Fatta la circolare, facciamo i dirigenti
Il 3 dicembre il Plenum, con 16 voti a favore, 14 contrari e l’astensione del vicepresidente ha approvato la proposta 1 del testo unico sulla dirigenza, presentata da Maurizio Carbone ed Eligio Paolini.
La nostra proposta è stata votata dalla maggioranza dei magistrati presenti in Consiglio (15 su un totale di 22 magistrati: i togati di Area, MI, i membri di diritto Cassano e Salvato), oltre al laico Ernesto Carbone; la proposta c.d. dei punteggi, invece, ha avuto il voto di 7 togati (Unicost, MD, Fontana e Mirenda) e di 7 laici (i cinque di centro destra, Papa e Romboli).
Questo risultato non ci lascia comunque soddisfatti, perché la magistratura non si può permettere spaccature nella stagione di riforme che stiamo vivendo. Ieri si è persa un'occasione per rappresentare una magistratura concorde sulle regole che presidiano l’azione consiliare.
In questo momento sarebbe necessario agire con compattezza, rappresentando così anche all’esterno la comune contrarietà della categoria alla riforma costituzionale che prevede la separazione delle carriere, il sorteggio, la costituzione di due CSM e l’istituzione dell’Alta Corte disciplinare, al fine di realizzare un drastico indebolimento dell’ordine giudiziario.
Noi di AreaDG abbiamo agito per trovare una soluzione condivisa, raccogliendo anche l'invito del Quirinale, ma non è stato possibile.
Dopo la riunione di tutti i consiglieri, espressamente sollecitata dal Comitato di presidenza per ricercare una soluzione che restituisse l’immagine di un Consiglio unito, ci siamo impegnati nell’elaborazione di una proposta di mediazione, che tenesse conto – senza ricorrere alla grammatica dei punteggi – delle esigenze di prevedibilità e leggibilità delle nomine e, al contempo, salvaguardasse un margine di discrezionalità per l’Istituzione.
La proposta di mediazione ha raccolto l’adesione dei consiglieri di MI. Altrettanto non è avvenuto con i proponenti del testo-punteggi.
E’ nato così il testo che ha poi conseguito la maggioranza dei voti.
Nessun accordo spartitorio si è consumato, come in modo strumentale è stato affermato, seguendo una mera logica di contrapposizione, nel corso della discussione in Plenum. Qui la proposta-punteggi è stata rappresentata come la panacea di tutti i mali del Consiglio.
Ma così non è.
In primo luogo, perché anche quella proposta racchiudeva spazi di discrezionalità con l’utilizzo di punteggi variabili, tali da poter determinare la scelta a favore dell’uno o dell’altro candidato, sfuggendo a un controllo rigoroso.
In secondo luogo, perché, valorizzando qualsiasi esperienza della vita professionale del magistrato, favoriva la costruzione di carriere preconfezionate, in assenza di una attenta valutazione del merito.
In terzo luogo, perché il ricorso al sistema dei punteggi adombrava la concezione di un CSM come ufficio del personale, svilendone il ruolo e la centralità propria di un organo di rilevanza costituzionale. Risultava così funzionale agli obiettivi perseguiti con le proposte di modifica dell’assetto costituzionale della magistratura, per quanto è emerso con chiarezza anche durante il dibattito in Plenum, dalle dichiarazioni di voto dei laici di centro destra.
Ma oggi non è più tempo del confronto tra due testi. È tempo se mai di garantire la migliore applicazione della nuova circolare, con un atteggiamento di comune responsabilità.
5 dicembre 2024