Riforma del processo penale
I rischi della precipitazione
Desta grave preoccupazione la notizia data oggi dalla Ministra della Giustizia circa il ricorso al voto di fiducia sulla riforma del processo penale.
Il testo elaborato dal Consiglio dei ministri, dopo le mediazioni con i partiti di maggioranza, ha stravolto il lavoro fatto dalla Commissione presieduta dall’ex presidente della Consulta Giorgio Lattanzi. Il risultato tiene certamente in gran conto le esigenze politiche dei vari partiti di maggioranza, ma rischia di non cogliere l’obiettivo della funzionalità efficienza e dignità al processo penale nell’interesse di tutti i cittadini, siano essi indagati o persone offese.
Il ricorso al voto di fiducia sembra, anzi, voler respingere senza la necessaria ponderazione, i tanti contributi di critica costruttiva emersi in queste due settimane e provenienti dal mondo della magistratura, dell’avvocatura e dell’accademia. Considerazioni critiche ispirate esclusivamente all’interesse generale e finalizzate ad evidenziare il carattere obiettivamente controproducente di alcune norme, prima tra tutte quella sulla improcedibilità dei giudizi di impugnazione dopo il decorso di un tempo che appare assolutamente incongruo alla loro celebrazione, non solo nelle condizioni attuali ma anche a fronte di un incremento annunciato delle risorse.
Quasi contemporaneamente all’annuncio della Ministra è stata rinviata a data non certa la discussione in CSM di un parere che certamente riguardava la questione dell'improcedibilità che costituisce uno degli aspetti più dibattuti e controversi dell’annunciata riforma.
Anche questo segnale preoccupa perché può essere interpretato come un gesto d’insofferenza verso qualsiasi confronto, anche a livello istituzionale, sulla validità delle riforme annunciate.
Nel ribadire la nostra assoluta disponibilità al dialogo ed al confronto costruttivo, vogliamo oggi esprimere un netto dissenso rispetto a procedure che affrettino immotivatamente i tempi di elaborazione della riforma da parte del legislatore ed escludano pregiudizialmente dal confronto sui contenuti la magistratura, portatrice di preziosi contributi esperienziali, la cultura giuridica e, finanche, l’organo di governo autonomo che tale contributo ha sempre saputo offrire, anche in momenti ben più difficili, in aderenza al proprio ruolo costituzionale, e con spirito di leale collaborazione istituzionale.
30 luglio 2021