COMITATO DIRETTIVO CENTRALE

Report della seduta
del 20-21 gennaio 2024

La seduta del CDC del 20 e 21 gennaio 2024 si è incentrata, in particolare, sui due temi, posti all’ordine del giorno su nostra richiesta, della relazione alle Camere del Ministro sullo stato della giustizia e delle dichiarazioni del vice presidente del CSM sul ruolo e sulle funzioni del Consiglio Superiore.

Nella giornata di sabato, dopo la relazione introduttiva del Presidente Giuseppe SANTALUCIA, il quale è entrato con parole nette e chiare sui temi che hanno animato il dibattito degli ultimi giorni, si è svolta un’ampia discussione, che ha impegnato i lavori del CDC per l’intera giornata di sabato, che si è chiusa con la stesura di due documenti, uno dei quali - quello sulle comunicazioni del Ministro NORDIO e quindi sui temi della riforma della Giustizia e della carenza delle risorse - condiviso da tutti i gruppi e sul quale l’indomani, alla riapertura dei lavori, si sarebbe dovuto registrare il voto unanime del CDC.

Così non è stato.

Infatti, domenica mattina Salvatore CASCIARO, intervenendo a nome del gruppo di MI, ha comunicato l’indisponibilità del suo gruppo ad approvare entrambi i documenti, che loro stessi avevano contribuito a scrivere, giustificando tale decisione sulla base di un trafiletto pubblicato quello stesso giorno su “Il Fatto Quotidiano” che dava conto della posizione espressa dagli esponenti di Magistratura Democratica nel corso del dibattito di sabato, giudicato espressivo di una “fuga in avanti di MD” che era di per sé sola sufficiente, per i colleghi di MI, a giustificare la loro decisione di rompere l’unità dell’ANM su temi cruciali come quello della riforma della Giustizia, delle risorse materiali e del ruolo del CSM.

Quella proposta dal Segretario Generale è sembrata a tutti una giustificazione risibile, un vero e proprio pretesto per tornare indietro, in modo apparentemente incomprensibile, sulla necessità, avvertita da tutti fino a poche ore prima, di approvare un documento unitario.

A nulla sono valsi gli accorati appelli ai colleghi di MI a rivedere la loro posizione, nella consapevolezza dell’importanza di una posizione unitaria dell’ANM su temi importanti come quelli che erano in discussione.
La risposta non si è fatta attendere: il dietro-front di MI trovava la sua giustificazione, a loro dire, nel paventato rischio che simili prese di posizione trasformassero l’ANM in un “partito politico di opposizione”.

Nei nostri interventi successivi abbiamo risposto che l’ANM non è un partito politico di opposizione, né tantomeno di maggioranza, ma un’associazione il cui scopo, sancito dall’art. 2 dello Statuto, è quello di “garantire le funzioni e le prerogative del potere giudiziario, rispetto agli altri poteri dello Stato” e di “dare il contributo della magistratura nella elaborazione delle riforme legislative”, ed è ciò che, anche questa volta, l’ANM ha fatto, con il sostegno di tutti i gruppi associativi, ad eccezione di MI, che con questa scelta, a nostro giudizio, ha lanciato al Governo un messaggio forte e chiaro di collateralismo. Messaggio pericoloso e che siamo certi che neppure i colleghi iscritti a MI possono condividere.

Venendo al contenuto dei due documenti, con quello relativo all’informativa del Ministro della Giustizia al Parlamento dal titolo “Una relazione problematica” abbiamo voluto riaffermare «la necessaria difesa e salvaguardia dello strumento delle intercettazioni», ribadire le preoccupazioni per l’abrogazione del reato di abuso di ufficio, tutelare la «comune cultura della giurisdizione, che è essenziale per tutti gli appartenenti all’ordine giudiziario, siano essi giudici che pubblici ministeri, quale prima garanzia dell’indagato». Mentre con quello sulle dichiarazioni del vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, intitolato “Parole ed equilibrio”, abbiamo ritenuto necessario stigmatizzare alcuni passaggi della conferenza stampa del vice presidente PINELLI, come quello relativo al supposto “deragliamento” del precedente CSM, che è parso a tutti poco rispettoso anche delle prerogative del Capo dello Stato che, come è certamente noto anche a chi svolge il ruolo di vicepresidente da oltre un anno, firma gli ordini del giorno del CSM.

Riportiamo, a seguire, i link ad alcuni dei nostri interventi svolti nel corso della discussione e che è possibile riascoltare accedendo al sito di Radio Radicale:

I componenti del CDC eletti nel Gruppo di AreaDG