittadinanza assicurare loro il godimento di fondamentali diritti.
E, infine, il sistema attuale, ostacolando la piena integrazione, favorisce l’esodo di questi giovani italiani all’estero una volta raggiunta la maggiore età, con conseguente impoverimento della società italiana che pure ha investito nella loro cura, educazione e istruzione.
Area Democratica per la Giustizia auspica che il Parlamento italiano non sprechi questa fondamentale occasione per assicurare dignità, legalità e sicurezza ai minori italiani senza cittadinanza, e, nel contempo, la piena assunzione da parte dello loro famiglie e dei nuovi cittadini dei doveri che alla cittadinanza si accompagnano, approvando la legge in discussione al Senato entro la fine della legislatura in corso.
10 settembre 2017