Ragionevole durata e ufficio per il processo
(AreaDG Palermo)
L’art. 111 Costituzione e l’art. 6 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo elevano il principio della “ragionevole durata del processo” a criterio sovraordinato che deve essere rispettato dal legislatore e dall’operatore del diritto, giudice, avvocato, cancelliere.
Presupposto ineludibile della durata ragionevole del processo civile è l’efficienza del sistema giustizia, da intendere come criterio di ottimizzazione delle risorse umane, economiche, di strutture, di tecnologia e di tempi, in un dato momento storico al fine dell' innalzamento della qualità della giurisdizione.
Siamo a tal proposito convinti che l’efficienza e la qualità della giustizia necessiti, anzitutto e irrinunciabilmente, di riforme che puntino ad un razionale ed efficace riordino della geografia giudiziaria e ad un aumento dell’organico della magistratura togata cui la Costituzione affida la tutela e la “cura” del diritti.
L’attuazione del Pnrr, in ottica di efficienza, ha visto l'introduzione dei funzionari addetti all'ufficio per il processo.
Questo però ha richiesto ai magistrati ed al personale amministrativo un significativo sforzo, svolgendo un ruolo di supplenza del Ministero, anche per l’inesperienza dei giovani laureati giunti negli uffici privi di specifica formazione.
Questi sforzi non sono stati vani.
Gli addetti all’Ufficio per il Processo, oggi, sono diventati parte integrante della nostra organizzazione, fornendo un valido apporto al nostro lavoro.
In questi giorni, in cui si tirano le fila dell’andamento della giustizia in Italia alla luce degli obiettivi del PNRR e da parte del Governo si parla di una non ben definita revisione del PNRR per la giustizia, da più parti si afferma che l’ufficio per il processo è un fallimento, una iniziativa inutile e dispendiosa, perché non si stanno raggiungendo i target previsti (che, non ci stancheremo mai di ricordarlo, sono stati stabiliti senza ascoltare la magistratura).
Noi non siamo d’accordo.
Gli stessi dati diffusi dal Ministero a giugno 2023 descrivono un miglioramento della giustizia su tutti i target (DT civile e penale e abbattimento arretrato), con un netto miglioramento per Cassazione e Corti di appello su arretrato e DT civile.
Ma è la qualità dall’organizzazione del lavoro ad aver ricevuto il maggior impulso: il servizio giustizia ha senza dubbio tratto giovamento dalla presenza costante, in ufficio, di queste nuove risorse umane. Si pensi, ad esempio, a quanto ha inciso la presenza degli addetti all’Ufficio per il Processo nelle sezioni specializzate immigrazione, consentendo di ridurre notevolmente il loro arretrato.
I magistrati stanno imparando a lavorare in team ed a delegare quando necessario, ovviamente sempre mantenendo il controllo sui provvedimenti finali, ed hanno organizzato diversamente il loro lavoro, sforzandosi di reperire soluzioni congeniali a mettere a frutto, nel modo migliore possibile, questa risorsa.
Proprio perché riteniamo che quella degli UPP sia una vera e propria risorsa riteniamo che debba procedersi con urgenza alla messa a regime dell’istituto con figure assunte a tempo indeterminato.
Preoccupa quindi il silenzio del Ministro della giustizia dopo ben un anno di Governo sulle scelte future in tema di ufficio per il processo e risorse per la giustizia, silenzio che continua ancora oggi quando ormai sono maturi i tempi per la legge di bilancio e per le relative strategie economico e finanziarie dei prossimi anni.
E se il Ministro della giustizia non illustra le proprie scelte è invece chiara la strategia del Governo in tema di risorse. Proprio in questi giorni il Ministro dell’economia ha annunciato tagli lineari e spending review per tutti i ministeri; il 27 giugno scorso il Governo ha annunciato una revisione del PNRR anche per la giustizia senza illustrare quale siano i relativi interventi e soprattutto le ricadute.
E allora chiediamo con forza al Ministero della Giustizia di attivarsi con urgenza per:
1) la proroga degli attuali funzionari Upp sino al termine del PNRR
2) la copertura del numero programmato degli UPP con lo svolgimento dei relativo concorso
3) la creazione della figura professionale di funzionario addetto all’ufficio per il processo a tempo indeterminato, esteso anche ai Tribunali di sorveglianza, ai Tribunali per i minorenni, agli uffici di Procura di primo e secondo grado;
4) l'aumento a 5000 delle dotazioni organiche a tempo indeterminato inserito in pianta organica per non procedere con compensazioni con il personale attualmente presente in sevizio negli uffici
5) l’avvio delle relative assunzioni a tempo indeterminato di addetti UPP per tutti i 5000 posti, attuando il dlgs 151/22 sull’ufficio per il processo con ampliamento rispetto alle 1500 assunzioni ivi previste
6) la copertura delle gravi carenze di organico degli amministrativi attraverso la definizione di un piano di assunzioni nel breve/medio risorse in modo tale da evitare che i vuoti di organico siano colmati con l'impiego dei funzionari upp.
L’ufficio per il processo non nasce con il Pnrr e non dovrà esaurirsi in esso e con esso: possiamo coltivarne la funzione costituzionalmente orientata ma occorre agire ora per la sua definitiva messa a regime e non aspettare il 2026.