Affossata in CSM la modifica della circolare sulle valutazioni di professionalità
Due settimane fa abbiamo riferito circa l’inizio della discussione in Plenum sulla delibera di modifica della circolare sulle valutazioni di professionalità, nata da una proposta, presentata già nel 2020 in Commissione dai componenti di AreaDG.
Una modifica basata su alcune semplici direttrici:
- semplificazione del procedimento di valutazione (mediante la adozione di modelli predefiniti per autorelazione, rapporto e parere);
- eliminazione dei giudizi e degli aggettivi (in assenza di criticità il giudizio sarà positivo senza aggettivazioni);
- individuazione dei fatti potenzialmente rilevanti per un giudizio non positivo.
Una proposta finalizzata a ridurre il peso dei dirigenti nella procedura di valutazione e a rafforzare l’autonomia interna dei magistrati.
Un intervento da tempo auspicato, oggetto di discussione e confronto costante tra i magistrati, tanto da essere contemplato nei programmi elettorali di diversi gruppi associativi (tra i quali sicuramente quelli di AreaDG, ma anche di MI in un suo recente “appello al voto”) e da ultimo salutato con grande favore dai rappresentanti dei Consigli giudiziari presenti all’incontro in CSM di marzo 2022.
Già nella scorsa seduta il Procuratore Generale aveva chiesto il ritorno in Commissione della pratica.
Richiesta sostenuta con forza dalla componente di Magistratura indipendente, che, nelle more del rinvio, ha anche presentato (in via subordinata rispetto alla richiesta di ritorno in commissione) 70 emendamenti che stravolgevano l’impianto complessivo della riforma, non solo tornando – di fatto – alla formulazione attuale della circolare, ma addirittura proponendo espressamente l’inserimento in circolare di previsioni:
- anticipatorie delle previsioni della legge delega (delega non ancora esercitata) che sono state oggetto di forti critiche in sede di parere del Consiglio sulla riforma, oltre che nel dibattito associativo, quali le c.d. pagelle dei magistrati;
- contrarie alla semplificazione;
- amplificative d’importanti spazi valutativi e discrezionali per il giudizio del dirigente (addirittura ammettendosi che il dirigente, a propria scelta, possa specificare “particolari elementi di apprezzamento positivo”, possibilità da cui discenderebbe un aumento della già sussistente deriva gerarchica);
- ripristinatorie (addirittura in aumento rispetto alla vigente circolare) dell’uso di aggettivazioni nei pareri del Consiglio Giudiziario (che dovrebbe menzionare, ove ritenuto, “l’eccezionalità del livello raggiunto dal magistrato”), produttive di gravi disuguaglianze tra i magistrati.
Oggi il Plenum, con il voto (determinante) del Comitato di presidenza (votanti Vice presidente Ermini, Primo presidente Curzio e Procuratore Generale Salvato) e dei consiglieri Balduini, Braggion, D’Amato, Miccichè, Ciambellini, Grillo, Lanzi, Donati, Cerabona, ha deciso il ritorno in Commissione della pratica (astenuti Ardita, Basile, Celentano, Gigliotti, Marra) Abbiamo votato in senso contrario (votanti contro: Benedetti, Cascini, Cavanna, Chinaglia, Dal Moro, Di Matteo, Pepe, Suriano, Zaccaro), perché:
- non vi erano ragioni di interferenza con la legge delega;
- era legittimo ed anzi auspicabile un franco dibattito in Plenum sulle opzioni culturali differenti, sottostanti alle diverse impostazioni proposte in ordine alla procedura di valutazione di professionalità.
La nostra richiesta è rimasta ingiustificatamente inascoltata.
La pratica torna in Commissione e chissà se e quando tornerà in Plenum.
Avevamo proposto una modifica che ci sembrava necessaria ed utile al superamento di numerose criticità.
Non pretendevamo certo una totale adesione.
Ci aspettavamo, però, almeno un dibattito ed una risposta, ai consiglieri giudiziari ed ai magistrati tutti, su un tema importantissimo per il governo autonomo della magistratura.
Dibattito e risposta che ci sono stati negati in Commissione (ove la presidenza non ha consentito una vera discussione della proposta, né quanto ai tempi – e da qui l’approdo in plenum solo a ottobre 2022 – né quanto ai contenuti, salvo poi riversare in Plenum il contenuto di emendamenti che avrebbero potuto essere discussi in Commissione) come in Plenum, attraverso il lapidario verdetto di un ritorno in Commissione.
Alessandra,
Elisabetta,
Ciccio,
Giuseppe,
Mario
9 novembre 2022