Diario dal Consiglio del 31 luglio 2020
Rocco Chinnici venne ucciso in un attentato, realizzato con un’auto imbottita con 75 kg di esplosivo parcheggiata davanti alla sua abitazione. Con lui rimasero uccisi, il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi e l'appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della sua scorta, e il portiere dello stabile, Stefano Li Sacchi.
“Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi [...] fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai”
Rocco Chinnici
Il Plenum
Circolare per l’accesso a Massimario, Cassazione, DNAA
Dopo lunga discussione, protrattasi per diverse sedute, nel corso del Plenum di giovedì 30 luglio vi è stata la votazione sulla proposta di modifica della circolare per l’accesso a Cassazione, massimario e DNAA; la votazione è intervenuta sul testo proposto dalla Terza Commissione (ricordiamo che in Commissione la proposta era stata approvata a maggioranza con tre voti a favore, Cascini, Ciambellini e Pepe; un voto contrario, Braggion; due astensioni, Cavanna e Lanzi) e sui numerosi emendamenti presentati, a loro volta seguiti da alcuni emendamenti presentati dagli stessi relatori, Giuseppe Cascini ed Ilaria Pepe.
All’esito delle votazioni può dirsi sostanzialmente recepito l’impianto oggetto della proposta, con alcune integrazioni e modifiche, frutto dell’ampia discussione.
La circolare può dirsi ora definitivamente approvata, anche se la votazione finale e definitiva del testo è stata rinviata al primo Plenum di settembre, al solo fine di consentire l’elaborazione formale del testo finale coordinato e di integrare la relazione di accompagnamento, alla luce degli emendamenti approvati.
Abbiamo già riferito nel Diario del 26 giugno sui contenuti e sui principi ispiratori della riforma.
Il dibattito in Plenum nel corso della votazione sugli emendamenti si è concentrato prevalentemente sulle nuove disposizioni che attribuiscono un punteggio di merito legato alla esperienza professionale maturata nell’esercizio di funzioni giudiziarie.
Secondo alcuni Consiglieri (in particolare il prof, Donati, la cons. Miccichè e il Procuratore generale Salvi) tali disposizioni sarebbero risultate eccessivamente penalizzanti per i magistrati che svolgono (o hanno svolto) funzioni fuori ruolo per periodi prolungati; e ciò anche nei casi in cui le esperienze fuori ruolo siano assimilabili a quelle giudiziarie o comunque di (prezioso) ausilio alla funzione giudiziaria, creando così il rischio che incarichi fuori ruolo molto importanti per la giurisdizione diventino poco appetibili per i magistrati e finiscano per essere ricoperti da esponenti di altre categorie professionali. Inoltre, gli stessi Consiglieri, e anche il Vicepresidente Ermini, hanno manifestato perplessità per l’assenza di una disposizione transitoria che tenesse conto delle aspettative di coloro che hanno scelto percorsi professionali fuori ruolo nella vigenza di disposizioni diverse e non “penalizzanti”.
Nel corso della discussione abbiamo rappresentato che era un errore interpretare le nuove disposizioni in chiave di penalizzazione di alcune funzioni fuori ruolo, in quanto l’unica finalità della proposta è quella di valorizzare l’esperienza professionale all’interno degli uffici giudiziari per periodi prolungati (12 anni per l’accesso al Massimario, 16/18 anni per l’accesso alla Cassazione, 8 anni negli ultimi 15 per l’accesso alla DNAA), nella convinzione che per essere un buon giudice della Corte di Cassazione (e lo stesso mutatis mutandis vale per Massimario e DNAA) sia molto utile, se non addirittura necessario, che ad un elevato profilo attitudinale specifico si accompagni anche una robusta esperienza professionale.
E nemmeno ci sembra che le modifiche introdotte, come pure è stato affermato nel dibattito, rappresentino una rinuncia alla responsabilità di scegliere da parte del CSM. Certamente l’introduzione di punteggi fissi e parametrati all’esperienza professionale risponde anche all’esigenza di ridurre gli (eccessivi) margini di discrezionalità, ma resta in capo al CSM la responsabilità della valutazione discrezionale del profilo attitudinale dei candidati, che consente di attribuire fino a 6 punti. Dunque, il maggior peso attribuito dalla riforma al parere della commissione tecnica per il profilo attitudinale e all’esperienza professionale per il profilo del merito non esclude la discrezionalità del CSM, ma ne impone un esercizio più responsabile e più trasparente.
La maggioranza del Plenum ha respinto gli emendamenti finalizzati ad eliminare le previsioni che attribuiscono un punteggio in base all’esperienza professionale, in particolare quelli presentati dai Cons. Braggion, D’Amato e Miccichè e quelli presentati dai Cons. Ciambellini, Grillo e Mancinetti. Sono stati altresì respinti gli emendamenti presentati dal Cons. Donati finalizzati ad equiparare, ai fini della attribuzione dei punteggi di merito, alcune attività fuori ruolo all’attività giudiziaria.
Insieme a noi hanno votato contro questi emendamenti i Cons. Davigo, Marra e Pepe, i Cons. Benedetti, Cavanna e Basile, e il Primo Presidente Curzio.
