Il nostro programma
Principi
Si è diffusa negli ultimi anni la tendenza a ridurre la materia ordinamentale e dell’organizzazione ai suoi profili “tecnici”.
Crediamo che sia un errore.
L’ordinamento giudiziario e l’organizzazione sono lo strumento indispensabile per realizzare, attraverso la partecipazione, il modello costituzionale di magistratura orizzontale e paritaria e una giurisdizione capace di concretizzarne i valori fondamentali.
Non tutte le visioni dell’autogoverno sono uguali.
Noi crediamo:
- nella gestione partecipata degli uffici e, quindi, nella trasparenza, nella tutela dell’indipendenza interna, nella necessità di contrastare gli eccessi gerarchici;
- nella giurisdizione come servizio e perciò siamo convinti che la validità delle determinazioni organizzative si misura in base alle ricadute sul servizio che sono in grado di garantire;
- in un sistema di valutazione della professionalità serio, non soggetto a spinte corporative, capace di tener conto delle condizioni oggettive in cui lavoriamo.
Crediamo che gli eletti in Consiglio Giudiziario debbano intendere il loro incarico come un servizio da rendere con rigore, nell’esclusivo interesse degli uffici, prescindendo da logiche di appartenenza e valorizzando sempre l’interlocuzione e il confronto con tutti i magistrati del distretto.
I candidati che ci rappresenteranno si riconoscono in questi valori e cercheranno di attuarli.
Obiettivi
Riteniamo che il sistema di autogoverno debba assicurare:
- l’omogeneità e la coerenza nelle prassi e valutazioni tra i diversi Consigli Giudiziari, a cominciare dall’informazione sulla propria attività;
- un’organizzazione degli uffici partecipata, in cui il dirigente si confronti e coinvolga i magistrati dell’ufficio;
- il controllo dei criteri organizzativi degli uffici di Procura, in modo da favorire una gestione democratica e trasparente degli affari;
- una distribuzione delle risorse umane razionale ed equilibrata (sia all’interno dei singoli uffici, sia in ambito distrettuale per ciò che riguarda la formazione delle tabelle infra-distrettuali, per le applicazioni endo-distrettuali e per le assegnazioni dei magistrati distrettuali);
- la valorizzazione di moduli organizzativi capaci di favorire l’interazione dei diversi uffici tra loro (primo e secondo grado nel civile; PM, GIP giudici del dibattimento e Corte d’Appello nel penale) animati solo dal comune obiettivo di portare i procedimenti a definizione nel migliore modo possibile;
- la valorizzazione dei poteri di “vigilanza sull’andamento degli uffici” intesi come strumento non ispettivo o punitivo, ma di collaborazione per un miglioramento del servizio;
- la formulazione di criteri di assegnazione tabellare dei magistrati e di assegnazione degli affari trasparenti, predeterminati e automatici in tutti gli uffici e, per quelli requirenti, tenuto conto delle peculiarità ordinamentali proprie;
- l’effettività dell’apporto di avvocati e mondo accademico ai lavori consiliari anche in relazione all’acquisizione di notizie ed elementi di conoscenza utili al miglioramento dell’organizzazione degli uffici;
- l’adozione di un sistema di valutazione della professionalità più aderente alla realtà, serio ma non punitivo e, comunque, fondato su dati oggettivi e tale da garantire l’indipendenza del magistrato;
- lo svolgimento di un controllo approfondito su direttivi e semidirettivi, rendendo effettiva la verifica quadriennale dei dirigenti;
- la trasparenza dei criteri di giudizio e la coerenza ad essi delle decisioni del Consiglio Giudiziario.
Spunti programmatici
Il Consiglio Giudiziario non è chiamato ad elaborare riforme, ma a governare, nel modo migliore, l’esistente: proprio la necessità di interpretare e dare contenuto ai poteri e alle competenze attribuitegli dall’ordinamento giudiziario, rende ancor più delicato il ruolo dei consiglieri e fondamentale l’idea di autogoverno che ne ispira le scelte e i comportamenti.
In linea con gli obiettivi sopra prefissati, porteremo nei nuovi Consigli Giudiziari queste proposte:
Trasparenza e comunicazione
I Consiglieri giudiziari devono informare tempestivamente i magistrati del distretto della loro attività, quanto meno in relazione alle pratiche di interesse generale, il cui significato trascende il caso specifico, per favorire la trasparenza e la comprensione all’esterno delle decisioni assunte e dei pareri formulati ed anche per combattere la poco commendevole prassi di condividere informalmente le notizie solo ad una cerchia di magistrati amici o collegati da comuni provenienze geografiche o correntizie.
L’assegnazione delle pratiche deve avvenire secondo criteri automatici, al fine di garantire imparzialità e indipendenza nella trattazione.
Al fine di assicurare una buona qualità del servizio e deliberazioni condivise e partecipate riteniamo necessaria l’introduzione:
- della trasmissione digitale delle pratiche a tutti i componenti;
- di una specializzazione dei componenti;
- dell’assegnazione congiunta a più consiglieri delle pratiche complesse;
- della trasmissione delle bozze dei pareri redatte dal relatore a tutti i componenti del CG prima della loro discussione.
Diritto di tribuna
Consideriamo un valore la collaborazione e il confronto con l’avvocatura nelle scelte di autogoverno. Tuttavia, per quanto concerne la partecipazione con diritto di tribuna alla procedura per la formulazione delle valutazioni di professionalità dei magistrati, l’eterogeneità delle prassi seguite nei vari distretti è un riflesso di diversità profonde in relazione al contesto ambientale e al livello di collaborazione e dialogo – a volte di conflittualità – con il Foro. Ciò rende inopportuno fornire indicazioni generalizzate sul punto e consiglia di lasciare la scelta ai singoli distretti.
