Concorso, l’emergenza non premi una preparazione nozionistica
La legittimazione del potere giudiziario risiede non certo sul consenso sociale, ma sulla professionalità dei magistrati che si fonda, innanzi tutto, sulla serietà del concorso che li seleziona.
Per tale motivo, abbiamo chiesto al Comitato di Presidenza l’apertura di una pratica presso la Sesta commissione referente onde esprimere un parere sul decreto legge che ha modificato la disciplina del concorso in magistratura bandito con DM 29.10.19 cercando di contemperare la assoluta urgenza di procedere al reclutamento di nuovi magistrati con l’emergenza pandemica.
Com’è noto fra le novità introdotte, al fine di limitare i tempi di celebrazione delle prove e, quindi, ridurre i rischi di assembramenti e contagi, vi sono:
- la contrazione del tempo concesso per lo svolgimento delle prove scritte;
- la riduzione da tre a due delle prove scritte (previo sorteggio per individuare le materie sulla quali svolgerle);
- la sostituzione della prova scritta con un “sintetico elaborato teorico”.
Il parere formulato dalla Sesta Commissione (con il voto favorevole dei soli Consiglieri Miccichè e Ardita) ha correttamente illustrato le novità normative ed ha svolto rilievi critici solo in ordine alla contrazione del tempo per lo svolgimento delle prove.
Dal nostro punto di vista, la disciplina speciale introdotta dal decreto legge pone anche ulteriori e seri problemi proprio alla luce dell’importanza che assume il concorso per la legittimazione della magistratura.
Innanzi tutto, ci è apparsa inopportuna la norma che rischia, a seconda dell’esito del sorteggio, di selezionare i futuri magistrati senza una valutazione della prova scritta nella materia civile o penale, ovvero in una di quelle due materie che costituiscono l’ambito proprio della giurisdizione ordinaria.
Inoltre, pur ritenendo che la capacità di sintesi sia una dote necessaria per un magistrato, ci sono sembrate condivisibili le obiezioni espresse in Plenum dal Cons. Benedetti a proposito dell’ambiguità della nozione di “sintetico elaborato teorico” introdotta in luogo della “prova scritta”, che potrebbe mettere in difficoltà la stessa commissione esaminatrice, la quale, nel giudicare le prove, potrebbe sentirsi chiamata a valutare negativamente o meno positivamente un elaborato assai completo e convincente ma non “sintetico”.
Ma soprattutto ci è sembrato che una prova scritta connaturata da siffatto requisito rischierebbe, comunque, di favorire quei candidati che limitano lo studio alla preparazione delle singole possibili tracce delle prove scritte e, dunque, hanno maggiore possibilità di redigere nelle poche ore a disposizione quell’elaborato “sintetico” che la norma sembra volere, invece di premiare coloro che, conoscendo bene gli istituti giuridici, riescono a esprimere la loro capacità di ragionare sulle questioni poste dalla traccia e a redigere un elaborato argomentato.
Per tali motivi, abbiamo presentato due emendamenti alla proposta di parere.
Con il primo emendamento (Cons. Zaccaro), abbiamo proposto di suggerire al Governo, nell’ipotesi in cui si voglia tenere ferma la previsione di solo due prove scritte, al fine di ridurre le occasioni di assembramento con relativo rischio di contagio, di stabilire che le stesse siano svolte in diritto civile e diritto penale, poiché, nella contingenza straordinaria del concorso in argomento, la pur essenziale conoscenza del diritto amministrativo (cui coloro che aspirano a partecipare a questo concorso bandito quasi due anni fa si sono certamente dedicati) potrà essere vagliata accuratamente in sede di prova orale.
L’emendamento è stato approvato con 13 voti favorevoli (cons. Benedetti, Cascini, Cavanna, Cerabona, Ciambellini, Curzio, Dal Moro, Donati, Grillo, Marra, Pepe, Suriano, Zaccaro); 6 contrari (cons. Ardita, Balduini, Braggion, D’Amato, Di Matteo, Miccichè); e 3 astenuti (Basile, Celentano, Lanzi).
Con il secondo emendamento (Cons. Benedetti e Cascini) abbiamo evidenziato le criticità della scelta di sostituire la prova scritta classica con un “sintetico elaborato teorico”.
L’emendamento è stato approvato con 20 voti favorevoli (cons. Balduini, Basile, Benedetti, Braggion, Cascini, Cavanna, Celentano, Cerabona, Ciambellini, Curzio, Dal Moro, D’Amato, Donati, Grillo, Lanzi, Marra, Miccicchè, Pepe, Suriano, Zaccaro); nessun contrario e 2 astenuti (cons. Ardita, Di Matteo).
Un terzo emendamento (proposto dai cons. Balduini, Braggion, Cavanna, D’amato e Miccicchè), teso a proporre di “irrobustire” il tirocinio presso gli uffici giudiziari per i MOT che risultassero vincitori del concorso in questo straordinario contesto, è stato respinto avendo riportato: 5 voti favorevoli (i soli proponenti); 7 voti contrari (Benedetti, Cascini, Curzio, Dal Moro, Pepe, Suriano, Zaccaro) e 11 astenuti.
All’esito il parere è stato posto in votazione come emendato, ed è stato approvato con 10 voti favorevoli (cons. Benedetti, Cascini, Ciambellini Curzio, Dal Moro, Grillo, Marra, Pepe, Suriano, Zaccaro), 3 voti contrari (cons. Cavanna, Celentano, Di Matteo) e 9 astenuti (Ardita, Balduini, Basile, Braggion, Cerabona, D’Amato, Donati, Lanzi, Miccichè). Alcune astensioni (cons. Miccichè e D’Amato) sono state motivate con la non condivisione dell’emendamento approvato con il quale si propone, in luogo del sorteggio, di escludere la prova di diritto amministrativo.
I Consiglieri Chinaglia e Gigliotti non hanno partecipato ad alcuna delle votazioni per ragioni personali.
Il dibattito in Plenum è stato molto ricco e utile per ricordare a tutti noi la necessità di intervenire sul sistema di reclutamento dei magistrati, innanzi tutto tornando al concorso di primo grado e poi ragionando sulla tipologia di tracce che possano garantire la migliore selezione dei magistrati, valorizzando coloro che negli anni di studio hanno acquisito una maggiore conoscenza degli istituti giuridici e una capacità di analisi e di ragionamento sulle questioni, piuttosto che quelli che, frequentando le costose scuole private di preparazione al concorso, tendono a concentrare il loro studio sulla redazione di elaborati su temi “caldi”, nella speranza che possano essere oggetto delle tracce delle prove scritte.
Elisabetta Chinaglia,
Alessandra Dal Moro,
Giuseppe Cascini,
Mario Suriano,
Ciccio Zaccaro
13 maggio 2022