DNA, il rischio di nomine a pacchetto
Avviamo, oggi, una nuova e diversa forma di comunicazione relativa alle attività del Consiglio che vorremmo affiancare a quella del Diario.
Ci siamo accorti, infatti, che raramente alla diffusione del Diario segue un dibattito o una discussione sui tanti temi di carattere generale oggetto di comunicazione.
Pensiamo che questo possa forse dipendere dalla inevitabile lunghezza e complessità del Diario, che rende più difficile cogliere immediatamente le questioni che involgono temi di carattere generale.
Proviamo quindi ad offrire un solo tema di discussione legato alla attualità, ma che assume valenza generale, come occasione per l’avvio di un dibattito utile a formulare proposte ed iniziative per modificare le prassi o la normativa secondaria del CSM.
Per questo pensiamo di limitare la comunicazione, almeno nella prima fase, alla lista NUOVAREA.
Il primo tema su cui vorremmo aprire un confronto è quello delle nomine a pacchetto.
La recente vicenda della proposta della Terza Commissione sulla destinazione di tre magistrati alla Direzione Nazionale Antimafia ha aperto un dibattito tra noi sui criteri di selezione degli aspiranti e sul procedimento attraverso il quale si perviene all’attribuzione dei punteggi.
Ci siamo resi conto che la vigente circolare è inadeguata, in parte perché scritta prima della riforma che ha attribuito alla DNA competenze in materia di terrorismo e in parte in quanto lascia eccessivi margini di discrezionalità nell’attribuzione dei punteggi.
Manca, inoltre, una disciplina del procedimento per l’esame dei profili dei candidati e l’assegnazione dei punteggi, il che consente, di fatto, in caso di nomine plurime, di decidere prima i candidati da nominare per poi procedere all’attribuzione dei punteggi.
Abbiamo, pertanto, chiesto l’apertura di una pratica in Terza Commissione per la revisione su questi punti della circolare sulle nomine in DNA, in Cassazione e al Massimario.
Questa iniziativa è stata condivisa da tutti i componenti togati e da due componenti laici.
Le nostre idee, sulle quali intendiamo aprire il confronto all’interno di AREA e in Consiglio, sono queste:
- sui criteri per l’attribuzione dei punteggi per la DNA: introdurre specifiche previsioni anche con riferimento alle esperienze antiterrorismo, prevedere punteggi variabili in base alla durata delle esperienze maturate nei due settori e attribuire maggiore peso all’esercizio, attuale o recente e per un certo numero di anni, delle funzioni requirenti di primo grado.
- sul procedimento, da applicare alle nomine plurime con unico bando (DNA, Cassazione, Massimario): prevedere che l’attribuzione dei punteggi ai candidati avvenga in ordine di anzianità, in sedute separate, e sulla base della media dei voti espressi dai componenti e non a maggioranza, con verbalizzazione, in ogni seduta, del punteggio assegnato.
Pensiamo che in questo modo possa rendersi più trasparente e prevedibile il percorso decisionale, così scoraggiando, o almeno ostacolando, prassi che portano alla ricerca di accordi tra i gruppi per la individuazione di un pacchetto condiviso.
Attendiamo le vostre osservazioni e i vostri suggerimenti.
Alessandra Dal Moro,
Giuseppe Cascini,
Mario Suriano,
Ciccio Zaccaro
25 settembre 2019