Comunicato

Processo breve e illecito disciplinare

Invitiamo l’ANM e l’intera magistratura a mobilitarsi per contrastare iniziative di riforma che trasferiscano sui magistrati la responsabilità, inesigibile, di garantire tempi processuali oggi inattuabili

Apprendiamo dalla stampa che, nella proposta di riforma del processo penale in via di elaborazione da parte del Governo, sarebbe prevista l’introduzione di tempi brevi e fissi di durata delle indagini preliminari e del dibattimento, la cui osservanza si vuole garantire con il rafforzamento e l’obbligatorietà della iniziativa disciplinare a carico dei magistrati che non rispettino la nuova tempistica.

Siamo fermamente contrari a qualsiasi riforma che ipotizzi di garantire la durata ragionevole del processo penale attraverso sanzioni disciplinari a carico dei magistrati.

Si tratta di soluzioni demagogiche e di mera propaganda che non risolvono il problema del processo penale e della sua ragionevole durata, ma mirano ancora una volta ad instillare nell’opinione pubblica la falsa e strumentale idea che la lentezza dei processi sia dovuta alla pigrizia dei magistrati italiani, i quali, invece, sono tra i più efficienti in Europa.

Termini perentori non oltre prorogabili e sanzioni disciplinari si traducono in misure ingiustamente punitive per i magistrati e dannose per i cittadini e per la qualità della giustizia, con il serio rischio di produrre effetti fortemente distorsivi sul sistema. I magistrati, invero, si vedranno costretti a garantire l’osservanza dei termini con rinvii a giudizio non ponderati, archiviazioni affrettate e giudizi non adeguatamente supportati dal necessario approfondimento istruttorio ovvero impegneranno gran parte del loro tempo a fornire giustificazioni sul mancato rispetto dei termini.

Il problema, in realtà, non è la produttività dei magistrati, ma il carico giudiziario penale ormai insostenibile e destinato irrimediabilmente ad aggravarsi per le carenze strutturali e degli organici, specialmente del personale amministrativo, e per i futuri effetti dell’abolizione della prescrizione.

La ragionevole durata del processo non si realizza punendo i magistrati, ma attuando quegli interventi strutturali e normativi che finalmente riconducano il processo a tempi compatibili con l’effettività della risposta giudiziaria, che da anni magistrati, avvocati e giuristi hanno dettagliatamente indicato:

L’approvazione della nuova normativa sulla prescrizione, che ne blocca la decorrenza dopo la condanna di primo grado, rende particolarmente urgenti questi interventi, in assenza dei quali essa rischia di allungare sine die i tempi dei processi e di portare al definitivo collasso le Corti superiori, già oggi gravate da un carico insostenibile.

L’obiettivo deve essere quello di rendere inutile la prescrizione e ciò non può avvenire con il rafforzamento delle sanzioni disciplinari a carico dei magistrati, ma soltanto nel quadro di una riforma di sistema, straordinaria e multilivello, che recuperi realmente efficienza al processo.

Invitiamo l’ANM e l’intera magistratura ad una mobilitazione generale al fine di contrastare qualsiasi iniziativa di riforma che preveda il trasferimento sui magistrati della responsabilità inesigibile di garantire tempi processuali inattuabili. Invita tutte le sue articolazioni territoriali ad indire assemblee distrettuali sull’argomento che verrà trattato già nel corso dell’Assemblea di AreaDG del Distretto di Reggio Calabria indetta per il 24 gennaio prossimo alla quale prenderemo parte

19 gennaio 2020