A difesa del giudice di Catania e del ruolo della magistratura
Questa mattina abbiamo depositato, unitamente agli altri consiglieri togati, con la sola esclusione dei consiglieri del gruppo di Magistratura Indipendente, una richiesta di pratica a tutela della collega del tribunale di Catania che ha emesso tre ordinanze con cui non sono stati convalidati i trattenimenti di alcune persone rifugiate.
Esponenti della maggioranza e dell’esecutivo e persino la presidente del Consiglio, che si è dichiarata “basita”, hanno attribuito un valore politico a questi atti giudiziari, qualificandoli come un “ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico”.
Alla collega stessa sono stati riferiti gravi appellativi (“nemici della sicurezza della Nazione”) e finanche l’accusa di “scagliarsi contro i provvedimenti di un Governo democraticamente eletto”), tanto da esporla a inevitabili attacchi mediatici.
Abbiamo pertanto ritenuto doveroso richiedere l’apertura della pratica a tutela della collega, a difesa della giurisdizione e dei principi costituzionali di autonomia e indipendenza della magistratura. Ci sorprende e ci amareggia la scelta dei consiglieri del gruppo di Magistratura indipendente che hanno deciso di non aderire alla richiesta, ritenendola una “iniziativa politica”.
Una spiegazione che davvero non comprendiamo. La tutela del ruolo che la Costituzione assegna alla magistratura è uno dei compiti che spetta al Consiglio Superiore, senza alcuna connotazione politica. Sulla base di questo principio, continueremo sempre ad assolvere con impegno e convinzione il nostro compito.
3 ottobre 2023