COMITATO DIRETTIVO CENTRALE

Report della seduta
del 18-19 dicembre 2021

In apertura del CDC svoltosi nelle giornate di sabato 18 e domenica 19 dicembre, il Presidente dell’ANM Giuseppe SANTALUCIA, nella sua relazione introduttiva, ha riferito al CDC le novità delineatesi, nell’ultimo periodo, sulle riforme in fieri, con particolare riguardo a quelle emerse sulla riforma dell’ordinamento giudiziario.

In particolare, quanto alla legge elettorale per il CSM le principali novità possono così riassumersi:

  • il numero dei componenti del Consiglio superiore della magistratura sarà aumentato, passando dagli attuali 24 ai futuri 30 consiglieri, di cui 20 togati e 10 laici;
  • quanto alla ripartizione interna ai consiglieri togati, resta fermo il numero di 2 consiglieri di legittimità, mentre i giudici di merito passeranno da 10 a 13 e i pubblici ministeri da 4 a 5;
  • si voterà per macro collegi, un collegio bi-nominale nazionale per la Cassazione, 2 collegi bi-nominali per i 5 pubblici ministeri e 5 collegi bi-nominali per i 13 giudici di merito;
  • ogni elettore potrà esprime un’unica preferenza per ciascuna delle tre categorie;
  • i primi 4 pubblici ministeri e i primi 10 giudici di merito verranno eletti, due per ogni collegio, con il sistema maggioritario, che perciò premierà i primi due più votati in ogni collegio, mentre il quinto pubblico ministero e gli ulteriori tre giudici di merito saranno eletti con un sistema che premierà i migliori terzi su base percentuale, e questo rappresenterebbe il temperamento di proporzionalità in un sistema spiccatamente maggioritario;
  • in ogni collegio dovrà esserci un numero minimo di candidati e una adeguata rappresentanza di entrambi i generi, per cui laddove il numero minimo, anche tenendo conto del genere, non venisse raggiunto, i candidati mancanti verranno individuati mediante sorteggio tra tutti coloro che non avranno dato una indisponibilità preventivata alla candidatura;
  • in caso di parità di voti, sarà eletto il candidato del genere meno rappresentato.

Sulle valutazioni di professionalità inizialmente si era parlato di vere e proprie “pagelle” con un giudizio (buono, discreto o ottimo) su tutto il profilo professionale del magistrato, proposta che però sembra rientrata, a favore di un sistema di valutazione non molto diverso da quello attuale, e che quindi dovrebbe concludersi con un giudizio semplicemente “positivo” o “non positivo”, ma che potrebbe contenere una valutazione attitudinale specifica, in termini di giudizio, sulla capacità auto-organizzativa del magistrato, che potrebbe incidere sul successivo affidamento di incarichi direttivi e/o semi-direttivi.

Sugli incarichi semi-direttivi l’idea sarebbe quella di ridurne il numero, considerato eccessivo, mantenendo solo quegli incarichi semi-direttivi caratterizzati da un alto tasso di impegno organizzativo, mentre tutti gli altri verrebbero trasformati in incarichi di coordinamento e sottratti alla nomina da parte del CSM, ma assegnati attraverso il procedimento tabellare.

Sul rientro in ruolo dei magistrati dopo l'esperienza politica il ministero, dopo una prima fase in cui sembrava orientato ad introdurre limiti territoriali e funzionali per un quinquennio, sembrerebbe ritornato, più di recente, ad una soluzione più forte per cui chi si candida ad un'esperienza politica e rientra in ruolo, non potrà più esercitare funzioni giurisdizionali, ma solo funzioni amministrative.

Il Presidente ha, infine, stigmatizzato il modo con cui il ministero ha ritenuto di coinvolgere l'ANM, ossia senza mettere a disposizione un testo scritto sul quale consentire all’Associazione di formulare osservazioni e avanzare proposte migliorative; un metodo, insomma, che non sembra affatto adeguato ad assicurare il migliore coinvolgimento possibile dell'ordine giudiziario nel momento in cui ci si appresta a realizzare la riforma che dovrebbe sanare i mali che lo affliggono.

Qui intervento integrale del Presidente dell’ANM Giuseppe SANTALUCIA.

A seguire sono stati affrontati numerosi punti all’ordine del giorno, con riferimento ai più importanti dei quali esponiamo brevemente l’esito della discussione e le nostre posizioni.

1. Il CDC ha approvato a larga maggioranza le due proposte, avanzata dai componenti dell’Ufficio Sindacale dell’ANM, di impugnare il D.P.C.M. del 6 agosto 2021 in punto di criteri di determinazione degli adeguamenti retributivi automatici e di sottoscrivere un protocollo di intesa tra l’Istituto Acampora e l’ANM.

2. Il CDC ha approvato, a maggioranza quasi assoluta un documento, presentato da Lilli ARBORE, sulla proroga delle disposizioni relative alle modalità di celebrazione delle udienze.

