“Per noi è centrale la comunicazione tra i magistrati e la loro casa comune, il CSM. Negli ultimi anni si è pagata la poca chiarezza nella giustificazione di certe valutazioni discrezionali. Un piano, simbolico, su cui affrontare il problema è quello della comunicazione istituzionale: il Consiglio deve rendere nota spontaneamente, senza intermediazione dei gruppi, la propria attività ai magistrati, gli ordini del giorno, le decisioni prese in ogni seduta. Siamo abituati al fatto che queste comunicazioni provengano da ognuna delle diverse correnti: questo è un simbolo di delegittimazione dell’istituzione nel suo complesso.”