CSM, perché diciamo no al sorteggio
“Il sorteggio viene periodicamente invocato quale panacea per depurare la magistratura ed il CSM dalla loro presunta politicizzazione. Ora, che a farlo sia qualche esponente politico che soffre una magistratura autonoma ed indipendente può anche essere comprensibile, ma che a farlo siano dei magistrati lo è molto, molto meno.
Intanto, perché il metodo del sorteggio, anche nella proposta intermedia, è platealmente in contrasto con l’art. 104 della Costituzione che, indicando nella “elezione” il metodo di selezione dei componenti – togati e laici –, rende incompatibile con esso una selezione basata sul sorteggio. Ma, soprattutto, perché proprio attraverso l’elezione dei propri rappresentanti al CSM – che significa esercitare un potere di scelta secondo le regole della democrazia e non affidarsi al caso – i magistrati concorrono a realizzare quell’autonomia dell’organo che è il crisma dell’autogoverno e che, invece, sarebbe tradito in nuce da un sistema affidato alla sorte.
Ancor più sbagliato, poi, è invocare questo sistema al dichiarato scopo di voler “distruggere le correnti" della magistratura associata (colpevoli, secondo i loro detrattori, di portare la politica nella magistratura) per recuperare una neutralità che secondo costoro sarebbe intaccata dall’esistenza dei gruppi e dalla loro partecipazione al dibattito pubblico. Al di là di deprecabili degenerazioni, le correnti esprimono in realtà quel pluralismo e quella diversità di sensibilità e orientamenti culturali che esistono nella magistratura come nella società e che, inevitabilmente, si riprodurrebbero dentro il CSM quale che fosse il sistema di selezione adottato. Però con la differenza, non irrilevante, che ciò avverrebbe in modo più subdolo, perché casuale, non palese e meno trasparente e perciò con un più alto rischio di condizionamento esterno dell’organo. Sostenere che con il sorteggio si elimini il rischio che l’azione consiliare sia inquinata da pratiche clientelari e logiche spartitorie è pura demagogia, perché il vero nodo è l’etica e la responsabilità dei consiglieri, per recuperare le quali proprio le correnti, quali corpi intermedi, possono avere una funzione decisiva.
L’attacco alle correnti si fonda quindi su argomenti capziosi che nascondono il vero obiettivo di indebolire e ridurre al silenzio la magistratura. Perché le correnti della magistratura associata e una ANM unitaria rappresentano una voce capace di parlare con autorevolezza alla società civile, e di confrontarsi con la politica sui temi della giustizia, che non piace a chi vorrebbe, invece, una magistratura prona e collaterale al potere politico”.
2 ottobre 2018