“La Verità” e l’Autogoverno
È in atto un attacco concentrico di una parte della stampa e di una parte della magistratura alla vigilia dell’inizio del processo e dei procedimenti disciplinari per i protagonisti delle tristi vicende dell’albergo Champagne.
Un attacco anche al nostro gruppo ma, soprattutto, al cambiamento che è stato avviato in prassi e comportamenti all’interno del CSM dopo l’indignazione di maggio 2019.
Si riportano stralci di atti giudiziari che rappresentano segmenti di fatti, che vengono poi completati e chiosati ad arte al fine di accreditare un malcostume diffuso a tutti i livelli della magistratura.
Una notte oscura nella quale tutti i gatti sono grigi.
A maggio del 2019 è venuto alla luce che, in una stanza d’albergo, Cosimo Ferri incontrava magistrati e politici accomunati dall’interesse di indirizzare, dall’esterno del CSM, le nomine ad alcuni uffici giudiziari strategici per orientare l’esito di specifiche indagini e determinati processi.
Un vulnus istituzionale imprevedibile anche per chi conosceva e si opponeva all’esecrabile deriva clientelare che aveva portato ad un sistema basato sul consociativismo e sullo scambio tra le correnti al fine di garantire, attraverso il consenso che viene dalle nomine, la propria stessa sopravvivenza.
Un sistema che nelle consiliature degli ultimi decenni, in modo crescente, ha coinvolto tutti i gruppi presenti nell’autogoverno.
Un sistema da cui però AreaDG ha preso le distanze ben prima dell’inizio dell’attuale consiliatura, con un difficile e sofferto confronto interno sfociato in interventi e documenti in cui abbiamo pubblicamente denunciato l'esistenza di metodi e pratiche consociative.
Abbiamo preso un impegno con il nostro elettorato per un autogoverno che fosse finalmente lontano dalla logica dei favori e degli scambi, abbiamo mantenuto questa promessa in questi primi due anni di consiliatura e intendiamo farlo sempre nel futuro. Dalle stesse intercettazioni pubblicate nei mesi scorsi emerge come il comportamento dei nostri rappresentanti al CSM sia stato l’ostacolo principale alla realizzazione degli obiettivi perseguiti nottetempo in quelle stanze d’albergo.
Parallelamente ci siamo impegnati per contribuire a un cambiamento del sistema elettorale del CSM, in grado di renderlo ancora di più vicino ai problemi reali della magistratura e ad esaltarne la capacità di rappresentanza.
Manovrando il linguaggio con sapienza si riescono a costruire infinite “verità”, e oggi si cerca di confondere quella vicenda, pericolosa per le istituzioni, con atteggiamenti e comportamenti dei nostri odierni rappresentanti, che nulla hanno a che vedere con il corretto esercizio della loro attività istituzionale.
Non rivendichiamo certo una improponibile superiorità morale di gruppo, ma non siamo disposti a tollerare operazioni mediatiche preordinate a confondere le responsabilità per giungere ad una generale assoluzione che lasci tutto come sempre è stato.
17 maggio 2020