COMITATO DIRETTIVO CENTRALE
Report seduta 8-9 febbraio 2025

Prima seduta del nuovo CDC: rinnovo cariche statutarie e nomina presidenti delle commissioni di studio

La prima seduta di insediamento del nuovo Comitato Direttivo Centrale è stata quasi interamente dedicata al rinnovo delle cariche statutarie e alla nomina dei presidenti delle commissioni di studio.

Abbiamo preso la parola per primi formulando un appello perché in tempi rapidi fosse possibile costituire una Giunta unitaria, rappresentativa dell’esito elettorale, che potesse da subito essere un interlocutore autorevole ed effettivo su alcuni punti di immediata urgenza:

  • Riforma costituzionale della magistratura
  • Tutela dei colleghi aggrediti per il contenuto dei loro provvedimenti
  • Messa in mora del ministero per la cronica carenza di risorse umane e materiali, necessarie per poter offrire una adeguata risposta alla domanda di giustizia.

Per fare questo, abbiamo ritenuto di suggerire una composizione in cui ciascun gruppo esprimesse i propri rappresentanti sulla base nel maggior numero di voti ottenuti, attribuendo le cariche di Presidente, Segretario, Vicepresidente e Vicesegretario (dal momento che i colleghi del gruppo ‘101’ hanno subito dichiarato di non essere interessati ad entrare in Giunta), in base al numero di voti complessivamente ottenuti da ciascuna lista.

Quel che sembrava una soluzione di buon senso, capace di portare al risultato auspicato da tanti (“una Giunta in 5 minuti...”), si è rivelata invece essere una proposta reietta da tutti gli altri gruppi.

In realtà, va detto, abbiamo sparigliato le carte: MI pensava ad una trattativa tra segretari per portare alla Presidenza D’Amato senza colpo ferire mentre in aula si discuteva dei massimi sistemi, invece così è uscita subito la contrapposizione Tango-D’Amato. Va detto che nessuno dei due si è formalmente presentato come candidato.

Tango non è stato appoggiato dal suo gruppo. Galoppi e Miccichè ci hanno contestato che volessimo dettare legge in casa degli altri e sono passati quindi ad un veto sui nostri candidati (sostenendo anche una presunta necessità di discontinuità con il passato), per cui avremmo dovuto escludere Rocco e Paola e proporre un’altra donna come segretaria: soluzione questa ad un certo punto avallata anche da Silvia Albano che sosteneva che sarebbe stata una importante novità per la Gec. In realtà, di questione di genere se ne parlava solo per noi.

Abbiamo tenuto duro sulle questioni, dicendo che il Presidente doveva essere di MI ma doveva essere gradito a tutti gruppi proprio perché era il presidente e che avevamo riserve sul fatto che un direttivo diventasse Presidente ANM.

Abbiamo poi rivendicato con orgoglio la piena continuità con la Giunta uscente e la presidenza Santalucia, conditio sine qua non per entrare in giunta.

Abbiamo ribadito la necessità di una unitarietà, unica garanzia di una leale e condivisa opposizione alla riforma costituzionale, e che il Presidente fosse chiaramente contrario alla riforma, visto che nel dibattito in Aula stavano venendo fuori posizioni di MI favorevoli ad una trattativa, come hanno poi riportato i giornali (e va detto che su questo Parodi era intervenuto stroncando ogni ipotesi di trattativa).

Abbiamo preteso che si giungesse subito alla costituzione della GEC, vista l’urgenza del momento e la calendarizzazione dei lavori parlamentari.

Abbiamo ribadito che quanto detto in campagna elettorale non era solo per prendere voti, perché riteniamo che la coerenza sia la prima delle virtù.

Quando MI, alle 19.00, ha ritirato la candidatura D’Amato (che né noi né Md eravamo disposti ad accettare, perché non ci dava garanzia di continuità con la giunta Santalucia e perché non era il criterio da noi proposto - ed Unicost si adeguava-) ed ha proposto Parodi (di fatto bocciando Tango) abbiamo ritenuto di accettare: sia perché comunque la presidenza doveva spettare a MI e non potevamo mettere veti sui loro candidati (e in realtà non ne avevamo messo neppure su D’Amato, noi avevamo indicato un metodo e aspettavamo una loro pubblica presa di posizione che non è mai arrivata e una chiara adesione al deliberato dell’Assemblea del dicembre 2024), sia perché alcuni di noi conoscono il collega e pensiamo di poterci attendere coerenza con quello che ha pubblicamente dichiarato, tenendo conto che sarà alla guida di una giunta unitaria e non potrà fare dietrofront sul no alla riforma.

A quel punto è sorta la questione Unicost-Md: Unicost voleva tre presenze in giunta e non accettava di averne solo due come MD, MD non accettava di scendere ad uno e minacciava di rimanere all’opposizione nel caso in cui non fossero stati accontentati.

