Assicurare la qualità professionale e morale nonché l’autorevolezza dei candidati e degli eletti
L’obiettivo è raggiunto
La previsione di collegi uninominali consente la selezione di candidati anche al di fuori dei gruppi associati e valorizza il singolo candidato e le sue qualità.
Evitare la concentrazione degli eletti in pochi grandi centri
L’obiettivo è raggiunto in parte
È probabile, ma non è certo, che ogni collegio esprima un eletto.
Riavvicinare i magistrati all’autogoverno
L’obiettivo è raggiunto
Candidati “indipendenti” possono collegarsi tra loro anche solo perché accomunati dalla scelta di non appartenere ad un gruppo associativo. Nella comparazione con gli altri candidati collegati è valorizzato il peso di ciascun candidato all’interno del proprio collegio.
Garantire la rappresentanza di genere
L’obiettivo è raggiunto in parte
La rappresentanza di genere è favorita dalla possibilità della doppia preferenza differenziata per genere. Non sono previste però quote di risultato nel riparto dei seggi. Inoltre, la doppia preferenza rischia di favorire gli accordi e gli scambi di voti che il turno unico mira a scoraggiare.
Assicurare che il Consiglio sia rappresentativo del pluralismo di idee che caratterizza la magistratura
L’obiettivo è raggiunto
Il modello proposto mantiene il pluralismo ideale delle componenti associative e dei valori di cui esse sono portatrici, senza togliere spazio ai gruppi minori. Il turno unico scoraggia il “correntismo” perché non consente accordi e scambi di voti.