Attività di vigilanza
Deve essere valorizzato e incrementato l’istituto della vigilanza sull’andamento degli uffici, che però non deve essere concepito come una sorta di attività ispettiva, ma come strumento di confronto con i magistrati che lavorano negli uffici coinvolti in vista di una presa in carico collettiva delle specifiche problematiche degli uffici in difficoltà, di un comune sforzo per risolverli e della diffusione delle buone prassi organizzative.
A tal fine, è molto importante che i Consigli Giudiziari si riuniscano, oltre che nella sede istituzionale, anche nei Tribunali del distretto diversi dalla sede di Corte d’Appello in modo da poter constatare, in concreto e personalmente, le condizioni di lavoro dei magistrati e le problematiche organizzative in ogni ufficio.
Valutazioni di professionalità
A normativa secondaria invariata, appare fondamentale semplificare, uniformare e rendere coerenti le valutazioni rispetto all’attività concretamente svolta dai magistrati, anche superando le differenze terminologiche e di tecnica redazionale che rendono profondamente disomogenei e poco confrontabili i pareri provenienti da distretti diversi.
A tal fine, dunque, appare importante:
- predisporre un modello unico di autorelazione da adottare a livello nazionale;
- evitare aggettivazioni ridondanti;
- svolgere istruttoria supplementare e audizioni nei casi problematici;
- valorizzare la qualità e non solo la quantità del lavoro svolto;
- fornire, in relazione agli incarichi ricoperti dal magistrato in valutazione, soprattutto se da lui valorizzati nell’autorelazione, una documentata ed approfondita valutazione dell’attività effettivamente svolta e dei risultati conseguiti.
Conferme
A normativa secondaria invariata occorre valorizzare la procedura di conferma quadriennale degli incarichi direttivi e semidirettivi e renderla un vero momento di verifica del lavoro svolto.
A tal fine è importante:
- ricostituire il cd “fascicolo dell’ufficio” contenente i verbali delle riunioni organizzative, i provvedimenti adottati e le relative delibere del CG e del CSM, che costituiscono il principale parametro di valutazione dell’attività organizzativa svolta;
- valorizzare le audizioni dei dirigenti in valutazione e approfondire tutti gli indici sintomatici di malessere nell’ufficio;
- concentrare il giudizio sui risultati raggiunti rispetto alla funzionalità organizzativa e agli obiettivi prefissati;
- non ridurre l’analisi al dato statistico, considerando anche quello qualitativo.
Tabelle
Le proposte tabellari vanno esaminate con particolare attenzione, a prescindere dalla presenza di osservazioni e valorizzando un dialogo costruttivo con i dirigenti.
Particolare rigore dovrà essere riservato all’esame di questioni quali quelle relative:
- agli esoneri per i semidirettivi;
- all’istituzione di sezioni specializzate in materia di misure di prevenzione;
- all’assegnazione ai MOT;
- alle applicazioni endodistrettuali e al confronto tra la situazione oggettiva degli uffici coinvolti degli interpelli;
- alla rinnovazione delle tabelle infradistrettuali.
Riteniamo fondamentale l’elaborazione di uno schema unico e semplificato per la formulazione e per l’esame delle proposte tabellari, onde assicurare uniformità e completezza della valutazione.
Progetti organizzativi
Anche i progetti organizzativi delle Procure vanno esaminati con particolare attenzione, a prescindere dalla presenza di osservazioni e valorizzando l’“interlocuzione” con i dirigenti.
Tra le questioni organizzative degli uffici di Procura, riteniamo vadano trattate con particolare attenzione quelle riguardanti:
- l’esonero di procuratori aggiunti e sostituti dal lavoro giudiziario;
- i criteri di assegnazione degli affari;
- il visto e l’assenso;
- la trasparenza delle procedure di conferimento di incarichi e deleghe organizzative ai sostituti.
Riteniamo fondamentale l’elaborazione di uno schema unico e semplificato per la formulazione e per l’esame dei progetti organizzativi, onde assicurare uniformità e completezza della valutazione.
Incarichi extragiudiziari
È necessario valutare con rigore la durata dell’incarico, le esigenze dell’ufficio del magistrato interessato e, se prevista, la trasparenza della procedura per l’attribuzione.
Incompatibilità
Il Consiglio Giudiziario deve valutare con rigore ma anche con attenzione ed equità le situazioni di incompatibilità ex artt. 18 e 19 Ord. Giud., tenendo conto di quelle che possono pregiudicare l’immagine e minare l’autorevolezza del magistrato.
È inoltre fondamentale rimuovere le difformità di decisioni sia interne allo stesso distretto sia tra distretti diversi, concordando prassi e soluzioni uniformi, che impediscano l’adozione di provvedimenti opposti a fronte di situazioni identiche.
Tirocinio dei MOT
Il Consiglio Giudiziario dev’essere particolarmente sensibile ad una formazione dei MOT che sia completa ed esaustiva, individuando con attenzione i coordinatori e gli affidatari, secondo criteri predeterminati, nell’esclusivo interesse delle esigenze formative dei MOT e valutando con rigore i piani di tirocinio generico e mirato.
Istituzionalizzare la prassi, seguita in alcuni distretti, di chiedere ai MOT, all’esito del tirocinio, una valutazione dei propri coordinatori e affidatari da comunicare al Consiglio Giudiziario in modo riservato.