Teatro della Tosse
Piazza Renato Negri, 6

Mozione conclusiva

Due anni fa abbiamo chiuso il congresso di Palermo con l’impegno di tenere accesa la luce quando il buio si sarebbe fatto più fitto.

Abbiamo cercato di tenere fede all’impegno promuovendo convegni, incontri, dibattiti. Abbiamo tenuto la barra dritta nelle sedi istituzionali, nel CSM e dei Consigli giudiziari. Abbiamo promosso l’azione unitaria della Anm consapevoli che la sua autorevolezza proviene dalla rappresentatività di tutta la magistratura italiana.
Il congresso di Genova è una tappa di questo percorso.

Abbiamo lanciato l’allarme. La forza, nelle sue molteplici forme, rischia di prevalere sul diritto.
La forza della politica, che a volte si piega alla ricerca ossessiva del consenso immediato, sacrificando principi e coerenza. La forza dell’economia, che riduce i diritti a costi, a variabili da comprimere. La forza della comunicazione deformata attraverso l’utilizzo di linguaggi violenti, di notizie false, di verità omesse. La forza delle armi che non risparmia gli esseri umani.
Di fronte a tutto questo, il diritto appare fragile. Eppure, è proprio nella sua apparente fragilità che risiede la sua natura più autentica: perché il diritto non è non è prevaricazione e violenza, ma risoluzione del conflitto e garanzia delle libertà.

La giurisdizione ha il compito di difendere questo spazio fragile ma allo stesso tempo potente, senza mai piegarsi alle convenienze o alle contingenze.
Ed è questo l’impegno che AreaDG prende oggi.
La difesa della giurisdizione, come disegnata dalla Costituzione.

La difesa del ruolo sociale e culturale delle associazioni di magistrati.

La difesa della possibilità dei magistrati di partecipare al dibattito pubblico.

La difesa del Consiglio superiore della magistratura, umiliato e ridimensionato dalla riforma Nordio.

La difesa della magistratura requirente, che la riforma Nordio rischia di attrarre nella sfera di controllo della politica.

Per fare tutto ciò continueremo a fare quel che abbiamo fatto finora. Continueremo a discutere con i cittadini di diritti e garanzie.

Continueremo a denunciare l’inerzia ministeriale: la mancanza di risorse e di progetti mortifica la giurisdizione ed impedisce la tutela effettiva dei diritti.

Ci impegneremo nel comitato referendario promosso dalla ANM contro la riforma Nordio. È stato costituito con tempo e fatica ma sono il tempo e lafatica necessari per coinvolgere tutte le sensibilità della magistratura associata. Ora tocca a tutti noi popolarli con le nostre idee e le nostre energie. Rifuggiremo dalla tentazione di cercare, nella campagna referendaria, visibilità e percorsi autonomi perché, soprattutto nei momenti di forte aggressione esterna, non si deve badare alle sigle ma all’unitarietà della Anm.

Lo faremo cercando di coinvolgere tutti gli iscritti, dal centro alle periferie. Accanto ai momenti di elaborazione culturale moltiplicheremo quelli di confronto interno, di sintesi delle diverse istanze che provengono dalle tante anime del gruppo, di elaborazione comune delle strategie. Ma sentiamo anche l’esigenza di rimanere in ascolto dei magistrati che decidono di non impegnarsi nella vita associativa o preferiscono farlo nelle nuove forme e modi che si stanno diffondendo.A tutti questi colleghi dobbiamo portare la passione e lo spirito di partecipazione che abbiamo vissuto in questi giorni di Genova.

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