Conclusioni del convegno

Daniela GALAZZI
presidente Sezione Civile Tribunale di Trapani
coordinamento nazionale AreaDG

A me non l’ingrato compito ma il favoloso compito di chiudere questo convegno estremamente interessante.

Ringrazio tutti i presenti e ringrazio i relatori che ci hanno illustrato con dovizia di particolari, esprimendo le loro diverse sensibilità e le loro diverse idee, questa riforma epocale, potremmo dire copernicana e rivoluzionaria che profondamente innova questo campo, sia per quel che riguarda il tribunale ordinario sia per quel che riguarda il Tribunale per i minorenni.

L’idea di fondo di questa riforma è una idea condivisibile, l’unicità dell’ufficio che dovrà occuparsi di minori e soggetti deboli, nonché della famiglia. E l’idea di una maggiore tutela, strettamente legata ad una maggiore celerità, è altrettanto importante.

Dobbiamo però dire, e quello che abbiamo ascoltato oggi ci conduce a questa conclusione, che il risultato finale presenta numerose problematiche che vorremmo, come gruppo di magistrati che si riconosce in Area Democratica della Giustizia, fossero colmate. Sicuramente, la giurisprudenza e la prassi risolverà i diversi nodi interpretativi che ci pone la riforma, ma anche il Parlamento dovrà fare la sua parte, introducendo i correttivi necessari per superare i diversi nodi problematici.

Senza nessuna volontà di essere esaustiva osservo alcune cose.

La riforma normativa è entrata in vigore prima della riforma ordinamentale, prima dell’istituzione del tribunale per la famiglia, per i minori e per i soggetti deboli, quindi nasce già con vulnus iniziale: in questo momento, in Italia, la maggior parte dei tribunali, di dimensioni medio-piccole, sono organizzati in sezioni promiscue che si occupano di tutte le materie, formati da sei/nove magistrati al massimo. Come si può pensare, in un ufficio di queste dimensioni, di individuare uno o più magistrati super specializzati che si occupino in modo celere di questa tipologia di procedimenti? Ritengo che, fino a quando non sarà costituito il Tribunale specializzato, la specializzazione e quindi la celerità rimarrà un miraggio, perché contemporaneamente occorrerà occuparsi anche del resto del contenzioso.

La riforma é poi stata prevista e realizzata a costo zero: ormai siamo abituati da anni a questa tremenda espressione “a costo zero”, quando invece proprio in questo frangente lo Stato avrebbe dovuto investire economicamente. Una riforma ordinamentale che prevede la costituzione di un nuovo ufficio deve essere aiutata da investimenti economici; c’è bisogno di investire in strutture adeguate, di superare i problemi legati all’edilizia giudiziaria, ristrutturare i Palazzi di Giustizia che cadono a pezzi, creare spazi adeguati, ma nulla di ciò é previsto.

La digitalizzazione continua ad essere, nel Paese, a macchia di leopardo: se nel civile il processo telematico e l’utilizzo di Consolle per lavorare sono ormai una stabile realtà, nei Tribunali per i Minorenni e negli Uffici di Procura siamo ancora all’anno zero. E sappiamo bene quanto sia necessaria l’informatizzazione proprio al fine di facilitare lo scambio di informazioni tra i Tribunali che si occupano di minori e soggetti deboli e le Procure, per agevolare e rendere più semplici e veloci le procedure.

Le carenze d’organico sia dal punto di vista dei magistrati che degli amministrativi vanno assolutamente coperte: possiamo avere un Ufficio giudiziario a pieno organico, ma se abbiamo poco personale amministrativo comunque l’Ufficio funzionerà male. A maggior ragione, se creiamo un nuovo Tribunale specializzato, esso dovrà avere delle dotazioni adeguate.

Per non parlare del fatto che, in un settore in cui é estremamente rilevante è determinante l’opera dei Servizi Sociali e dei Consultori, di quelle strutture cioè che operano sul territorio, che per primi affrontano i problemi dei soggetti deboli, manca del tutto una seria politica di investimenti. Chiunque di noi lavori in una realtà non economicamente avanzata, sa quanta fatica fanno i consultori e servizi sociali a coadiuvarci, poveri ci e sono di risorse e di personale. 

Non è il tempo della “riforma a costo zero”, soprattutto non per una riforma come questa, che necessita di un investimento economico, serio.

Vi sono poi altri nodi problematici della riforma che sono emersi in questo nostro convegno. Penso, ad esempio, ne hanno parlato in molti, al recupero della collegialità, che é, in una materia come questa, un valore. La materia della famiglia necessita di essere maneggiata con cura, dosando l’intervento statuale, ed é fondamentale porvi una attenzione particolare: 

si può decidere come giudice monocratico l’impugnazione di una delibera assembleare, tutto sommato si tratta di interessi economici; in questo campo, invece, si tratta della vita delle persone, qui ha senso che vi sia una piena collegialità.

E da questo punto di vista é importante anche il recupero dell’apporto dei giudici onorari, i quali hanno dato prova di fornire un apporto ed un contributo di esperienza insostituibile, diverso da quello dei giudici che hanno una diversa formazione.

Si ha l’impressione, nello studiare questa riforma, che si sia voluta superare l’esperienza dei Tribunali per i minorenni buttando a mare alcune sue caratteristiche che al contrario sarebbe stato necessario valorizzare: ma d’altra parte questi Uffici non sono stati coinvolti nel progetto, non si sa perché, ce lo stiamo ancora chiedendo.

Poi sono state perse delle occasioni: era il momento di superare quell’istituto, veramente non più conferente alle esigenze della nostra società e nemmeno al comune sentire, rappresentato dall’addebito della separazione; era il momento in cui si poteva eliminare la duplice fase separazione/divorzio: siamo, credo, ancora uno dei pochi paesi al mondo che la prevede. E questo avrebbe senz’altro portato una velocizzazione delle procedure. 

Da questo convegno esce forte la nostra richiesta di intervenire sulla riforma con i correttivi necessari per consentirne la applicazione piena: c’è il tempo, speriamo ci sia anche la volontà di farlo.

Il nostro gruppo, noi magistrati progressisti, chiediamo questo : che alla introduzione di queste novità legislative ed ordinamentali si accompagni un investimento economico, che  vengano introdotte le necessarie modifiche di miglioramento della disciplina nuova, perché, come ha detto benissimo il presidente Castellani prima, quando si parla di famiglie, di minori, siamo di fronte a soggetti e non ad oggetti, e dobbiamo tenere conto che c’è un diritto costituzionale al benessere delle persone, delle persone fragili, delle persone deboli e dei minori. 

Ed è per questo che lo Stato e le istituzioni devono intervenire: certamente per fare funzionare la riforma ma soprattutto per inverare i principi costituzionali e per tutelare questi diritti. Grazie a tutti. 

Gli altri interventi

Saluti

Prima sessione
L’impatto della riforma sull’organizzazione degli uffici giudiziari

Seconda sessione
I soggetti processuali alla prova del nuovo rito

Terza Sessione
Csm e Ministero: quali interventi per attuare la riforma?

Quarta sessione
L’impatto sulla tutela dei diritti

Interventi al dibattito

Conclusioni