Le novità organizzative del CSM nel rispetto delle sue prerogative

La formazione delle commissioni e l’avvio di un percorso per rivedere il suo assetto interno primi atti del nuovo Consiglio. Con l’impegno a contemperare gli obiettivi organizzativi e funzionali col presidio d’indipendenza dell’organo

La prima settimana effettiva di lavori del nuovo CSM ci consegna due novità organizzative essenziali: la formazione delle commissioni e la costituzione di un gruppo di lavoro per il riassetto dell’attività consiliare.

Francesca è stata assegnata alla prima e alla decima commissione; Marcello alla seconda e, come presidente, alla sesta; Maurizio alla quarta e all’ottava; Geno alla disciplinare (dove primi supplenti sono tra gli altri Antonello e Francesca) e alla terza; Antonello alla quinta; Tullio alla settima e alla nona. 

Inoltre nella prima seduta plenaria è stata decisa la costituzione del gruppo di lavoro per la riorganizzazione delle attività delle commissioni e del Plenum. L’abbiamo richiesta con fermezza – dando seguito a un’istanza già proposta tempestivamente dai componenti di AreaDG precedenti – e su questa richiesta abbiamo lavorato per ottenere una delibera che fosse condivisa da tutti i componenti, compreso il vice presidente e l’intero Comitato di presidenza.

Invero questi ultimi avevano avanzato una proposta iniziale soppressiva della quarta settimana di sospensione delle sedute del Consiglio, motivata dai troppi ritardi che esso ha accumulato, soprattutto nella definizione delle pratiche sugli incarichi direttivi e semidirettivi nonché di quelle per le approvazioni dei progetti organizzativi degli uffici. Tale proposta si è tra l’altro accompagnata a un atto indiretto d’accusa nei confronti della precedente consiliatura che non condividiamo nella misura in cui disconosce l’impegno dedicato dai consiglieri a modificare prassi consociative, a improntare l’attività a condotte trasparenti e rigorosamente rispondenti alla disciplina regolamentare, a promuovere l’adozione di circolari innovative per la funzionalità del servizio e la comprensibilità delle deliberazioni.   

  A fronte delle più complesse ragioni che – insieme con le vicende che hanno inciso sulla stabilità del suo organico – hanno pesato sull’arretrato del Consiglio, ci è sembrato che la mera e definitiva soppressione dello spazio mensile dedicato alla predisposizione dei testi di delibere e relazioni nonché allo studio delle pratiche equivalesse a un segnale ad effetto, sul piano comunicativo, ma non rispondente, senza un’analisi approfondita della situazione, alle esigenze effettive di una struttura tanto complessa.

  La proposta alternativa dell’istituzione d’un gruppo dedicato allo studio delle cause effettive dell’arretrato e delle soluzioni più opportune ha condotto al risultato unanime di limitare a tre mesi gli effetti del disegno iniziale del Comitato di presidenza. Questo periodo sarà così dedicato alla ricerca di cause e soluzioni nell’intento di pervenire a un assetto del CSM adeguato al nuovo tessuto ordinamentale e se possibile più elastico, con tempi delle decisioni congrui, una superiore chiarezza degli atti consiliari e l’accesso dei colleghi all’iter delle procedure. 

Si tratta d’intervenire su una struttura e su un’organizzazione che si sono consolidate in decenni e che, malgrado risorse non aggiornate all’incremento progressivo delle attività dettate dalle riforme, hanno potuto operare soprattutto grazie alla competenza e alla dedizione encomiabile del personale, in primis dei magistrati addetti alla segreteria generale e all’ufficio studi. La delicatezza dell’intervento che ci proponiamo è data dalla necessità di bilanciare quegli obiettivi con l’essenza dell’attività del Consiglio. Essa va salvaguardata da possibili forme di dirigismo nelle quali, in nome dello stesso efficientismo che si rincorre nell’intero mondo giudiziario, finiscano per comprimere, magari al di là degli intenti, il pluralismo, la ponderazione, in definitiva la piena autonomia delle sue deliberazioni. 

È dunque inevitabile che l’operato del gruppo di lavoro preveda almeno due passaggi: il primo teso a evidenziare le criticità esistenti e a delineare una nuova, più efficace organizzazione, anche per conferire quanto prima definitività al calendario delle sedute, a oggi provvisorio; il secondo, con cui consolidare l’inversione di tendenza che si vuole imprimere rispetto agli obiettivi che abbiamo enunciato.

Confidiamo che in un periodo ragionevole se ne rendano visibili i primi risultati sui tempi delle decisioni del CSM, ferma restandone l’insopprimibile caratura politico-discrezionale che è presidio d’indipendenza per ogni singolo magistrato.

Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello

 

11 febbraio 2023