Lo stato di diritto tutela la dignità delle persone detenute
La cattura e la successiva consegna all’Italia del terrorista Cesare Battisti dopo quaranta anni di latitanza costituiscono una vittoria dello Stato di diritto, realizzata grazie al contributo di magistrati, funzionari, donne e uomini dello Stato che, in tutti questi anni, hanno lavorato incessantemente perché questo obiettivo si realizzasse.
Le regole ed i principi su cui si regge la democrazia e lo Stato di diritto come consacrati nella nostra Costituzione, tutelano la dignità dei detenuti e di tutte le persone comunque private della libertà personale per ragioni di giustizia.
In particolare, l’art. 42-bis della legge sull’ordinamento penitenziario impone in tutte “le attività di accompagnamento coattivo di soggetti detenuti, internati, fermati arrestati o comunque in condizione di restrizione" di adottare ogni cautela per proteggere i soggetti dalla curiosità del pubblico e da ogni pubblicità e per evitare “ad essi inutili disagi”.
Proviamo allora sconcerto e forte disagio nel vedere filmati che riprendono il latitante Battisti mentre scende dall'aereo e mentre gli vengono prese le impronte digitali; nel vedere le foto ricordo e i video delle foto ricordo; il tutto all'ostentata presenza di alte cariche istituzionali. Riteniamo che una tale spettacolarizzazione sia in contrasto con le regole dello Stato di diritto che quella cattura hanno reso possibile, le quali non tollerano inutili lesioni alla dignità delle persone anche se condannate per gravi reati.
È con l’osservanza di queste regole, col pieno rispetto delle garanzie e dei diritti della persona che lo Stato afferma la propria superiorità. Da questo il sistema penale trae forza e legittimazione. Questi sono gli strumenti che uno stato di diritto utilizza per respingere ogni attacco ed hanno consentito alla magistratura italiana di contribuire alla sconfitta del terrorismo.
Il Segretario di AreaDG
16 gennaio 2019