“Come Area crediamo profondamente nel valore della discrezionalità del Csm nell’individuare il candidato più idoneo agli incarichi dirigenziali. La dirigenza non è il riconoscimento di un “diritto alla carriera” individuale, ma il riconoscimento dell’adeguatezza alle esigenze dell’ufficio. Il Consiglio dovrebbe seguire una calendarizzazione rigorosa delle nomine in base alle scoperture, in un’ottica di trasparenza, per non alimentare sospetti sgradevoli di “pacchetti”. Non si può più sbagliare sulla riconferma degli incarichi: non si può dare l’impressione che la conferma sia scontata, che si tratti di un passaggio meramente formale e ineffettivo. È un momento che va arricchito attraverso una più profonda attività istruttoria, che deve coinvolgere per primi i magistrati dell’ufficio il cui dirigente è sottoposto a conferma.”