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La proposta dei sei magistrati per la Scuola superiore

Preceduta dal clamore di gravi e sconsiderate dichiarazioni pubbliche di alcuni consiglieri, la votazione della Sesta commissione ha ieri indicato i sei magistrati componenti del Comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura. In attesa della stesura della motivazione della delibera e del Plenum successivo, vogliamo dare conto sinteticamente di un lavoro condotto nel rispetto di una sola regola di fondo: la valutazione dei curricula dei candidati, alla luce dei criteri indicati dal bando e dell’esigenza di garantire un direttivo improntato al pluralismo professionale e culturale

Ieri la Sesta commissione del CSM ha votato la proposta relativa ai sei magistrati componenti del Comitato direttivo della Scuola Superiore della magistratura. Nella serata già un organo di stampa ne ha dato notizia, mentre attendevamo che ne avesse la prima informazione la Presidenza della Repubblica. Ciò testimonia l’attenzione mediatica attribuita a queste nomine, alimentata dalle dichiarazioni pubbliche di alcuni consiglieri nei mesi scorsi.

Per questo motivo vogliamo dare conto sinteticamente di questo risultato pure ancora nell’assenza della delibera di Plenum e della definizione della pratica di commissione relativa alla designazione del docente universitario di competenza del Consiglio.

La Sesta commissione ha scrutinato ottantacinque domande, la gran parte di colleghi dal percorso professionale di rilievo elevatissimo. Alcune revoche, avvenute ancora  pochi giorni fa, di candidati che vantavano curricula significativi si sono inframezzate a nuove decisioni del giudice amministrativo, che hanno annullato le nomine del precedente direttivo della Scuola, oltre che alle sconsiderate iniziative mediatiche dei consiglieri citati.

La Sesta commissione è riuscita a proseguire i propri lavori sottraendosi alla possibile influenza delle inevitabili tensioni seguite a quelle polemiche pubbliche, nel silenzio dovuto al rispetto per le istituzioni e per i colleghi aspiranti, un rispetto che è mancato invece a quanti si sono resi protagonisti di simili intemerate giornalistiche.

Piuttosto la Commissione ha regolato l’iter della selezione sulla base della giurisprudenza amministrativa nel frattempo consolidatasi, cercando di conformarlo alla stessa tanto nella fase delle audizioni quanto in quella comparativa successiva e avendo sempre di mira, nelle valutazioni, il rispetto del bando, che assegnava valore prioritario ai criteri delle competenze professionali nelle funzioni e dell’esperienza didattica e valenza ulteriore agli altri parametri indicati.

Crediamo che i sei nomi proposti (Roberto Giovanni Conti, Loredana Nazzicone e Gian Andrea Chiesi, per il settore civile; Vincenzo Sgubbi, Fabio Di Vizio e Roberto Peroni Ranchet, per il penale) rispondano ai requisiti di un direttivo dotato di attitudini organizzativa e formativa, al contempo plurale nelle esperienze e nei valori di riferimento. Confidiamo che la motivazione della delibera lo dimostrerà appieno.

In presenza di una maggioranza consiliare si è rivelata portatrice di una visione opposta, noi rappresentanti di AreaDG abbiamo tenuto e terremo ferma l’idea che la Scuola debba esprimere anche un’idea di magistrato calato appieno nella realtà sociale, sensibile alle istanze dei cittadini, soprattutto i più deboli, e attrezzato per risolvere le questioni giuridiche alla stregua delle fonti molteplici del diritto.

La proposta della Sesta commissione è stata votata da quattro consiglieri, con due astensioni: di un componente di Magistratura indipendente e della componente laica rappresentante del centro destra. Confidiamo che il Plenum vorrà confermare questa proposta e che nel frattempo si giunga anche all’indicazione di un docente universitario dotato del prestigio che la Scuola superiore della magistratura merita.

 

19 gennaio 2024