Procuratore di Firenze, una scelta della politica
A decidere chi sarà il nuovo Procuratore della Repubblica è stato il voto di Magistratura indipendente e dei consiglieri laici di centro destra e di Italia Viva. Tra questi si è schierato anche il vicepresidente Fabio Pinelli, che per la prima volta da quando è iniziata la nuova consiliatura ha annunciato al termine del dibattito in Plenum che avrebbe votato, dichiarando di volere decidere di volta in volta quando esprimere oppure no il suo voto.
In questo modo Pinelli è stato decisivo. Filippo Spiezia, il candidato proposto da MI e centro destra, ha infatti ottenuto gli stessi voti, 15, dell’altro aspirante che aveva superato il ballottaggio, Ettore Squillace Greco. Ma per regolamento il voto del vicepresidente vale doppio. Risultato: 16 a 15 per Spiezia.
In Plenum erano stati proposti tre candidati: Rosa Volpe, già procuratrice aggiunta di Napoli; Filippo Spiezia, fuori ruolo con l’incarico di membro nazionale di Eurojust; e Squillace Greco, procuratore di Livorno.
La prima votazione ha portato al ballottaggio Spiezia e Squillace Greco.
Per Spiezia hanno poi votato i consiglieri Aimi, Bertolini, Bianchini, Ernesto Carbone, Cilenti, D’Ovidio, Eccher, Giuffré, Marchianò, Mazzola, Natoli, Nicotra, Paolini e Salvato oltre a Pinelli; per Squillace, Abenavoli, Basilico, Bisogni, Maurizio Carbone, Chiarelli, Cosentino, D’Auria, Fontana, Forziati, Laganà, Miele, Mirenda, Morello, Papa e Romboli.
Sono stati i laici, insomma, a esprimere la maggioranza.
Si sono astenuti Scaletta e la prima presidente Cassano, la quale, pur esprimendo il proprio apprezzamento per Squillace, ha motivato la scelta con riferimento al proprio ruolo di giudicante proveniente dal distretto toscano.
Alla nomina del procuratore di Firenze era stata attribuita una valenza fortemente politica soprattutto dalle polemiche esplose a più riprese sulle indagini relative ai mandanti delle stragi del ‘93 e su quelle rivolte alla Fondazione Open e a Matteo Renzi.
Alcuni tra i consiglieri intervenuti hanno dichiarato di volere sottrarre il dibattito alle tensioni politiche esterne per concentrarlo sulla comparazione tra i diversi profili professionali dei candidati, tutti di ottimo livello. L’esito della votazione ha acquisito invece una netta portata politica a causa della scelta del vicepresidente di rompere la prassi di astensione, finora seguita; scelta sorprendente che disattende la linea finora tenuta e che Pinelli ha giustificato con la “importanza” della nomina.
Forse avrebbe fatto bene almeno a chiarire, dopo che il Consiglio ha appena deciso per esempio le nomine del procuratore di Reggio Calabria e del presidente del tribunale di Torino, il significato per lui di questo sostantivo.
Francesca&nbp;Abenavoli, Marcello&nbp;Basilico, Maurizio&nbp;Carbone, Geno&nbp;Chiarelli, Antonello&nbp;Cosentino, Tullio&nbp;Morello
5 luglio 2023