Ufficio per il Processo

Occasione da sfruttare o ennesima innovazione inutile?

Un primo incontro per una riflessione condivisa sui temi e sulle criticità del principale strumento col quale gli uffici giudiziari saranno chiamati dal 2022 ad abbattere l’arretrato

Negli Uffici Giudiziari di Italia si respira, in queste settimane, una certa fibrillazione: si moltiplicano gli incontri tra dirigenti e giudici, i presidenti di sezione si arrovellano ed tutti si chiedono “che fare?”.

È tempo di art. 37 e di redazione di programmi di gestione che quest’anno avranno la particolarità di dover tenere conto dell’arrivo degli addetti all’Ufficio per il Processo, una sorta di super tirocinanti, assunti a tempo determinato ed inquadrati nel ruolo amministrativo, che rappresentano uno dei punti di forza del capitolo del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza dedicato alla giustizia o, per meglio dire, alla accelerazione della giustizia.

Il Piano, infatti, prevede un ambizioso obiettivo: la riduzione, alla data del 30 giugno 2026, delle pendenze complessive su base nazionale nella misura del 40% per il civile e del 25% per il penale.

Gli addetti all’Ufficio per il Processo rappresentano l’evoluzione degli stagisti e dei tirocini formativi presso gli uffici giudiziari previsti rispettivamente dall’art. 37 della l. 111/2011 (quelli, per intenderci, che presuppongono la stipula di una convenzione tra Ufficio giudiziario e Consiglio dell’ordine o facoltà universitaria o Scuola di Specializzazione, di durata annuale) e dall’art. 73 della l. 98/2013 (i quali richiedono non una convenzione, ma la partecipazione a bandi, solitamente annuali, predisposti dai singoli Uffici, di durata pari a  18 mesi) ed, in realtà, hanno la medesima ispirazione: contribuire al  lavoro del magistrato, divenendo parte di un team con compiti specifici tali da aiutare concretamente ciascuno di noi nello svolgimento dell’attività giudiziaria e, contemporaneamente, formare i giovani laureati.

Pur tuttavia molteplici sono le differenze tra quei tirocinanti – spesso organizzati in modo un po’ artigianale, la cui formazione ed il cui impiego sono stati spesso lasciati alla buona volontà di magistrato e tirocinante – e questi addetti/assistenti, che tra poco entreranno a fare parte della nostra organizzazione.

Si è già detto della prima e più importante: il loro inserimento nella struttura giudiziaria ha uno scopo preciso, quello di abbattere in modo consistente l’arretrato, rispondendo agli impegni che il Governo ha assunto con l’Europa ed ai quali è strettamente connessa l’erogazione dei fondi europei.

Già solo l’esistenza di questo impegno di base ci obbliga a pensare al migliore utilizzo possibile delle nuove risorse per raggiungere l’obiettivo: fermo restando che la riduzione delle pendenze e quindi il miglioramento del sistema giustizia dovrebbe comunque essere uno dei nostri obiettivi principali, alla luce del fatto che la buona giustizia, quella attenta ai diritti, deve essere, oltre che di qualità, tendenzialmente celere.

Diverso poi è l’inquadramento degli addetti all’UPP (acronimo, invero, un po’ sgraziato): si tratta di personale amministrativo, funzionari di AREA III F1; non potranno svolgere lavoro di cancelleria che non sia quello strettamente connesso all’attività del magistrato il cui Ufficio del Processo sono destinati a comporre; avranno un orario di lavoro di 36 ore settimanali, articolato, salvo esigenze peculiari, su 5 gg settimanali (art. 17 dell’attuale CCNL del comparto funzioni centrali); la loro prestazione professionale sarà interamente dedicata a supportare la giurisdizione in modo diretto e costante (ed ecco la differenza netta con gli stagisti ex articolo 73 del decreto-legge 69/2013); avranno accesso a tutti i sistemi informatici utili a svolgere le proprie mansioni (registri di cancelleria, consolle assistente, ecc.) possedendo account per ADN, fruendo ed avvalendosi quindi di tutti gli strumenti tipici dei funzionari giudiziari; riceveranno una specifica formazione non solo in virtù di quanto stabilito dagli artt. 52 e 53 del CCNL del comparto funzioni centrali, ma anche per specifica previsione dell’art. 16 del decreto legge n. 80 del 2021.

