COMUNICATO

Un errore sfilarsi dal Global Compact

Le migrazioni non sono una emergenza, ma un fenomeno globale cui si deve rispondere a livello internazionale. Spingere i migranti nell’emarginazione attenua, forse, l’insicurezza percepita, ma conduce all’illegalità e aggrava l’insicurezza reale
“Al fenomeno sistemico e globale delle migrazioni non si può rispondere con misure spot, servono politiche collettive lungimiranti e di ampio respiro, quali quelle che dovrebbe adottare l’Europa e quali, ad esempio, quelle che sta cercando di realizzare l’ONU con il Global Compact. Un accordo da cui, secondo quanto dichiarato dal ministro dell’Interno Salvini, l’Italia potrebbe sfilarsi, di fatto confermando che la strada intrapresa è quella della legge sulla sicurezza. La legge sulla sicurezza è un provvedimento ‘manifesto’ contro poveri, emarginati ed immigrati, contrario al senso di umanità e inefficace. Abrogando la protezione umanitaria (sostituita da un permesso di soggiorno speciale previsto per casi normativamente tipizzati) e smantellando il sistema di accoglienza e integrazione diffuse, organizzato dai Comuni (Sprar), si spingono i migranti nell’illegalità e nell’emarginazione. Si risponde così all’insicurezza “percepita”, che queste politiche finiscono per alimentare, e si aggrava l’insicurezza reale, cioè quella delle persone migranti, vulnerabili poiché private della protezione, e degli stessi cittadini, poiché la marginalità e la clandestinità sono il terreno in cui maturano l’illegalità e la devianza sociale. Come abbiamo ribadito fin dall’inizio, per la magistratura progressista si tratta, poi, di una legge che presenta criticità con i principi costituzionali e con l’art. 8 CEDU, i quali impongono un’attuazione diretta e non formale degli obblighi costituzionali e sovranazionali in materia di asilo e protezione internazionale e la messa in atto di un sistema che assicuri l’effettività dell’accoglienza e dell’inclusione”.

29 novembre 2018