Unicost ha proposto di fare una giunta ad 11 con 3 rappresentanti a loro, 2 a MD e 3 a noi: ma lo Statuto parla di giunta a 10. Allora hanno proposto di avviare la modifica statutaria e a quel punto è sorta la discussione tra Unicost e Md su chi dovesse attendere di ottenere l’undicesimo posto e nessuno cedeva.

La situazione di stallo sarebbe potuta durare settimane: rischiavamo anche di arrivare allo sciopero senza una giunta o comunque troppo tardi per organizzarlo (e già il tempo è poco). Oggi sui giornali sarebbero uscite notizie sulla spaccatura in ANM per una questione di poltrone in giunta e i colleghi nei distretti non avrebbero capito, sarebbero rimasti disorientati. E poi c’era il rischio di far partire una giunta unitaria con MD all’esterno che sarebbe comunque stata un danno per l’ANM e anche per noi.

Abbiamo dunque ritenuto tollerabile di dover fare un passo indietro ed accettare di avere due soli rappresentanti in Giunta (Rocco Mariutti e Paola Cervo), cui il resto della rappresentanza offrirà supposto attraverso il lavoro nel Comitato direttivo e nelle commissioni di studio, con l’impegno proposto da UPC e condiviso da tutti i gruppi e votato all’unanimità (con un impegno personale del Presidente) di proporre al più presto una modifica statutaria per l’innalzamento a 11 del numero dei componenti della GES che consenta anche di superare eventuali impasse derivanti dall’attuale previsione di un numero pari di membri.

A tarda sera è stata dunque eletta, sostanzialmente all’unanimità, la nuova Giunta Esecutiva Centrale:

  • Cesare Parodi (MI) – Presidente
  • Rocco Maruotti (AreaDG) – Segretario
  • Marcello De Chiara (Unicost) – Vicepresidente
  • Stefano Celli (MD) – Vicesegretario
  • Mastrandrea – Direttore rivista ‘La Magistratura’
  • Tango – Coordinatore dell’Ufficio Sindacale
  • Cervo, Bonifacio, Rossetti, Salvatori - Componenti GEC

La mattinata del 9 febbraio si è invece aperta con la nomina dei presidenti delle Commissioni di Studio; ad AreaDG sono state dunque assegnate le presidenze di commissioni di particolare rilevanza ed interesse: Comitato di difesa della Costituzione (Diella), Strategie comunicative (Teresi), Penale e Procedura penale (Valori), Rapporti con le GES (Conforti), Persone, minori e famiglia (Pellegrini), Diritto penitenziario ed esecuzione penale (Vacca).

Ci auguriamo comunque che i colleghi offrano ampia disponibilità a partecipare ai lavori di tutti i gruppi di studio, importantissimi per la vitalità dell’Associazione Nazionale Magistrati ed in grado di orientarne l’azione per i prossimi anni.

Nella seconda parte della mattinata abbiamo affrontato il punto inserito da ultimo all’O.d.G. su nostra sollecitazione, relativa alla organizzazione dello sciopero già indetto per il prossimo 27 febbraio.

Appena nominato, il Presidente Parodi ha dichiarato la sua intenzione di chiedere urgentemente un incontro al Governo per verificare se vi siano ancora spazi di interlocuzione sulla riforma costituzionale. A stretto giro, è pervenuta a mezzo stampa, direttamente dalla Presidente del Consiglio dei Ministri, una generica diponibilità in tal senso.

La nostra preoccupazione era dunque legata all’oggetto di questo incontro e a quali effetti potrebbe avere sulla già proclamata astensione, visti gli accenni ad un possibile differimento dello sciopero o alla disponibilità ad una trattativa contenuti in alcuni interventi dei rappresentanti di M.I.

Abbiamo così ottenuto dal Presidente Parodi l’assicurazione che l’incontro coinvolgerà tutta la GEC e che sarà dedicato all’ascolto di eventuali aperture e disponibilità del Governo; solo laddove il disegno di legge costituzionale fosse ritirato tout court, lo sciopero potrà essere revocato, senza margini di trattativa su nessuna parte della riforma. Il Presidente si è comunque impegnato a riconvocare a stretto giro un CDC (eventualmente anche da remoto) per dare conto dei contenuti dell’incontro.

Per il resto, l’organizzazione di assemblee distrettuali in concomitanza con l’astensione dalle udienze, le modalità operative, la stesura di un documento esplicativo, sono state demandate alla GEC, che nei prossimi giorni fornirà indicazioni puntuali al riguardo, offrendo spunti anche alle GES per ulteriori iniziative che possano coinvolgere il maggior numero possibile di magistrati, aperte alla cittadinanza.

I componenti del CDC eletti nel Gruppo di AreaDG
Paola Cervo, Emilia Conforti, Antonio Diella, Gianna Manca, Rocco Maruotti, Domenico Pellegrini, Ida Teresi, Andrea Vacca, Chiara Valori