COMUNICATO

Magistratura onoraria: un’occasione mancata

Le premesse e le promesse della legge delega sono andate in larga parte deluse: il quadro che esce dal Decreto legislativo 13 luglio 2017, n.116 approvato dal Consiglio dei Ministri e ora pubblicato è deludente, per molti versi allarmante

Dopo un’attesa di quasi vent’anni che avevano reso la riforma della magistratura onoraria una necessità impellente, dopo continue proroghe che avevano creato una sorta di “precariato” nella giustizia che solo avvalendosi dei magistrati onorari può continuare a funzionare regolarmente, un intervento organico era indispensabile e così l’iniziativa del Governo di mettere mano al problema era da apprezzare.

Ma le premesse e le promesse della legge delega sono andate in larga parte deluse: il quadro che esce dal Decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri e ora pubblicato è deludente, per molti versi allarmante.

Questo provvedimento non risolve i problemi di inquadramento della magistratura onoraria, stabilisce un trattamento deteriore sotto il profilo economico, impone un meccanismo retributivo complicato in cui la parte variabile dipende da incentivi per obiettivi formulati ufficio per ufficio, determina un trattamento previdenziale ed assistenziale decisamente non soddisfacente (ancora demandato ai versamenti autonomi dei magistrati onorari).

Nel documento di primo commento al decreto che entrerà in vigore il prossimo 15 agosto, che pubblichiamo in calce, raccontiamo, ancora una volta, di una riforma “a costo zero” che penalizza drammaticamente gli uffici giudiziari ponendo limiti e paletti drastici, da nessuno richiesti (massimo due giorni settimanali di impegno, una forte limitazione delle materie trattabili, una possibilità di utilizzazione episodica nei collegi, l’eccezionalità dell’utilizzo in Tribunale) all’utilizzo di giudici e vice procuratori onorari; limiti che peseranno, ancora una volta, sugli uffici giudiziari, specie quelli che soffrono maggiori scoperture di organico e che oggi sopravvivono anche grazie al loro apporto.

La tipologia di magistrato onorario che emerge dal decreto legislativo n. 116/17 pubblicato nella G.U. del 31-7-2017 è infatti quella di un professionista che svolge tale funzione come secondo lavoro, in modo estremamente saltuario, senza alcuna prospettiva di stabile collaborazione all’ufficio giudiziario.

L’impiego nell’ufficio per il processo, che doveva essere una delle possibili destinazioni, è invece diventato quella prevalente, lì concentrando la destinazione dei giudici onorari, con un impegno del tutto episodico in Tribunali e Procure e quindi il rischio di una pesante ricaduta organizzativa per gli uffici.

Il documento analizza anche la disciplina transitoria riservata, vorremmo dire, doverosamente, ai giudici e procuratori onorari già in servizio, cui il periodo transitorio sostanzialmente assicura ulteriori tre proroghe di quattro anni, con lo stesso trattamento sinora goduto. Questa prolungata fase di transizione porterà a far sì che la riforma entri in vigore a regime tra quattro anni, allontanando, ma non eliminando i rischi di disservizio che qui segnaliamo per sollecitare, fin da ora, gli interventi correttivi che, su molti aspetti, potrebbero realizzarsi utilizzando il potere di automodifica previsto dallo stesso decreto.

Ci auguriamo che questo possa avvenire nell’interesse di tutti e della giustizia.

7 agosto 2017