Piante organiche
Nel plenum di giovedì è stato licenziato il parere sulla proposta ministeriale di distribuzione degli aumenti di organico.
Si tratta di un lavoro complesso, giunto a termine dopo un’ampia istruttoria che si è avvalsa dei contributi valutativi forniti dai Consigli Giudiziari che hanno proposto altresì - quasi tutti - richieste di attribuzioni aggiuntive. Il parere espresso dal CSM (obbligatorio ma non vincolante) in alcune parti si discosta dalla proposta ministeriale, nell’intento di contribuire a una distribuzione dei nuovi posti in organico funzionale a far sì che tutti gli uffici italiani abbiano tendenzialmente lo stesso numero di sopravvenienze per magistrato. Poiché le sopravvenienze hanno “peso” diverso in ragione del diverso contesto, sono state considerate le particolari specificità dei tribunali distrettuali, gravati da funzioni particolari (la protezione internazionale, l’antitrust, l’impresa, le misure di prevenzione il Gip distrettuale, il riesame), l’indice di criminalità, come riconosciuto dall’Eurispes, le condizioni di difficoltà delle Corti d’appello. Inoltre si sono considerati attentamente, cercando di mantenerli in equilibrio, il rapporto fra magistrati requirenti e magistrati giudicanti penali in ciascun ufficio oltre che il rapporto tra uffici di primo e secondo grado nel distretto.
Sappiamo che alcuni uffici sono rimasti delusi - soprattutto laddove non sono state seguite le indicazioni dei Consigli Giudiziari - ma il Consiglio ha dovuto lavorare entro il limite massimo di aumento stabilito dalla legge, cercando di farsi guidare dal senso di responsabilità e dalla necessità di offrire un’indicazione equilibrata e coerente per tutti gli uffici.
Va rammentato, inoltre, che si trattava di una proposta di distribuzione dell’aumento di organico, e non di una integrale revisione delle piante, per cui è stato possibile solo attenuare alcune delle irrazionalità legate all’attuale geografia giudiziaria.
Il metodo seguito dal CSM, in piena e fattiva collaborazione con il Ministero, ed in particolare con il Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria, può però essere la base per futuri interventi di razionalizzazione e di equa distribuzione delle risorse.
Nella delibera, che alleghiamo stante la complessità dell’intervento (che qui può essere solo accennato), sono analiticamente illustrati il metodo e i criteri seguiti. Nelle schede relative a ciascun distretto sono indicate, in modo specifico, le valutazioni del Consiglio sulla proposta ministeriale relativa ad ogni ufficio.
Alleghiamo anche alcune tabelle che rappresentano, in estrema sintesi, per ciascun ufficio la proposta ministeriale, le richieste dei CG e gli aggiustamenti proposti dal CSM.
Incarichi direttivi e semidirettivi
Sono state votate alcune pratiche di Quinta Commissione in relazione ad incarichi direttivi e semidirettivi che avevano visto proposte contrapposte in Commissione.
- Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Ancona. La Commissione aveva formulato due proposte: dott. Agostini (Miccichè, Cerabona, Mancinetti) e dott.ssa Giaquinto (Davigo), mentre si erano astenuti i consiglieri Suriano e Benedetti. È stato nominato il dott. Raffaele Agostini, con 13 voti (Basile, Braggion, Cascini, Cerabona, Chinaglia, Ciambellini, D'Amato, Dal Moro, Donati, Grillo, Lanzi, Mancinetti, Miccichè), mentre 5 voti sono stati espressi per la dott.ssa Giaquinto (Ardita, Davigo, Gigliotti, Marra, Pepe); 7 gli astenuti (Benedetti, Cavanna, Curzio, Di Matteo, Salvi, Suriano, Zaccaro). L’iter di questa pratica è stato piuttosto complesso. Era già stata sottoposta in passato all’attenzione del plenum una proposta formulata dalla “originaria” Quinta Commissione in favore della Dott.ssa Giaquinto e la pratica era tornata in commissione per un approfondimento sulla situazione di potenziale incompatibilità di uno dei candidati. Istruita nuovamente la pratica, anche con l’acquisizione di un parere dell’ufficio studi ed un supplemento istruttorio chiesto al Consiglio Giudiziario di Ancona, la Quinta Commissione, nella sua nuova composizione, ha formulato due distinte proposte: una in favore della dott.ssa Giaquinto; una in favore del dott. Agostini. Abbiamo espresso il nostro voto in favore del dott. Agostini ritenendo che il rapporto di coniugio della dott.ssa Giaquinto con uno dei principali avvocati penalisti del circondario di Ancona ponesse un insuperabile problema di appannamento dell’immagine di imparzialità del magistrato. A nostro avviso non vi era, in questo caso, necessità di rinviare tale valutazione ad un successivo approfondimento in concreto da parte della prima commissione, in quanto tutti gli elementi di valutazione erano pienamente conosciuti dalla commissione. Risultava, infatti, che il coniuge della dott.ssa Giaquinto esercita attività professionale nel settore penale nel circondario di Ancona e che lo stesso si era impegnato, in caso di nomina della consorte, esclusivamente a non assumere difese dinanzi al Tribunale di Sorveglianza. Tale impegno ci è parso del tutto insufficiente a eliminare i profili di inopportunità della nomina, essendo del tutto evidente che la difesa assunta dal congiunto del magistrato nelle fasi di merito determina un obbligo di astensione per quest’ultimo per la fase esecutiva, indipendentemente da chi sia il difensore nominato in questa fase. L’eventuale nomina avrebbe determinato, dunque, una diffusa situazione di incompatibilità non sanabile, trattandosi di posto direttivo, con il ricorso all’astensione e tale da incidere negativamente sull’immagine di imparzialità della magistratura.
