Proposta

PROPORZIONALE UNINOMINALE

Il prof. Gaetano Silvestri, forte dell’esperienza vissuta come componente laico del CSM, ha proposto di adottare per l’elezione del CSM il sistema con il quale dal 1958 al 1992 è stato eletto il Senato della Repubblica. La proposta, formulata nel 1997, è stata in seguito approfondita ed è illustrata nell’articolo dal titolo: Consiglio superiore della magistratura e sistema costituzionale pubblicato sulla rivista trimestrale Questione Giustizia n. 4/2017.

Presentazione e analisi

di Luca Imarisio, professore associato di Diritto Costituzionale - Università di Torino
Estratto dall’intervento
al Convegno Voltare pagina
Roma, 23 giugno 2020

Scheda

Caratteristiche

  • Suddivisione del territorio nazionale in tanti collegi quanti sono i magistrati da eleggere, con esclusione di quelli di legittimità per i quali è immaginato un collegio binominale;
  • in ognuno dei 18 collegi uninominali vengono presentate candidature individuali (svincolate dalle categorie professionali), ma collegate ad almeno altre 2 candidature in altri collegi;
  • si costituiscono, dunque, gruppi di candidati collegati, che sommano i voti complessivamente conseguiti a livello nazionale;
  • l’elettore ha facoltà di dare un solo voto; due se per candidati di genere diverso. Se nel collegio non vi sono candidati di genere diverso l’elettore può dare il proprio secondo voto ad un candidato di altro collegio;
  • per il riparto proporzionale dei seggi tra i gruppi di candidati si segue il metodo D’Hont (si divide il totale dei voti di ogni gruppo per 1, 2, 3, 4, 5... fino al numero di seggi da assegnare e si assegnano i seggi disponibili in base ai risultati in ordine decrescente);
  • stabilito a livello nazionale il numero di eletti spettanti a ogni gruppo, si proclamano eletti i candidati di quel gruppo che abbiano ottenuto le maggiori percentuali di voti nel proprio collegio.

Vantaggi

  1. Assicura che il CSM sia rappresentativo del pluralismo di idee che caratterizza la magistratura;
  2. tutela le minoranze territoriali e valorizza il peso dei candidati all’interno dei loro collegi, in comparazione con gli altri dello stesso gruppo; prevale dunque l’intensità relativa del consenso rispetto alla sua consistenza puramente aritmetica;
  3. la rappresentanza di genere è favorita col sistema della preferenza doppia se differenziata per genere.

Svantaggi

  1. Il sistema non garantisce la distribuzione territoriale degli eletti perché non è certo che ogni collegio esprima un eletto;
  2. il candidato più votato in un certo collegio potrebbe non essere eletto;
  3. non è favorita l’elezione di candidati “indipendenti” e non legati alle correnti, anche se molto stimati nel proprio collegio.

Obiettivi da perseguire

Assicurare la qualità professionale e morale nonché l’autorevolezza dei candidati e degli eletti
L’obiettivo è raggiunto

La previsione di collegi uninominali consente la selezione di candidati anche al di fuori dei gruppi associati e valorizza il singolo candidato e le sue qualità.

Evitare la concentrazione degli eletti in pochi grandi centri
L’obiettivo è raggiunto in parte

È probabile, ma non è certo, che ogni collegio esprima un eletto.

Riavvicinare i magistrati all’autogoverno
L’obiettivo è raggiunto

Candidati “indipendenti” possono collegarsi tra loro anche solo perché accomunati dalla scelta di non appartenere ad un gruppo associativo. Nella comparazione con gli altri candidati collegati è valorizzato il peso di ciascun candidato all’interno del proprio collegio.

Garantire la rappresentanza di genere
L’obiettivo è raggiunto in parte

La rappresentanza di genere è favorita dalla possibilità della doppia preferenza differenziata per genere. Non sono previste però quote di risultato nel riparto dei seggi. Inoltre, la doppia preferenza rischia di favorire gli accordi e gli scambi di voti che il turno unico mira a scoraggiare.

Assicurare che il Consiglio sia rappresentativo del pluralismo di idee che caratterizza la magistratura
L’obiettivo è raggiunto

Il modello proposto mantiene il pluralismo ideale delle componenti associative e dei valori di cui esse sono portatrici, senza togliere spazio ai gruppi minori. Il turno unico scoraggia il “correntismo” perché non consente accordi e scambi di voti.

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