Per un Autogoverno di tutti, non più ostaggio delle correnti
Emerge dalle cronache quotidiane un grave quadro di un sistema consolidato diretto ad agire e a condizionare nomine e incarichi da assegnare, nella precedente, e persino nell’attuale consiliatura.
Ribadiamo in proposito di esserci schierati contro queste degenerazioni correntizie, e che l’attuale autogoverno si è sempre impegnato a prendere le distanze da tali pratiche. Dobbiamo invece constatare censurabili operazioni e stereotipi mediatici impegnati ad accreditare la falsa idea secondo cui le note vicende dell’albergo Champagne coinvolgerebbero tutti i gruppi della magistratura associata, senza distinzioni di sorta. In realtà, simili qualunquistiche strategie confermano piuttosto il ruolo di singoli personaggi esperti di pratiche clientelari, che hanno contaminato con la loro pervasività la precedente consiliatura, mettendo in luce un sistema finalizzato non solo a rendere favori agli “amici”, ma anche a neutralizzare inconsapevoli e “scomodi” colleghi, fatti segno di compiaciuta e volgare emarginazione.
Siffatto pervertimento strutturale e morale dell’organo di autogoverno – che ha inevitabilmente inquinato agli occhi della collettività l’intero sistema giudiziario, fatto invece di colleghi che rifiutano perentoriamente tali logiche – impone una riflessione più ampia, che coinvolga la magistratura nel suo complesso e chiami in causa tutti i gruppi associativi, nessuno escluso.
Il recupero dell’autorevolezza del Consiglio e della credibilità dei magistrati non può prescindere dalla definitiva eliminazione di zone d’ombra ed opacità che soltanto l’integrale e pubblica conoscenza degli atti del fascicolo di Perugia potrà garantire, restituendo un quadro completo dei fatti, delle condotte e delle responsabilità e interrompendo l’operazione in atto che mira a screditare più che a informare.
Nell’attesa che la richiesta di copia degli atti dell’inchiesta di Perugia, già avanzata dall’ANM quale persona offesa, trovi accoglimento., prendiamo fermamente le distanze dalle vicende dell’Hotel Champagne che in nessun modo ci hanno coinvolto.
Tuttavia, non ci esimiamo, per il resto, da una chiara assunzione di responsabilità.
Un’assunzione di responsabilità che per i singoli coinvolti in conversazioni relative a pratiche clientelari, impone un dovere di spiegazione e chiarimento, anche in relazione all’osservanza della nostra Carta dei Valori e del Codice etico.
Un’assunzione di responsabilità che, per quanto attiene alla dirigenza del gruppo, esige l’inequivocabile ammissione di non avere nel tempo fatto abbastanza per difendere l’Autogoverno da logiche che ne minano le fondamenta.
Abbiamo sempre riconosciuto che il nostro gruppo – AreaDG e i suoi gruppi fondatori – non è stato in passato estraneo a quelle pratiche, ma rivendichiamo di aver intrapreso ben prima dei fatti di maggio scorso un percorso di rinnovamento, iniziato con la pubblica denuncia di un uso distorto della discrezionalità consiliare, e proseguito con la elaborazione di un programma per il nuovo Consiglio nel quale la questione morale rappresenta la precondizione delle pur indispensabili riforme di normazione primaria e secondaria.
Le iniziative assunte, evidentemente, pretendono oggi un ulteriore sforzo propulsivo nella direzione di un solido e coraggioso progetto riformatore che, prendendo fermamente le distanze dalle logiche del favoritismo e della clientela, sappia concretamente declinare l’affermazione e l’osservanza dell’etica in ogni momento ed aspetto dell’attività del magistrato e dell’autogoverno.
Dobbiamo, perciò, proseguire, con umiltà e senso di responsabilità, nella elaborazione avviata sui temi a nostro avviso ineludibili: la legge elettorale, il sistema delle nomine e successive valutazioni dei direttivi e semi direttivi, le procedure concorsuali per la Corte di Cassazione, la Procura Generale, il massimario e la DNA, la durata e la rilevanza degli incarichi fuori ruolo e il relativo ricollocamento in ruolo, la trasparenza delle prassi consiliari, l’accessibilità alle informazioni sull’andamento delle procedure.
Al nostro interno stiamo proseguendo in una azione di autentica ricostruzione: dopo l’incontro del novembre 2019 con i candidati al CG e i consiglieri uscenti e il seminario del febbraio 2020 sulla riforma del sistema elettorale del CSM, il 18 maggio 2020 via Teams i nostri candidati al CDC ci hanno illustrato i loro stati d’animo e le loro proposte; domani, 24 maggio 2020, incontreremo i referenti locali, i candidati al CG e al CDC, i componenti del CSM, nell’ambito di un confronto su iniziative concrete di riforma.
Collaboreremo lealmente con l’ANM e con tutti i gruppi associativi che mostreranno una sincera disponibilità al cambiamento, avanzando le nostre proposte e vagliando quelle altrui in un confronto che coinvolga l’intera magistratura, a partire dalle nuove generazioni, perché l’autogoverno torni ad essere di tutti e per tutti e non ostaggio delle correnti e degli oscuri potentati trasversali che a maggio cercavano di soggiogarlo e oggi tentano una improbabile rivincita.
23 maggio 2020