- Presidente del Tribunale di Lecce. La Commissione aveva formulato due proposte: dott. Tanisi (Mancinetti, Suriano, Cerabona) e dott. Silvestrini (Miccichè, Davigo, Benedetti); è stato nominato il dott. Roberto Giuseppe Tanisi, con 11 voti favorevoli (Ardita, Cascini, Cerabona, Chinaglia, Ciambellini, Dal Moro, Di Matteo, Grillo, Mancinetti, Suriano, Zaccaro), 10 voti contrari (Benedetti, Braggion, Cavanna, D'Amato, Davigo, Gigliotti, Lanzi, Marra, Miccichè, Pepe), 3 astensioni (Ardita, Curzio, Salvi). A fronte del profilo del dott. Silvestrini, apprezzabile per le sue qualità di giurista e divulgatore, soprattutto in materia fallimentare, abbiamo preferito il dott. Tanisi per il suo durevole e costante impegno nella giurisdizione e per le qualità organizzative e gestionali dimostrate durante l’esperienza di Presidente della Corte d’Appello di Lecce (poi cessata per annullamento del Consiglio di Stato, ma che di certo non può essere obliterata, come illustrato in un parere dell’ufficio studi e confermato dai precedenti consiliari).
- Presidente di sezione del Tribunale di Milano. La Commissione aveva formulato tre diverse proposte: dott. Guidi (Davigo, Miccichè, Benedetti), dott.ssa Savoia (Suriano), dott. Cernuto (Mancinetti); astenuto Cerabona. Alla prima votazione hanno riportato 11 voti il dott. Guidi, 6 voti la dott.ssa Savoia e 4 voti il dott. Cernuto. Al successivo ballottaggio il dott. Paolo Guidi ha riportato 13 voti (Ardita, Basile, Benedetti, Braggion, Cavanna, D'Amato, Davigo, Di Matteo, Gigliotti, Lanzi, Marra, Miccichè, Pepe) e la dott.ssa Savoia 9 voti (Cascini, Cerabona, Chinaglia, Ciambellini, Dal Moro, Grillo, Mancinetti, Suriano, Zaccaro); astenuto il Pres. Curzio. Riteniamo che, nell’ambito di una platea di aspiranti particolarmente qualificata, la scelta in favore della collega con maggiore anzianità di servizio (la dott.ssa Savoia) fosse quella preferibile per la varietà di funzioni svolte (sia requirenti che giudicanti), per la conoscenza profonda dei settori della giurisdizione penale (Luisa Savoia è stata giudice del dibattimento e - sia pure per un limitato periodo - Gip e giudice del riesame), per la stabile presidenza dei collegi ove ha avuto modo di dare prova delle proprie capacità organizzative, ed infine anche per l’esperienza maturata in ambito ordinamentale come magistrato segretario al CSM, all’esito della quale è rientrata, a differenza di tanti, nella sede di provenienza.
- Presidente di sezione del Tribunale di Napoli Nord. La Commissione aveva formulato due diverse proposte: l’una a favore del dott. Petruzziello (Suriano, Benedetti, Mancinetti, Cerabona) l’altra a favore della dott.ssa Tabarro (Miccichè, Davigo). È stato nominato il dott. Michelangelo Petruzziello, che ha riportato 10 voti (Benedetti, Cascini, Cerabona, Chinaglia, Ciambellini, Dal Moro, Grillo, Mancinetti, Suriano, Zaccaro), mentre 9 sono stati i voti per la dott.ssa Tabarro (Basile, Braggion, Cavanna, D'Amato, Davigo, Lanzi, Marra, Miccichè, Pepe); 2 astenuti (Ardita, Di Matteo). Tra i due magistrati proposti, entrambi ampiamente idonei a ricoprire l’incarico di Presidente di sezione, abbiamo ritenuto in questo caso di privilegiare il profilo del merito del lavoro giudiziario che, a nostro parere, depone a favore del dott. Petruzziello, non solo quanto all’elevata produttività, ma anche per il pregio del lavoro giudiziario, come riconosciuto anche dalla mole dei provvedimenti pubblicati.
* * *
Chiudiamo i lavori del Consiglio in un contesto faticoso e difficile segnato dall’avvio dei procedimenti disciplinari collegati ai fatti emersi dalle indagini di Perugia. Nel rinnovare l’impegno a “raccontare” al termine dell’estate, auguriamo a tutti buone vacanze
Alessandra, Ciccio, Elisabetta, Giuseppe, Mario