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Il Ministro che tentenna incurante dei ritardi

Prorogate di quattro mesi, a 36 ore dall’apertura dei seggi, le elezioni per i Consigli giudiziari. Sono andate in fumo così tutte le attività preparatorie di un momento fondamentale di partecipazione alla vita del governo autonomo della magistratura. Non possiamo assistere silenti a questa vergogna, tanto più quando a ogni piè sospinto viene invocata la leale collaborazione del CSM col Ministro e con le altre istituzioni

Il Consiglio Superiore ha cercato in questi anni di fornire costantemente la massima collaborazione al Ministro, nello spirito istituzionale che informa la sua attività, compreso quando, malgrado la richiesta di ricevere spazi temporali più consoni all’impegno richiesto, è riuscito ad aggiornare quasi tutte le proprie circolari entro i 90 giorni indicati dai decreti legislativi nn. 44 e 45 del 2024.

Nel pomeriggio di ieri è stato varato un decreto-legge che ha, tra l’altro, differito ad aprile le elezioni dei Consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Cassazione, previste per domani e lunedì prossimo.

La proroga a 36 ore dall’apertura dei seggi, dopo che tutti i magistrati si erano mobilitati per il momento elettorale, depositando liste, formando schede, rivolgendosi ai colleghi per presentarsi, quando erano stati costituiti gli uffici elettorali e coinvolte le cancellerie per vari adempimenti, denota una disattenzione per l’organizzazione degli uffici e per l’impegno di chi vi lavora che troviamo anche profondamente irrispettosa per il sistema del governo autonomo della magistratura e per l'intera istituzione giudiziaria.

È un evento senza precedenti, che lascia sbigottiti e che ci preoccupa altresì in vista delle riforme alle porte.

Avevamo appena assistito, infatti, ai rinvii in extremis delle riforme del Tribunale per le persone i minori e la famiglia e per la digitalizzazione del processo penale (mentre nel civile il processo telematico si scontra quasi ogni giorno con blocchi e malfunzionamenti).

Ora siamo già vicini - i tempi sono stretti per entrambe - ai nuovi termini fissati per l’entrata in vigore di queste rivoluzionarie innovazioni, in una condizione di totale impreparazione di mezzi e di risorse. I magistrati, gli altri operatori, i cittadini attendono di sapere con quali norme e con quale organizzazione si dovranno affrontare i giudizi in questi delicatissimi momenti della vita giudiziaria. Ma ancora una volta dal Ministero non riceviamo risposte che permettano al Consiglio e agli uffici di affrontare per tempo la complessa attività preparatoria.

 

30 novembre 2024