Un voto chiaro al referendum dell’ANM
Il 27 e 28 gennaio 2022 si terrà il referendum indetto dall’ANM sul sistema elettorale per il rinnovo del CSM.
I quesiti saranno due: con il primo saremo chiamati a scegliere tra sorteggio ed elezioni, con il secondo ad esprimere una preferenza tra sistemi elettorali di tipo proporzionale e sistemi maggioritari.
Riteniamo che si tratti di una scadenza importante per la magistratura. In primo luogo, per l’effetto che l’esito della consultazione potrebbe avere sulla scelta che il Parlamento sarà chiamato ad effettuare in merito proprio alla modifica del sistema elettorale del Consiglio. Infatti, siamo stati tra i primi ad indicare il sistema elettorale vigente quale concausa significativa della degenerazione correntizia rivelata dai recenti scandali e riteniamo che quel sistema debba essere assolutamente abbandonato. Ed è probabile che proprio in concomitanza con il referendum il legislatore si avvii a discutere la proposta di riforma annunciata dalla Ministra Cartabia. Sarà quindi fondamentale che l’esito del referendum non si presti alle strumentalizzazioni, che parte del mondo politico è pronto a mettere in atto, al fine di ridimensionare il ruolo del CSM e ridurre di conseguenza l’autonomia di cui gode la magistratura.
Nel merito, riteniamo che il sorteggio, comunque temperato o edulcorato, oltre ad essere incostituzionale, sia il peggior sistema possibile.
Scegliere tale opzione equivarrebbe ad ammettere che i magistrati non sono in grado di designare i propri rappresentanti nell’organo di governo autonomo. Priverebbe il CSM di ogni prestigio istituzionale nella difesa dell’autonomia ed indipendenza della magistratura, nell’interlocuzione sulle riforme in materia di giustizia e di status dei magistrati, e persino le funzioni ordinarie amministrative e disciplinari subirebbero un forte decremento di autorevolezza.
Chi sarebbe più disposto a dare credito ad una istituzione composta da sorteggiati?
Riteniamo inoltre che la selezione per sorteggio non interromperebbe i rapporti con le correnti ma li renderebbe occulti e semi clandestini, più permeabili che non oggi a logiche di condizionamento, e, in assenza di un serio recupero dell’etica da parte dell’intera magistratura, non metterebbe riparo neanche dalle clientele.
Infatti, non sono certo soltanto le correnti già oggi a veicolare sponsorizzazioni di vario segno; anche i circuiti politici operano in tal senso e con essi quelli amicali o legati a sotto-categorie professionali e a dinamiche territoriali.
Siamo quindi assolutamente contrari ad ogni forma di sorteggio ed invitiamo a votare contro questa proposta.
Quanto al sistema elettorale preferibile, riteniamo che il prossimo Consiglio, proprio per portare a compimento un percorso in parte intrapreso di rigenerazione morale del governo autonomo, debba consentire la più ampia partecipazione e la maggior rappresentatività possibile. Tutta la magistratura dovrà sentirsi rappresentata, comprese le nuove aggregazioni culturali, per quanto minoritarie, e i candidati indipendenti.
Un sistema elettorale valido deve poter consentire, quindi, questa composizione plurale, arricchita da una rappresentanza di genere finalmente corrispondente alla struttura del corpo della magistratura. Per questo siamo contrari alla scelta in favore di sistemi maggioritari, come quello vigente e come quello proposto dalla Ministra Cartabia, che ha l’ulteriore difetto di spingere verso un bipolarismo sicuramente dannoso.
Siamo, invece, favorevoli a sistemi di tipo proporzionale o che, comunque, contemplino un forte recupero della rappresentanza in chiave pluralistica.
Per queste ragioni, chiediamo a tutti i colleghi di partecipare alla consultazione referendaria, che assumerà una importanza significativa per il futuro della magistratura, e di esprimere, quindi, la preferenza per un sistema elettorale che escluda ogni forma di sorteggio e che sia strutturato secondo un modello proporzionale.
11 gennaio 2022