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Nuovo P.G. della Cassazione
Le ragioni d’una scelta doverosa

È stato disatteso l’auspicio d’un voto condiviso per uno degli incarichi più alti nella magistratura. E ancora sfuggono le ragioni della posizione discorde e risultata minoritaria

Oggi il Plenum del CSM ha nominato il nuovo Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione. La V Commissione aveva proposto con due voti il dott. Luigi Riello (votanti D’Amato e Lanzi) e con due voti il dott. Luigi Salvato (votanti Ciambellini, Dal Moro).

All’esito del dibattito svolto alla presenza del Presidente della Repubblica è stato nominato il dott. Luigi Salvato con 17 voti (Ardita, Benedetti, Cascini, Celentano, Chinaglia, Ciambellini, Curzio, Dal Moro, Donati, Ermini, Gigliotti, Grillo, Marra, Pepe, Salvi, Suriano), mentre il dott. Riello ha ottenuto 9 voti (Balduini, Basile, Braggion, Cerabona, D'Amato, Di Matteo, Lanzi, Miccichè). Astenuto il cons. Cavanna. 

Riportiamo di seguito l'intervento svolto a nome del gruppo da Giuseppe Cascini.

Alessandra,
Elisabetta,
Ciccio,
Giuseppe,
Mario

 

Intervento di Giuseppe Cascini
nel Plenum del 23 giugno 2022

Ringrazio il Presidente della Repubblica che ancora una volta ha scelto di essere presente in occasione di una importante decisione del Consiglio.

Rivolgo un saluto al Procuratore Generale Salvi, che il prossimo 9 luglio cesserà dall’incarico e che nel corso del suo mandato ha dovuto affrontare uno dei passaggi più difficili, se non forse il più difficile, per la magistratura italiana. 

Non sempre siamo stati d’accordo con le decisioni assunte dal suo ufficio, come è fisiologico che sia, ma credo sia doveroso riconoscere il contributo da lui offerto in quello sforzo che ci ha impegnato tutti (o quasi tutti) a partire dalla primavera del 2019 per recuperare la credibilità e la autorevolezza della nostra Istituzione.

Nel salutarlo desidero esprimergli anche la nostra personale vicinanza per gli indecorosi attacchi che gli sono stati rivolti in questi anni sul piano personale, ai quali non ha potuto replicare in ragione del ruolo ricoperto. Attacchi provenienti da chi, all’interno e all’esterno della magistratura, ha pensato di cogliere l’occasione dello scandalo del giugno 2019 per regolare i conti con la magistratura, la cui colpa, agli occhi di costoro, non è stata quella di concordare segretamente nomine con esponenti della politica, ma quella di esercitare, senza ambizione e senza paura, il controllo di legalità anche nei confronti di chi detiene il potere.

E di questo desiderio di resa dei conti abbiamo registrato traccia anche nei recenti dibattiti sui referendum e sulla riforma del CSM. E qualche traccia, ahimè, è rimasta anche nelle norme approvate.

Venendo al merito delle proposte oggi in discussione, devo esprimere, ancora una volta, il mio rammarico per la incapacità della Commissione di pervenire, soprattutto per nomine così importanti, a scelte unitarie o, almeno, ampiamente condivise.

Eppure, in questo caso, ve ne erano tutti i presupposti.

Analizzando il profilo professionale del Procuratore Generale Aggiunto, dott. Salvato, troviamo, infatti, e in misura considerevole, tutti gli indicatori speciali previsti dagli articoli 22 e 34 del Testo Unico sulla dirigenza.

Il dott. Salvato ha svolto praticamente tutte le funzioni in Corte di Cassazione:
per oltre 3 anni quale Magistrato di appello addetto all’Ufficio del Massimario;
per 3 anni e 7 mesi è stato Consigliere della Corte di cassazione;
per 4 anni e 5 mesi  ha svolto le funzioni di Sostituto Procuratore Generale;
per 2 anni e 3 mesi è stato Avvocato Generale;
da 2 anni è Procuratore Generale Aggiunto;
(22 lettera a)
- ha partecipato alle udienze avanti alle Sezioni Unite per almeno 7 anni in udienze pubbliche e camerali, in 29 occasioni;
- da 2 anni (dalla nomina a PG aggiunto) ha la direzione dell’attività relativa alle Sezioni Unite civili ed ai regolamenti di giurisdizione;
(22 lettera b)
- si occupa di disciplinare da 8 anni e mezzo; da 3 anni è responsabile del servizio disciplinare;
(22 lettera c)
- ha svolto, e svolge, attività di vigilanza ai sensi dell’art. 6 D.Lvo 106/2006;
- ha maturato ampie esperienze in ambito internazionale con riferimento alle attribuzioni della Procura Generale;
(22 lettera d)
- ha rilevantissime esperienze organizzative presso la Corte, avendo ricoperto l’incarico di Avvocato Generale e di Procuratore Generale Aggiunto.
(22 lettera e)

Molti di questi indicatori mancano del tutto nel profilo dell’altro candidato proposto oppure sono decisamente sub-valenti.

Invero, il dott. Riello non ha mai svolto attività davanti alle Sezioni Unite, non ha esperienze in attività internazionali della Procura Generale e non ha mai ricoperto incarichi direttivi e/o direttivi superiori nella legittimità (che l’art. 34 del TU individua quale elemento preferenziale). Le esperienze nel disciplinare e nell’attività di vigilanza sono decisamente ridotte, sul piano qualitativo e quantitativo, rispetto a quelle del dott. Salvato.

Il dott. Salvato, inoltre, è giurista particolarmente colto e apprezzato.

A questi elementi di carattere oggettivo, vorrei aggiungerne altri che ho avuto modo di apprezzare particolarmente nel corso della audizione svolta davanti alla V Commissione e alla quale ho partecipato: l’umiltà e la disponibilità al dialogo e al confronto, oltre al rigoroso rispetto dei tempi assegnati dalla Presidenza, anche questo segno importante di umiltà e di rispetto per gli altri.

Più volte, nel suo intervento, il dott. Salvato ha detto di non credere all’idea dell’uomo solo al comando, dicendosi convinto della necessità di ricercare sempre soluzioni condivise attraverso il confronto all’interno dell’Ufficio. E questo corrisponde pienamente alla mia idea del ruolo della dirigenza degli uffici giudiziari: nemmeno io credo all’idea di un capo che comanda e decide e sono convinto, al contrario, che la gestione partecipata degli uffici sia la ricetta migliore contro il verticismo, la gerarchizzazione e la burocratizzazione della magistratura.

Inoltre, rispondendo a domande anche involgenti temi delicati relativi ai rapporti tra Procura Generale e CSM, ha manifestato disponibilità al confronto e all’approfondimento congiunto delle questioni.

È noto, infine, che il dott. Salvato è particolarmente apprezzato all’interno dell’Ufficio della Procura Generale praticamente da tutti i colleghi dell’Ufficio.

Insomma, a me pare difficile comprendere come si possa, in presenza di elementi, oggettivi e soggettivi, così netti e indiscutibili, propendere per un altro candidato. Ed, infatti, pur avendo letto attentamente la proposta in favore del dott. Riello e ascoltato oggi con attenzione la relazione del Cons. D’Amato non ho in realtà compreso le ragioni di tale proposta.

Peccato. Mi piacerebbe aggiungere: sarà per una prossima volta. Ma credo che per noi il tempo delle occasioni finisca qua.

23 giugno 2022