La lettura di queste sintetiche osservazioni già ci pone molti interrogativi legati alla realtà in cui operiamo.

Li elenchiamo un poco alla rinfusa.

Nei nostri palazzi di giustizia, che o cadono a pezzi o non sono capienti rispetto al numero di persone che vi lavora, dove collocheremo per 5 giorni alla settimana i nostri aiutanti?

Saranno offerte sufficienti forniture di computer portatili (necessari, visto che è loro consentito lo smart working) o fissi?

La loro formazione (che, secondo le circolari sino ad ora emanate, sarà gestita dalla SSM, attraverso video didattici circolabili, e dalla formazione decentrata) sarà idonea per i compiti che gli saranno assegnati?

Soprattutto, saranno in grado di svolgere effettivamente l’attività di fattivo supporto cui sono destinati?

Proprio con riferimento a quest’ultimo punto, in disparte l’ideazione di un concorso sviluppato su tre materie soltanto e tutte non proprio aderenti alla selezione di personale destinato a supportare la giurisdizione – per intenderci: il concorso è basato su di un colloquio che verte sull’ordinamento giudiziario, il diritto pubblico (sic!) e la lingua inglese... – proprio l’esperienza pregressa dei tirocini formativi ci ha insegnato i limiti delle nostre Università: i giovani laureati, tutti usciti con eccellenti voti di laurea, hanno spesso mostrato serie lacune. Inoltre, non va dimenticato che i nuovi assunti saranno laureati non soltanto in giurisprudenza, ma pure in economia e commercio, ingegneria, ecc.

Comunque, superati tutti questi ostacoli e pensando ad un gruppo di giovani (o meno giovani) addetti UPP entusiasti e collaborativi, nell’organizzare i nostri Uffici dovremo anche tenere conto delle specifiche competenze e mansioni loro attribuite, così come specificate nell’allegato II, numero 1, del decreto-legge n. 80 del 2021.

Secondo questo mansionario le attività di contenuto specialistico demandate agli addetti all’ufficio per il processo sono:

Come prima specificato, i compiti di cancelleria che possono essere loro demandati sono soltanto quelli connessi alla attività del magistrato.

Insomma, tutto un mondo da scoprire e da inventare.

Proprio per questo abbiamo pensato di creare questo gruppo di lavoro, diretto allo scambio fattivo di esperienze ed idee, perché non tutti gli Uffici giudiziari sono uguali e per ciascuno l’organizzazione va pensata secondo le sue proprie caratteristiche.

 

Il nostro primo incontro si terrà il 2 dicembre 2021 alle ore 16.30 sul Teams che abbiamo creato appositamente (“PNRR areadg”, questo il link per accedere).

 

Sono previsti i seguenti (brevi) interventi sull’utilizzo degli addetti UPP nei diversi settori della giurisdizione:

Luca Minniti, Trib. Firenze,  per il settore protezione internazionale
Luca Perilli, Trib. Milano, per il settore civile
Domenico Pellegrini, Trib. Genova, per il settore famiglia
Roberto Arata, Trib. Torino, per il settore penale
Maurizio Paganelli, Trib, Pesaro, per il settore lavoro
Giuseppe Sepe, gip Napoli, per il settore penale
Nella Ciardo, C. App. Palermo, per il settore civile
Roberta Santoni Rugiu, C. App. Firenze, per il settore lavoro
Modera Daniela Galazzi.

 

L’incontro vuole essere un momento di discussione e di confronto di idee, anche pratiche, sicché è aperto agli interventi di tutti.

Vi aspettiamo numerosi.

26 novembre 2021