Vicenda Boragine: l’ANM intervenga
Il Comitato per l’ordine e la sicurezza di Lucca ha assegnato al collega Gerardo Boragine la scorta a tutela della sua sicurezza personale, messa in pericolo a seguito degli insulti irripetibili e delle gravissime minacce circolate in questi giorni in numerosi post pubblicati sui social network.
Gli insulti e le gravi minacce sono seguite a commento di un intervento fatto via twitter dal Ministro dell’Interno Salvini, il quale, criticando una pronuncia di assoluzione adottata dal collega Boragine - peraltro in una vicenda che coinvolgeva lo stesso Ministro ed il suo partito politico - ha usato toni spregiativi e irridenti verso la decisione e la giustizia italiana.
Non si tratta, purtroppo, di un fatto isolato: nella stessa Toscana, meno di venti giorni fa, lo stesso Ministro dell’Interno ha commentato sui social con toni poco consoni al suo ruolo istituzionale la decisione assunta dal Tribunale di Prato di rigetto di un provvedimento di confisca di beni appartenenti a soggetti di etnia rom; e a tale commento è seguito nei social un linciaggio mediatico contro i magistrati.
La critica ai provvedimenti giudiziari è legittima, ma essa deve essere sempre espressa con modalità e toni adeguati, tali da salvaguardare il rispetto della funzione giudiziaria e la sicurezza dei magistrati che ad essa adempiono. Non è in alcun modo accettabile che per finalità politiche si strumentalizzi l’attività giudiziaria, specie da parte chi, rivestendo alti compiti istituzionali e di responsabilità politica, deve avere a cuore la tutela delle altre Istituzioni e delle persone che le incarnano e consapevolezza delle conseguenze che possono derivare da un uso sconsiderato della comunicazione e dei social network.
Interventi di tal genere rischiano non solo di delegittimare presso i cittadini l’autorevolezza e la credibilità delle decisioni giudiziarie, ma pongono a serissimo rischio l’incolumità dei colleghi che sono impegnati quotidianamente nel delicato compito di amministrare giustizia, i quali hanno diritto a lavorare con serenità ed in sicurezza, ed a vedere tutelate da tutte le istituzioni del Paese e da chi le rappresenta la propria autonomia e indipendenza.
Nell’esprimere forte preoccupazione per quella che appare ormai come una pericolosa deriva, chiediamo all’Associazione Nazionale Magistrati di intervenire con forza a tutela della sicurezza dei colleghi impegnati nel quotidiano esercizio della giurisdizione e dell’ autonomia e indipendenza della Magistratura e auspichiamo che il Consiglio Superiore vigili con grande attenzione su quanto sta accadendo, adottando ogni iniziativa utile a tutela dei magistrati italiani.
21 dicembre 2018