AreaDG esprime apprezzamento per il lavoro che è stato svolto dall’Associazione Nazionale Magistrati riguardo agli standard di rendimento e ai carichi esigibili ed esprime analogo apprezzamento per l’attività finora svolta dalla IV Commissione del CSM attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro.
Apprendiamo con soddisfazione che a breve sarà licenziata una prima relazione contenente proposte concrete riguardo agli standard di rendimento nel settore civile. Ci sembra importante che una materia così delicata non sia più oggetto di una campagna elettorale permanente e trovi un approdo ordinamentale su basi scientifiche.
Va però sottolineato che l'indicazione di standard di rendimento non può mai andare a discapito della qualità del lavoro giudiziario e dell'attenzione ai diritti delle persone: per AREADG rimane fermo il principio che il sistema giudiziario va organizzato in modo da garantire i diritti di tutti e soprattutto dei più deboli che solo alla Giustizia possono rivolgersi per trovare tutela.
AreaDG ribadisce che le soluzioni da adottare per gli standard di rendimento dovranno ispirarsi ai seguenti criteri:
- individuazione, all’esito di seri riscontri statistici, non di un numero fisso, ma di un “range” all’interno del quale sarà ritenuta adeguata la laboriosità;
- inserimento dei magistrati in classi omogenee;
- estensione dell’elaborazione a categorie di giudici specializzati, in precedenza non censite (giudice dell’esecuzione, giudice fallimentare, giudice addetto alla sezione impresa e alla sezione protezione internazionale, giudice tutelare);
- tendenziale stabilità nel tempo degli standard;
- conoscibilità ex ante da parte del magistrato degli standard previsti.
La conoscibilità ex ante è necessaria per consentire al magistrato di organizzare responsabilmente il proprio lavoro e, tuttavia, il raggiungimento dello standard minimo deve poter essere non necessario in presenza di peculiari situazioni organizzative o personali, ovvero in caso di assegnazione al magistrato di procedimenti particolarmente complessi. Ne consegue che di tale mancanza dovrà essere chiamato a fornire spiegazione, prima ancora del singolo magistrato, il dirigente dell’ufficio.
AreaDG sottolinea a questo proposito che l’individuazione di standard di rendimento può innovare e migliorare le valutazioni di professionalità superando l’arcaico ricorso alle statistiche comparate, capaci di far emergere soltanto il dato quantitativo senza alcun riferimento alla qualità del lavoro e al tempo necessario a garantirla.
Anche per questo pensiamo che, prima dell’approvazione definitiva, la proposta debba essere portata a conoscenza di tutti i magistrati: è necessario che i colleghi possano esprimere osservazioni e fornire contributi verificando la concreta operatività del metodo proposto. A tal fine, un ruolo fondamentale può essere svolto dai Consigli Giudiziari che possono farsi collettori delle osservazioni nate in ciascun distretto.
È necessario, infine, che il Consiglio si confronti con la ANM, la cui proposta - innovativa nei contenuti perché si propone di valutare il “range” di rendimento anche in termini qualitativi - ci sembra pienamente compatibile con le scelte che il CSM sembra voler compiere.
Auspichiamo quindi che, prima di deliberare sugli standard di rendimento, il CSM avvii una trasparente interlocuzione con tutti i magistrati e con l’associazione che li rappresenta.
L’Assemblea di AreaDG - Distretto di Genova