3. Sulla riforma del sistema elettorale per il rinnovo del CSM, come gruppo di AreaDG abbiamo elaborato un documento di forte critica al sistema elettorale proposto dalla Ministra Cartabia, documento che è stato illustrato da Stefano CELLI (qui il suo intervento) al cui intervento facciamo rinvio, e che abbiamo sottoposto, unitamente ai colleghi di UNCOST e A&I che con noi lo hanno condiviso, al CDC per la sua eventuale approvazione. All’esito di un’ampia discussione, a cui noi tutti abbiamo partecipato nella speranza di riuscire a far convergere sulla nostra posizione il più ampio consenso possibile (qui alcuni interventi con cui abbiamo animato il dibattito: Giovanni TEDESCO ; Giuseppe SANTALUCIA ; Domenico SANTORO ; Rocco MARUOTTI ; Paola CERVO ; Silvia ALBANO), il documento è stato approvato dal CDC con il voto favorevole di tutti i componenti di AreaDG, UNICOST e A&I e con il voto di astensione di 3 componenti di ART. 101, mentre hanno votato contro tutti i componenti del gruppo di MI e un componente della lista ART. 101.

Qui il documento approvato.

I documenti proposti da MI e ART. 101 sono stati invece bocciati, avendo ricevuto i voti favorevoli dei soli proponenti.

A questo proposito non possiamo che evidenziare che il dibattito che si è svolto e il voto che ne è seguito hanno dimostrato, nei fatti, che il sistema proposto dalla Ministra – che, così come congegnato, consente il perpetuarsi della cattiva pratica della designazione degli eletti da parte delle correnti, privando gli elettori di una reale possibilità di scelta –, raccoglie il gradimento soltanto dei rappresentanti di MI (anche se siamo certi che su questo molti dei colleghi che li hanno votati la pensino diversamente dai loro rappresentanti in CDC).
Nel ribadire la nostra contrarietà ad un sistema che avvantaggia i gruppi più forti, che potranno dividersi pressoché a metà gli eletti, così favorendo il bipolarismo e ostacolando il pluralismo - in quanto i gruppi minori rischiano di non essere rappresentati e i candidati indipendenti, ancora una volta, non avranno alcuna possibilità di essere eletti - e che consegnerà le sorti del governo autonomo della magistratura ai componenti laici eletti dal Parlamento, riteniamo che non sia questo il sistema di cui la magistratura ha bisogno per tornare a riconoscersi nel proprio organo di governo autonomo e che non sia questo il sistema che potrà consentire al CSM di recuperare credibilità rompendo le dinamiche corporative e clientelari. E su questo terreno speravamo che anche la “nuova” MI ci avrebbe seguito. E, invece, prendiamo atto che, almeno per loro, ha prevalso la convenienza elettorale.

4. Sempre in tema di riforma della legge elettorale per il CSM, ci siamo confrontati con la proposta referendaria avanzata dai colleghi della lista ART. 101 e di A&I ai sensi dell’art. 55 dello Statuto dell’ANM. Sul punto, pur essendo fermamente convinti della incostituzionalità di qualsiasi ricorso al sistema del sorteggio, seppure temperato (ossia volto alla sola individuazione della platea dei candidati), abbiamo espresso la nostra disponibilità a sostenere l’iniziativa, nella consapevolezza della valenza puramente consultiva dello strumento prescelto e previa riscrittura dei quesiti referendari che, così come predisposti, risultavano poco chiari e rischiavano di restituire un risultato difficilmente leggibile. Siamo convinti, infatti, che consultare la base degli iscritti all’ANM, non solo sulle modalità di selezione dei candidati al CSM, ma anche sul modello di sistema elettorale preferibile (e cioè ad ispirazione maggioritaria o ad ispirazione proporzionale), sia comunque utile ad acquisire un indicatore tendenziale, che potrà, come noi ci auguriamo, rafforzare le scelte fatte con il documento sulla riforma del sistema elettorale per il rinnovo del CSM che il CDC ha da ultimo approvato.

5. Sul tema della riforma dell’ordinamento giudiziario, all’esito di un intenso dibattito, a cui abbiamo dato il nostro contributo di idee (rinviamo, in particolare, agli interventi di Elisabetta CANEVINI, di Lilli ARBORE e all’ampio e articolato intervento di Luca PONIZ), è stato predisposto un documento unitario, che è stato approvato dal CDC con un volto a larghissima maggioranza.

Infine, riteniamo importante segnalare l’ampia e appassionata riflessione sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro che, domenica mattina, prima dell’inizio dei lavori, la Presidente della seduta, Tiziana ORRÙ (qui il suo intervento), ha svolto alla luce dell’ennesimo grave incidente sul lavoro verificatosi a Torino nella giornata di sabato 18 dicembre e che è costato la vita a tre operai, ricordandoci, nel corso delle sue considerazioni, quanto alto sia il prezzo che paghiamo, come individui e come società, quando abbassiamo la guardia nel controllo della legalità sui luoghi di lavoro.

I componenti del CDC eletti nel Gruppo di AreaDG