Giro d’Italia dei candidati
Da Palermo , tra memorie e speranze, un forte richiamo alla coerenza
La giornata a Palermo dei candidati alle primarie ha avuto inizio in tarda mattinata, con una visita dei primi candidati (Bruno Giangiacomo e Rita Sanlorenzo) giunti a Palermo al MUSEO DELLA MEMORIA, realizzato su iniziativa dell’ANM locale in quello che fu il ‘bunkerino’ di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Particolarmente gradita la guida di Giovanni Paparcuri, che fu autista di Rocco Chinnici e che poi si reinventò un lavoro inedito (realizzazione di ampia banca dati) per l’epoca, a supporto del Pool.
Poco dopo, ci siamo spostati in un vicino ristorante, raggiunti da Roberto Arata, Giuseppe Cascini, Alessandra Dal Moro, Paola Filippi, Bruno Giordano, Mario Suriano e Fabrizio Vanorio, ove ci siamo ritrovati con altri colleghi, più numerosi del previsto.
Quindi, nella sede dell’assemblea, aperti i lavori con un breve ricordo di Rocco Chinnici e di Paolo Borsellino nel giorno dei loro compleanni, nonché della ricorrenza del 19 gennaio 1988 – quando il CSM effettuò la scelta tra Antonino Meli e Giovanni Falcone, confrontando anzianità e merito –, i candidanti hanno brevemente illustrato i rispettivi profili. Aperto il dibattito, hanno preso la parola diversi colleghi, giovani e meno giovani, toccando molti temi: la situazione in Consiglio, la coerenza tra principi declamati e praticati (che hanno portato, in particolare in Sicilia, a un rilevante travaglio interiore, che rischia di spostare i voti verso altri gruppi), soprattutto per le nomine (con scelte che devono essere guidate dalle esigenze dell’ufficio e non dall’appartenenza), le valutazioni di professionalità, la richiesta di attenzione da parte dell'organo di autogoverno delle condizioni di lavoro soprattutto per i più giovani, il riferimento ai carichi di lavoro e alla necessità di apposita ponderazione, da declinare nell’ottica del servizio e non offrire il destro a chi vuole coltivare ‘la paura’.
Anche qui è emerso complessivamente un richiamo alla condotta deontologica (anche rinunciando, se necessario, a talune aspettative), e in sintesi alla necessità della magistratura progressista di distinguersi dagli altri gruppi in concreto.
A sguire, i candidati hanno risposto alle diverse sollecitazioni, rimarcando soprattutto l’esigenza di coesione del gruppo consiliare che si andrà a formare, sottolineando l’esigenza di dare conto con trasparenza delle scelte, di offrire un percorso etico che non deve essere solo dei consiglieri.
Chiudiamo questo breve report con un ringraziamento ai candidati e ai circa 40 colleghi intervenuti, riempiendo l’aula come non si vedeva da tempo.