Comunicato

Giudizio abbreviato precluso per i reati puniti con l’ergastolo: non se ne sente il bisogno

Un progetto di riforma inutile, dannoso per l’efficienza della giustizia, contrastante con l’obiettivo della deflazione che Governo e Parlamento affermano di voler perseguire

Nella giornata di ieri, 6 novembre 2018, la Camera dei deputati ha approvato la norma contenuta nella Proposta di legge di iniziativa parlamentare che esclude il ricorso al rito abbreviato per i reati puniti con la pena dell’ergastolo.

Si tratta di una disposizione che, ove approvata, avrà pesanti ricadute sui carichi delle Corti d’assise, cui imporrà la celebrazione di lunghi e impegnativi dibattimenti penali per processi che, con la disciplina attuale, possono invece essere definiti in tempi molto rapidi con il giudizio abbreviato, assicurando in tempi ragionevoli di pervenire ad una sentenza definitiva nell’interesse dell’imputato e delle stesse parti civili, così come la attuale esperienza giudiziaria dimostra.

La preclusione appare del tutto incoerente con il principio della ragionevole durata del processo e frustra l’obiettivo della deflazione, che pure il Governo e il Legislatore con altri interventi di vario segno sostengono di voler perseguire.

Tale riforma non può trovare giustificazione nell’affermata esigenza di sicurezza e di inasprimento della pena in relazione a fatti gravissimi che turbano l’opinione pubblica. Va, infatti, ricordato che esiste già nel sistema la possibilità di irrogare la pena dell’ergastolo, anche nei processi con rito “abbreviato”, in caso di concorso di più delitti punibili con l’ergastolo o di concorso di un delitto punibile con l’ergastolo con uno o più delitti che importano pene detentive temporanee per un tempo complessivo superiore a cinque anni.

Si tratta, quindi, di un intervento mai invocato dagli operatori del diritto e dal mondo accademico, i quali, anzi, indicano l’opportunità di una riforma nel senso dell’ampliamento del ricorso ai riti alternativi e che appare dannoso per l’efficienza della giustizia, contrario agli interessi delle parti coinvolte e di nessuna utilità per la sicurezza dei cittadini.

Chiediamo all’ANM di assumere ogni idonea iniziativa utile a fornire il proprio qualificato contributo alla discussione parlamentare, evidenziando le molteplici criticità e gli effetti gravemente distorsivi della riforma in discussione sull’intero sistema.

7 novembre 2018